Diana Scultori Ghisi, attraverso i loro occhi 

«Un ritratto non è una semplice rappresentazione, ma un’interpretazione»; è la restituzione di un’immagine attraverso lo sguardo di chi la osserva. Così, il prodotto che ne deriva, che sia di indiscutibile valore artistico o meno, ci permette di comprendere alcuni aspetti della personalità e dell’anima della persona che lo ha realizzato. 
Pertanto, quello proposto dagli alunni e dalle alunne della classe 3A del Liceo Artistico “Callisto Piazza” (LO), non è solo un progetto di commemorazione storica ma, insieme, è un lavoro che tende implicitamente al futuro, perché ci dice qualcosa in più delle donne e degli uomini di domani, della loro visione del mondo e della prospettiva da cui guardano cose e persone. 
Nel caso specifico, il soggetto di osservazione, di cui gli/le studenti ci restituiscono la loro personale visione, è l’incisora Diana Scultori Ghisi, artista del Rinascimento alla cui personalità e vita è stato dedicato il progetto artistico La presenza femminile nelle arti minori: l’incisora Diana Scultori Ghisi.

La presenza femminile nelle arti minori: l’incisora Diana Scultori Ghisi

Presentato in occasione della XII edizione del concorso Sulle vie della parità indetto da Toponomastica femminile, il progetto è stato ritenuto meritevole del primo premio ex aequo per la sezione A1 — dedicata alle protagoniste delle arti minori (miniaturiste, incisore, interpreti delle arti tessili, virtuose delle pietre e dei metalli, progettiste di tessuti, smaltatrici e mastre vetraie, illustratrici, ceramiste, mosaiciste, scenografe e costumiste, maestre di arti applicate e decorative) — per «la realizzazione delle incisioni da parte di ragazze e ragazzi con gli strumenti dell’epoca dell’artista, e per l’elaborazione dei ritratti, molto originale e varia negli stili, che rivela capacità di disegno e abilità manuali». Particolarmente apprezzato anche «l’approfondimento in forma multidisciplinare in ambito storico-letterario realizzato con più linguaggi espressivi, che dà alla ricerca grande completezza e profondità di campo». 

Sulle vie della paritàPrimo premio

L’iter laboratoriale ha avuto inizio con il coinvolgimento degli/delle studenti in un’analisi storico-letteraria del ruolo delle donne nell’arte, a partire dalla disamina di alcune miniature di artiste presenti all’interno di versioni francesi dei primi del ‘400 del De mulieribus claris di Giovanni Boccaccio. Successivamente, sono stati analizzati diversi codici del XII secolo in cui si ritiene che alcune monache miniaturiste abbiano lasciato il loro autoritratto nelle opere presenti all’interno. La rappresentazione che le artiste hanno fatto di sé stesse è stata oggetto di analisi anche per quanto concerne le figure femminili del Rinascimento, tra cui Sofonisba Anguissola, pittrice italiana vissuta tra il XV e il XVI secolo tra le cui opere si annoverano numerosi ritratti — come quello dedicato alla sorella Elena e quello della famiglia Anguissola — e autoritratti, tra cui Autoritratto alla Spinetta (1555) e Autoritratto al cavalletto (ca. 1556-1565).

Ritratto di Elena Anguissola
Autoritratto al cavalletto

Congiuntamente, i ragazzi e le ragazze si sono dedicati all’approfondimento delle condizioni in cui vivevano le artiste dell’epoca. 

La parte più consistente del progetto, ovvero quella dedicata all’incisora Diana Scultori Ghisi, è stata preceduta dall’analisi dell’opera di Giorgio Vasari (1511-1574), pittore e architetto italiano che in Vite ne loda le abilità artistiche e personali, dedicandole parole di grande apprezzamento: «È cosa più maravigliosa, una figliuola, chiamata Diana, intaglia anch’ella tanto bene, che è cosa maravigliosa, et io che ho veduto lei, che è molto gentile e graziosa fanciulla, e l’opere sue che sono bellissime, ne sono restato stupefatto». 
Figlia del pittore e incisore Giovan Battista Scultori, Diana, grazie alla concessione di Papa Gregorio XIII, è stata la prima donna a poter vendere le proprie opere utilizzando il suo nome di battesimo. 
Ispirandosi ai grandi artisti del Rinascimento, ma modificando alcuni dettagli dell’originale, l’artista si specializza nella realizzazione di incisioni fatte con il bulino e medaglie di rame, su cui rappresenta soggetti religiosi e mitologici. Esponente di rilievo del manierismo, nelle sue opere corpi dinamici e longilinei vengono raffigurati in ambienti naturalistici che, insieme, danno luogo a composizioni più libere e ariose. 

