Fascismi

Nel numero 30 di Bibliografia vagante parliamo di fascismi, con scritture tutte femminili che ci raccontano il cibo, l’amore, il giornalismo, la resistenza ai fascismi e ai nazi-fascismi in Italia, Spagna e Argentina. Per concludere con l’unico articolo di questa rassegna che ha per argomento il “Comitato mondiale delle donne contro la guerra e il fascismo”; cogliamo l’occasione per una nota sulla rivista pubblicata dal Comitato.

Per informazioni sui criteri di scelta degli articoli/libri, vi rimandiamo alla BV 1.

Diana Garvin: Feeding fascism: the politics of women’s food work, Toronto: Toronto University Press, 2022, 292 pp., ISBN 9781487528188.
Feeding Fascism utilizza il cibo per esaminare come si siano politicizzati gli sforzi delle donne per sfamare le loro famiglie sotto la dittatura italiana; esplora il modo in cui le donne negoziavano la politica del regime fascista italiano nella vita quotidiana e come nutrivano le famiglie attraverso il lavoro agricolo e industriale. Il libro guarda alle esperienze delle donne esaminando il mondo materiale in cui vivevano in relazione ai loro pensieri, sentimenti e azioni. Negli ultimi dieci anni, Diana Garvin ha condotto ricerche approfondite nei musei, nelle biblioteche e negli archivi italiani, così da includere nel volume illustrazioni di rari libri di cucina, utensili da cucina, progetti di mense e propaganda culinaria, allo scopo di collegare le convinzioni politiche delle donne con i luoghi in cui vivevano e lavoravano e con gli oggetti che possedevano e prendevano in prestito. Garvin si basa su resoconti di prima mano, come diari, canti di lavoro e disegni, che dimostrano come le donne e lo Stato fascista si contendessero il controllo sulla dieta nazionale in numerose manifestazioni (cucinare, nutrire e mangiare) per affermare e negoziare la propria autorità. Rivelando quali fossero le poste in gioco nazionali dipendenti dalle scelte quotidiane e la sottile linea di confine tra resistenza e consenso, Feeding Fascism testimonia il potere del cibo.
Indice e riassunto dei capitoli sulla piattaforma Jstor.
Recensioni OA: Vanda Wilcox su ARO (pagina di recensioni della Fondazione Bruno Kessler), VI, n. 2/2023; Megan Kirby su Histoire Sociale Vol. 56, n. 115/2023; Anne Urbancic su Érudit, Vol. 43, n. 3/2022.
Due interviste all’autrice su YoutubeCulinary Historians e su un Book talk

Victoria de Grazia: The Perfect Fascist: A Story of Love, Power, and Morality in Mussolini’s Italy, Cambridge, MA: Belknap Press of Harvard University Press, 2020. Pp. x+518, ISBN 9780674986398.
Quando Attilio Teruzzi, un ufficiale decorato e fascista della prima ora, sposò un’americana, stella nascente dell’opera, la sua buona fortuna sembrava stabilizzata. Il matrimonio fu benedetto dallo stesso Mussolini. Tuttavia, solo tre anni dopo Teruzzi, ora comandante delle camicie nere, rinunciò a sua moglie: Liliana era ebrea, e l’Italia fascista aveva appena introdotto le sue prime leggi razziali. The Perfect Fascist parte dalla storia intima di un corteggiamento tempestoso e di un matrimonio scomodo fino allo spettacolo operistico dell’ascesa e della caduta di Mussolini, e ci invita a vedere nel vanitoso, spregiudicato e fanaticamente leale Attilio Teruzzi un esempio dell’Uomo Nuovo del fascismo. Il centro della storia narrata da Victoria De Grazia è la dimostrazione di come l’aspetto personale fosse sempre politico nella ricerca fascista di virilità e potere. Con il suo auto-pietismo e i suoi intimi tradimenti, la sua violenza e il suo opportunismo, Teruzzi è un antenato dei politici illiberali di oggi (dal sito dell’editore).
Il volume è stato vincitore dei premi Aldo and Jeanne Scaglione Prize for Italian Studies (2020) e Helen and Howard R. Marraro Prize (2021).
Indice e riassunto dei capitoli sulla piattaforma Jstor; anteprima su Amazon
Recensioni OA: Matteo Pretelli su Qualestoria, rivista di storia contemporanea Vol. XLIX, n. 2/2021; Amy King su H-Net: Humanities & Social Sciences OnlineNoelle Turtur sul sito web del George L. Mosse Program in History (University of Wisconsin–Madison).
Delle numerose presentazioni sui canali Youtube, ci limitiamo a segnalarne due: sul canale CIZM-NYU, e sul canale del National WWII Museum.

