Shen Shou e l’arte del ricamo

Storie di fili che si intrecciano per lasciare segni nel tempo. Linguaggi altri, simboli di creatività e arte. Donne ingegnose, capaci di produrre lavoro e bellezza. Questa è la storia di Shen Shou e dei suoi “ricami realistici”Raqm è la parola araba che dà origine al termine “ricamo”. È il segno che l’ago lascia sulla stoffa attraverso l’intreccio di fili, una testimonianza preziosa di un’attività popolare che sicuramente ha avuto origine dall’elaborazione di punti utili per l’unione di pelli e teli vegetali. Un’attività molto antica, trasmessa oralmente, definita nei dizionari come «l’arte di lavorare disegni ornamentali e in rilievo con fili di seta, lana, cotone, oro, argento, e altri materiali, su qualsiasi tessuto, con un ago».

Da noi, in Italia, il ricamo nasce come una delle espressioni della cultura saracena. Non a caso la prima scuola di ricamo ha sede a Palermo. Ma le prime tracce di quest’arte in Occidente risalgono all’antico Egitto, dove veniva utilizzato per decorare le vesti dei Faraoni. Riferimenti frequenti al ricamo sono presenti nell’Iliade e nell’Odissea. Virgilio, nell’Eneide, menziona una veste sontuosa decorata con bordi porpora ricamati, mentre gli antichi testi ebraici alludono a disegni in oro su un ephod, una veste fatta per Aronne, un’insegna di vittoria venerata perché sono le dita materne a tessere e ricamare gli abiti. 

Il ricamo ha viaggiato, dunque, da una parte del mondo all’altra, da un Paese all’altro, da una popolazione all’altra. Sempre considerato prezioso e meraviglioso, è stato associato alle spoglie di guerra e agli abbellimenti di dèi e capi. 

La sua importanza è cresciuta con la cristianità, attraverso monasteri e conventi ricamare diventa quasi una scienza. Tra l’XI e il XII secolo, i conventi hanno il compito di insegnare quest’arte alle giovani dame di nobile nascita. I simbolismi dei lavori di Chiesa, la Croce, il volto di Cristo, la Vergine Maria e gli Apostoli, venivano realizzati con molto filato dorato, che proveniva principalmente dalla Cina o da Cipro.

La maggior parte degli studi storici concorda però sul fatto che il ricamo abbia avuto origine proprio in Cina, dove diventa fiorente e molto elaborato. La Cina conosceva e utilizzava la seta, dono degli dèi, già dal 1200 a.C. Infatti, proprio perché l’arte del ricamo è tra i mestieri artigianali tradizionali più rappresentativi della Cina, durante ogni dinastia, una diversa zona del territorio si è distinta per la tessitura e il ricamo della seta, con un proprio stile caratteristico e originale. Esistono quattro principali tipologie di ricamo: il Su è dettagliato e aggraziato, il ricamo Yue è caratterizzato da motivi festivi e di buon auspicio, il Xiang ricrea atmosfere audaci, mentre il Shu è allegro e colorato.

Il ricamo Su Su Xiu è stato creato intorno alla città di Suzhou (Jiangsu). È una delle tecniche più antiche del mondo ed è il tipo di arte più rappresentativa del ricamo cinese. Ha una storia di oltre 2.000 anni ed è un’importante forma di artigianato nella storia dell’arte cinese e dei costumi locali. Durante la dinastia Ming, il ricamo di Suzhou divenne un’attività popolare, quasi tutte le famiglie ricamavano. Non solo, fu fondato un ufficio imperiale per supervisionare la tintura, la tessitura e il ricamo ad uso di corte. Durante la successiva dinastia Qing (1644-1912 d.C.), Su Xiu raggiunse il suo periodo di massimo splendore. Era la forma d’arte più popolare per l’abbigliamento reale e la decorazione murale. All’inizio del XX secolo, tale industria entrò in declino. Solo con la fondazione della nuova Cina, il governo creò l’istituto del ricamo di Suzhou e aprì appositi corsi di formazione. I soggetti tradizionali del ricamo Su Xiu riflettono i personaggi e l’ambiente naturale, una combinazione tra cultura cinese e cultura occidentale.

In questo contesto si inserisce l’opera di Shen Shou, una ricamatrice, artista, imprenditrice, durante il tardo periodo Qing e l’inizio dell’età repubblicana. Con lei il ricamo si trasforma da un passatempo femminile in un mestiere, che permetteva alle lavoratrici e alle loro famiglie di vivere e mantenersi. Il suo stile inconfondibile combinava tecniche tradizionali a gusto e soggetti internazionali, portando perciò il ricamo cinese nella modernità.