Diana Scultori Ghisi, Latona partorisce Apollo e Diana nell’isola di Delo, 1575 circa
Diana Scultori Ghisi, Cristo che fa Pietro Capo della Chiesa, 1570

Il progetto ritrattistico che gli/le alunne le hanno dedicato ha visto la scolara creare la propria Diana, ovvero rappresentarla attraverso i propri occhi, attraverso la loro personale visione, a partire da una riflessione sul fatto che la stessa lavorasse in ambienti prettamente maschili come i laboratori calcografici.

Avvalendosi dell’illustrazione e del disegno gli studenti e le studenti hanno poi interpretato alcuni momenti della vita dell’incisora. Nelle vignette a corredo delle immagini i/le giovani artiste hanno dato voce alla discriminazione di genere e agli stereotipi contro cui, plausibilmente, Diana dovette lottare per tutta la sua vita. 

Il lavoro interdisciplinare è ulteriormente arricchito dalle incisioni su lastra di zinco stampate a mano che i ragazzi e le ragazze stanno realizzando con il torchio calcografico presente all’interno dell’Istituto. Nello specifico, sotto la guida della Professoressa Elena Amoriello, si sta lavorando alla «riproduzione di alcune opere di Scultori Ghisi, utilizzando una delle peculiarità artistiche dell’incisora e cioè la variazione di un dettaglio dei suoi bulini rispetto alle opere di grandi artisti (Giorgio Romano, Raffaello,…) a cui la donna si ispirava». 

Fasi di lavoro

A conclusione del proprio progetto, la classe 3A, con l’ausilio delle docenti Elena Amoriello e Alice Vergnaghi, ha presentato al Consiglio d’Istituto la richiesta di intitolazione del laboratorio calcografico del Liceo a Scultori Ghisi con la seguente motivazione: «Diana Scultori Ghisi ha fatto dell’incisione non solo una passione, ma una professione. Si è confrontata con i grandi autori della sua epoca, riproducendoli nei suoi bulini, ma anche modificandone le opere in modo sagace e personale, ha dimostrato di essere un’abile imprenditrice di sé stessa. 
È stata una professionista, che è riuscita ad affermarsi in un settore esclusivamente maschile come quello dell’incisione, ha superato ostacoli con intelligenza e determinazione, dedicando completamente sé stessa alla realizzazione dei suoi progetti professionali e personali. Il profilo di Diana Scultori Ghisi è una figura di alto spessore culturale e artistico, ma anche rappresentativo di una donna eccezionale che ha lottato per vedere riconosciuta la propria individualità, riuscendo a ottenere la possibilità di distribuire in modo esclusivo le proprie opere per dieci anni, ottenendo il primato nella storia dell’arte femminile. 
È stata una donna curiosa, tenace e una grande sperimentatrice, offrendo così alle nuove generazioni un valido modello femminile e professionale in un’arte che nel nostro istituto viene insegnata e trasmessa all’interno del laboratorio di cui si chiede l’intitolazione. 
Studiando Diana Scultori Ghisi, abbiamo compiuto un’essenziale operazione di recupero della memoria, in un percorso interdisciplinare e civico, che ci aiuta a capire cosa le donne hanno saputo fare, nonostante la condizione di minorità in cui erano costrette a vivere». 
Sotto la targa con l’intitolazione verrà collocato un Qrcode a cui sarà associata la presentazione Canva visionabile attraverso questo link.

L’impegno dimostrato e le molteplici sensibilità che traspaiono dalle opere presentate sono uno spiraglio di luce in questo mondo che spesso appare indifferente e noncurante di ciò che è stato, del presente e del tempo che sarà.  

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Articolo di Sveva Fattori

Diplomata al liceo linguistico sperimentale, dopo aver vissuto mesi in Spagna, ha proseguito gli studi laureandosi in Lettere moderne presso l’Università degli studi di Roma La Sapienza con una tesi dal titolo La violenza contro le donne come lesione dei diritti umani. Attualmente frequenta, presso la stessa Università, il corso di laurea magistrale Gender studies, culture e politiche per i media e la comunicazione.

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