Deborah Barton: Writing and Rewriting the Reich: Women Journalists in the Nazi and Post-War Press, Toronto: University of Toronto Press, 2023. Pp. 384, EISBN: 978-1-4875-4736-3.
Writing and Rewriting the Reich offre una storia completa delle giornaliste tedesche durante il periodo nazista, attraverso il racconto della complessa storia delle giornaliste, sia outsider che insider, nella stampa tedesca degli anni nazionalsocialisti e del dopoguerra. Dal 1933 in poi, le autorità della stampa nazista apprezzarono le giornaliste come mezzo per influenzare il pubblico attraverso il fascino e la sottigliezza, piuttosto che con l’intimidazione o il linguaggio militante. Deborah Barton rivela che, nonostante il profondo sessismo insito nella stampa nazista, alcune donne riuscirono a sfruttare il divario tra la retorica di genere e la realtà per intraprendere carriere di rilievo sia nel mondo delle notizie soft che in quello delle notizie hard. Basato sui dati raccolti su oltre 1.500 giornaliste — una serie di fonti tra cui atti editoriali, registri di appartenenza ad associazioni di stampa, corrispondenza personale, giornali, diari e memorie — il volume descrive le opportunità professionali aperte alle donne durante l’era nazista, il loro contributo di genere agli obiettivi della stampa e della propaganda nazista e i modi in cui le loro esperienze nel Terzo Reich si rivelarono utili nella Germania divisa del dopoguerra. […] Affrontando l’influenza a lungo termine delle giornaliste, Writing and Rewriting the Reich mette in luce alcune delle questioni più salienti sulla natura della propaganda nazista, sulla rappresentazione della violenza in tempo di guerra e sulla memoria storica.
Indice e riassunto dei capitoli sulla piattaforma Jstor; anteprima su Amazon.
Intervista sul sito della University of Waterloo (CA-USA). 
Una recensione OA di Christina Obolenskaya sul blog della London School of Economics and Political Sciences.

Sandra McGee Deutsch: Gendering Antifascism: Women’s Activism in Argentina and the World, 1918–1947, Pitt Latin American Series. Pittsburgh, PA: University of Pittsburgh Press, 2023. EISBN: 978-0-8229-8996-7.
La lunga resistenza delle donne argentine all’estrema destra, alla tirannia e al militarismo, culminato nella Junta de la Victoria, un gruppo organizzatosi in seguito all’invasione tedesca dell’Unione Sovietica, in sfida al governo argentino neutralista e filo-Asse. Un gruppo di cucito e maglieria che forniva indumenti e forniture per gli eserciti alleati nella seconda guerra mondiale, la Junta de la Victoria era un’associazione politica che mobilitava le donne nella lotta contro il fascismo. Senza una specifica autocaratterizzazione quale femminista, l’organizzazione promuoveva i diritti politici e la visibilità delle donne ed attrasse cinquantacinquemila membri. La Junta coinvolse politicamente le donne di diverse circoscrizioni argentine in un esperimento senza precedenti di pluralismo, costruzione di coalizioni e lotta politica. Sandra McGee Deutsch si avvale di questo gruppo locale ma con una mentalità internazionale per esaminare questioni più ampie.
Indice e riassunto dei capitoli sulla piattaforma Jstor; anteprima su Amazon.
Recensione di Donna J. Guy su E.I.A.L., Vol. 35, n.1/2024; María Silvia Leoni su Folia Historica del Nordeste, Vol. 49/2024.
Presentazioni e interviste su canali Youtube: LAJSA – Latin American Jewish Studies AssociationNational Endowment for the Humanities.

Concludiamo con l’unico articolo presente in questa rassegna bibliografica, di Sandra Blasco Lisa: El Comité Mundial de Mujeres contra la Guerra y el Fascismo y sus relaciones con EspañaHistoria y Política, Vol. 51/2024: Historia Social de la Guerra Civil y la Postguerra españolas. 
L’articolo analizza la creazione del Comité Mundial de Mujeres contra la Guerra y el Fascismo e le sue relazioni con le donne antifasciste spagnole. Propongo di pensare storicamente le implicazioni del movimento antifascista femminile evidenziando le reti di scambio create durante il primo terzo del secolo, specialmente negli Anni Trenta, che confluirono nel Comité de Mujeres contra la Guerra y el Fascismo e che furono fondamentali nella resistenza civile davanti al colpo di stato del luglio 1939 (dal riassunto dell’articolo, DOI: https://doi.org/10.18042/hp.2024.AL.06 ).

Nota: La Voce delle donne fu una rivista mensile in lingua italiana del “Comitato mondiale delle donne contro la guerra e il fascismo” pubblicato a Parigi nel 1936. Ne ho reperito un solo numero. Probabilmente il nome è ispirato da La voce delle donne. Giornale Scientifico Politico Letterario, edito bisettimanalmente tra il 1865 e il 1867 a Parma e conservata nella Biblioteca Palatina di Parma (fonte: https://www.youtube.com/watch?v=2a-3MWvmR5c). Ritroviamo il nome nella rivista edita da “Soroptimist International d’Italia” La Voce delle Donne – Soroptimist News.

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Articolo di Rosalba Mengoni

Rosalba Mengoni 400x400

Laurea magistrale in Storia e Società, il suo principale argomento di studio riguarda l’interazione fra l’essere umano e il territorio. Collaboratrice tecnica all’Isem – Istituto di storia dell’Europa Mediterranea del Cnr, è nel comitato di redazione di Rime, la rivista dell’Istituto e fa parte del gruppo di lavoro sulla comunicazione. Cura la Bibliografia Mediterranea pubblicata sul sito istituzionale http://www.isem.cnr.it

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