Nasce a Shen Yunzhi nel 1874, nella provincia di Jiangsu, nella Cina orientale. Impara rapidamente a ricamare con le sue sorelle da bambina. Diventata abbastanza abile da vendere i suoi lavori per aiutare e sostenere la famiglia, Shen sposa a vent’anni Yu Jue, un funzionario molto colto. Il matrimonio le dà la stabilità finanziaria per dedicarsi a migliorare la sua tecnica e creare l’arte del ricamo. Sarà aiutata dal marito anche nella pittura letterata e nella calligrafia, oltre che nei contatti con ricchi mecenati a cui vendere le proprie opere. Viene riconosciuta per la prima volta per il suo talento nel 1904, quando crea otto ricami raffiguranti ciascuno degli otto immortali cinesi da presentare all’imperatrice madre, Cixi, come regalo di compleanno. Cixi rimane così colpita dal talento di Shen da darle la direzione della Sezione del Ricamo presso il Ministero dell’Agricoltura, dell’Artigianato e del Commercio, oltre che nominarla insegnante di ricamo per le donne di corte. L’imperatrice lungimirante, che accompagnerà il suo Paese verso le novità del moderno, renderà famosa Shen. Da qui l’inizio di viaggi e conoscenze che la porteranno in Giappone e in Europa per saperne di più sulle pratiche di ricamo locali. La modernizzazione del ricamo cinese è per lei possibile grazie alla sintesi mirabile tra stili e tecniche “artistiche” che aveva imparato all’estero, mantenendo però la tradizione cinese. Anzi, la sua ascesa nella popolarità internazionale ha contribuito a portare l’arte cinese sulla scena mondiale e a influenzare la percezione globale della Cina. Mentre stava rapidamente diventando un’artista di spicco in Cina, attira l’attenzione del politico Zhang Jian, che diviene il suo principale benefattore e mecenate. 

Nel 1911, Shen Shou e suo marito si trasferiscono a Tianjin, dove aprono una scuola di artigianato femminile. Zhang Jian ha aiutato Shen a fondare l’istituto, per garantire che la sua abilità avesse un futuro. È Shen che crea un curriculum formativo per ricamatrici, nel quale sono presenti molte forme d’arte, tra cui pittura e letteratura. I suoi metodi di insegnamento invitano a trarre ispirazione dalla vita, a creare ricami naturali e realistici. 

Lo stile unico di Shen Shou è conosciuto come Xuehuan. I suoi pezzi, i “ricami realistici”, sono noti per assomigliare ai dipinti, un effetto ottenuto attraverso vari punti che creano gradazioni di colore naturali. L’ascesa di Shen come artista avviene in un momento di modernizzazione, in cui la Cina conosce profondi cambiamenti politici, sociali ed economici. Il ricamo in questo periodo si trasforma da mestiere femminile in una forma d’arte elevata, con importante valore economico. Anche questa è una rivoluzione culturale e sociale che fa di Shen Shou una geniale e intraprendente artista.

Nel 1909 Shou espone un ritratto, La regina italiana, alla Nanjing South Seas Exhibition, la prima fiera mondiale in Cina. Il ritratto, dono a re Vittorio Emanuele III, vince il primo posto alla mostra. Simile al successivo Ritratto di Cristo, anche questo ricamo, con la sua colorazione naturale e la rappresentazione realistica, sottolinea come il lavoro prezioso delle mani femminili diventi campo di conoscenza nella vita quotidiana delle donne cinesi che attraversano due mondi, dall’età tardo imperiale alla prima repubblica. Ma è soprattutto la sua opera più nota, Ritratto di Cristo, che rende Shen una ricamatrice cinese innovativa. Si basa sul dipinto a olio del pittore barocco Guido Reni, raffigurante Cristo con le spine.

Quest’opera d’arte è un esempio chiaro di “ricamo realistico”. Sono presenti più di cento tonalità diverse in tutto il pezzo, una ricchezza di colori sottili capaci di creare ombre ed effetti di luce. Esposto per la prima volta all’Esposizione Internazionale Panama – Pacifico nel 1915, vince la medaglia d’oro. Ancora una volta, l’artista ricamatrice Shen Shou, che verrà a mancare nel 1921, rende un unicum questa commistione tra antico e novità tecniche della modernità, dando il suo contributo personale e originale all’arte del ricamo, dal 2006 patrimonio culturale immateriale Unesco della Cina. 

Qui il link alle traduzioni in francese, spagnolo e inglese.

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Articolo di Vera Parisi

Insegna Filosofia e Storia al Liceo Scientifico Dell’IIS Matteo Raeli di Noto. È referente dei progetti PTOF Toponomastica femminile – Sulle vie della parità ed Educazione relazionale-affettiva e C.I.C. Parte del gruppo Noto/Avola di T.f, è attualmente interessata alle tematiche relative alla comunicazione relazionale, alla cittadinanza attiva e alle pari opportunità, sulle quali svolge il ruolo di formatrice.

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