Giura

Stefano Benni (12.8.1947-9.9.2025), scrittore bolognese recentemente scomparso, possedeva un dono raro: quello di costruire mondi che sembrano nascere da una scintilla di fantasia e di nostalgia insieme, ed è proprio questo che accade in Giura (Feltrinelli Editore, 2020). L’autore costruisce un universo poetico e malinconico dove realtà e sogno si intrecciano fino a diventare inseparabili; un’opera che profuma di boschi e di infanzia, di promesse sussurrate e di tempo che scivola via, lasciando dietro di sé solo la traccia dei ricordi.
Il protagonista è Febo, tredicenne, che vive insieme ai nonni in un piccolo borgo dell’Appenino all’ombra dei Castagni Gemelli, un luogo dove le leggende sembrano respirare tra le radici degli alberi; lì conosce Luna che vive a Ca’ Strega con la sua famiglia eccentrica, guidata da una nonna misteriosa e dotata di poteri magici. Tra i due nasce un legame che sfida il tempo e la distanza: un sentimento tenero e istintivo, come solo quello che nasce nell’infanzia può essere. Ma ben presto il destino li separa e le loro strade si dividono – lei finisce in un istituto di suore dove il dottor Mangiafuoco le farà recuperare la voce, mentre lui va a studiare in città dove scopre il disincanto di una famiglia fragile.
Seppur lontani, Febo e Luna non smettono di pensarsi e di volersi bene; il destino delle loro vite è lasciarsi e ritrovarsi, e ogni volta il distacco è preceduto dalla separazione, premonitrice e crudele, di un’altra coppia di amanti. Anche quando si illudono, brevemente, di poter restare sempre insieme, si perderanno.
Febo diventa un uomo, un padre, e trasforma la sua passione per la natura in una missione ecologista. Luna insegna la Lis, aiutando chi non ha voce a comunicare. Entrambi cambiano, crescono, si allontanano e si ritrovano. Ma su di loro aleggia sempre la promessa fatta nell’infanzia:
«Giura che non mi dimenticherai.
Giura su ogni scrigno di noce, e su ogni chicco di uva e grillo nascosto e stella del firmamento».
Parole semplici e solenni che racchiudono l’essenza del romanzo: la fedeltà alla memoria, la nostalgia come forma d’amore, l’impossibilità di dimenticare ciò che ci ha reso vive/i. Giurare diventa un modo per resistere al tempo, per tenersi aggrappati all’infanzia, a quel mondo magico che solo chi è disposto a credere può ancora intravedere.

In Giura si racconta una vita intera, anzi due; l’infanzia di Benni e quella dei due protagonisti: i luoghi in campagna, il bosco, l’autostrada che porta via tutto. Luna e Febo si amano da sempre e per sempre, si trovano e si perdono, ma ciò non significa essere o non essere vicini: ci si può ritrovare anche perdendosi forse per sempre. Nella malinconia si esplora una declinazione alternativa di due anime affini, consapevoli di appartenersi ma rassegnate a perdersi ogni volta.
Nel romanzo l’autore alterna registri e tempi narrativi con la sua consueta maestria. L’infanzia inquieta di Febo, segnata dalla perdita delle radici, lascia spazio all’età adulta, dove le illusioni si fanno più fragili e le promesse più difficili da mantenere. Il racconto assume a tratti un tono epistolare, come se fosse scritto a due voci: quella di Febo e quella di Luna, che si rincorrono e si rispondono, talvolta senza saperlo.
C’è malinconia, ma pure speranza, nella loro distanza: «Ci si può ritrovare anche perdendosi», sembra voler dire Benni, suggerendo che l’amore non è sempre presenza, ma spesso memoria, eco, attesa.
L’opera è un continuo equilibrio tra surrealismo e riflessione esistenziale. Nella penna di Benni convivono ironia e poesia, fantasia e disincanto. I due protagonisti crescono, si trasformano in adulti imperfetti, ma conservano una purezza originaria, quella dei personaggi benniani che affrontano la realtà con lo sguardo meravigliato di chi non ha mai smesso di credere.
Emblematico è un passo in cui Febo, ormai uomo, riflette: «La vita è una promessa che si rinnova, anche quando non si mantiene». Una frase che riassume perfettamente il senso dell’intero testo: la promessa come atto d’amore, nonostante la sua inevitabile fragilità.

Nel romanzo tornano tutti i temi cari all’autore: l’amicizia, l’amore, la natura, l’impegno civile, la memoria e l’utopia. Ma anche la rinuncia, il desiderio, la consapevolezza che crescere significa accettare la perdita. Il titolo stesso è un invito alla fedeltà verso ciò che siamo state/i, verso le nostre origini e i luoghi che hanno contribuito a formarci. Benni afferma: «Le radici non sono catene, ma fili luminosi che ti riportano a casa, anche quando non sai più dov’è». In fondo, Giura è una storia d’amore, ma anche una storia sulla vita e sulla sua imperfezione. È la cronaca poetica di due anime che si sfiorano senza mai afferrarsi del tutto, di un amore “sfortunato” eppure autentico, fatto di ritorni, promesse e silenzi. Una fiaba moderna che mescola ironia e malinconia, sogno e impegno, e che ci ricorda quanto sia necessario, anche in età adulta, continuare a credere nella magia.
Stefano Benni, con la sua scrittura limpida e visionaria, invita a guardare il mondo con occhi diversi: quelli di chi sa che “non si smette mai davvero di essere bambini e bambine”. Un romanzo che parla a ciascuna/o di noi, perché dentro Febo e Luna si riflettono le fragilità, i desideri e le nostalgie di ogni essere umano.
È un libro che lascia un’impronta silenziosa, mostrando come la fantasia possa diventare una forma di verità e la memoria, l’unico modo per restare fedeli a ciò che si è state/i. Un libro sul desiderio di emanciparsi e su come le storie – quelle che ci raccontano e ci raccontiamo – siano quelle che ci definiscono. Benni ci ha lasciati lo scorso settembre ma vive ancora grazie ai suoi scritti sempre freschi e attuali. Giura, uscito ormai cinque anni fa, sottolinea proprio questo; lo stile e la scrittura dell’autore non sono altro che un atto d’amore e di resistenza contro il tempo dal quale scaturisce la vitalità del romanzo stesso. 

Stefano Benni
Giura
Feltrinelli Editore, 2020
pp. 208

***

Articolo di Roberta Zaffora

Dopo aver conseguito la laurea triennale in Scienze e lingue per la comunicazione presso l’università di Catania e la laurea magistrale in Editoria e giornalismo presso Roma Tre, attualmente lavora presso un’azienda informatica. Appassionata da sempre di tutto il mondo editoriale, è lettrice dipendente e da sempre attratta del mondo digital&social.

Lascia un commento