Agosto a San Vincenzo

Dalla nascita ai 16 anni ho sempre passato le vacanze estive a San Vincenzo, in provincia di Livorno, dove i nonni prendevano in affitto una casa, con un bel terrazzo abitato da una simpatica tartaruga. Le manovre del trasferimento iniziavano per tempo perché la nonna Raffaella inviava, tramite ferrovia, un baule con quanto ci poteva servire per la permanenza; si partiva poi con il treno, i nonni da Pontedera, la mamma e io da Montecatini. Il mio babbo ci avrebbe raggiunto per brevi periodi. Il primo ricordo che mi viene in mente è la stazione ferroviaria di San Vincenzo che era, a differenza di quelle attuali, pulita, graziosa e accogliente: c’era un bar all’aperto dove le persone si fermavano volentieri a bere qualcosa e a chiacchierare, circondate da fiori e piante, ma c’era soprattutto una vasca con i pesci rossi che mi attirava parecchio.

Ogni mattina la nonna andava presto a scegliere la migliore frutta e verdura al vicino mercato; erano prodotti d’eccellenza che arrivavano direttamente dalle fattorie nelle campagne circostanti. Avete presente le “pesche spicche”? Ora non si trovano quasi più. Sono quelle grosse, belle tonde, dolci e succose, che alla pressione delle dita di spaccano in due rivelando un cuore rosso, intorno al nocciolo. Sulla nostra tavola non mancavano mai, insieme ai pomodori ripieni di tonno e maionese, piatto estivo per eccellenza. Il pesce si comprava a due passi, nella pescheria della Masina, che era la proprietaria della casa dove alloggiavamo; era una bella donna, dai capelli biondi mossi, che ovviamente indossava sempre il grembiule di gomma e zoccoli ai piedi, ma aveva un tale portamento da sembrare elegante. Aveva un figlio e una figlia adolescenti, anche loro slanciati e di bell’aspetto, che talvolta mi baloccavano e mi portavano a giocare con una cucciolata di micini che tenevano nel cortile retrostante.
Fatta una rapida colazione con il tè, la mamma mi preparava e andavamo a piedi al mare, al Bagno Nettuno, una specie di palafitta in legno tinta di celeste, piuttosto rustica secondo i canoni di oggi. Lì trovavo le mie amiche del cuore che, di anno in anno, crescevano insieme a me: Paola che veniva da un paese sul Lago Trasimeno, Lucia da Firenze, Susanna da Poggibonsi. Ma c’era anche una ragazzina di poco più grande che mi piaceva tanto e mi faceva divertire; si chiamava Fernanda ed era una brava nuotatrice. La cosa che mi colpiva era la sua merenda: la mamma le portava sulla spiaggia una vaschetta di pomodori maturi interi, da mangiare a morsi; a me sembrava un cibo piuttosto bizzarro e poco appetitoso, mentre magari passavano il bombolonaio che aveva nel cesto fragranti ciambelle fritte oppure il venditore di cocco che richiamava con il grido: «Cocco, cocco fresco!». 

Quando ero piccola Fernanda, che avevo rinominato Nanda, mi faceva un po’ da mammina e mi controllava da vicino perché io avevo una passione per gli zoccoli: allora, negli anni Cinquanta-Sessanta, usavano proprio quelli di legno belli pesanti e rumorosi, con il tacchetto per le donne. Quando li trovavo abbandonati sotto gli ombrelloni li prendevo, felice, e scappavo annunciando: «Còccoli, Nanda!» Lei allora mi doveva rincorrere per riportare il maltolto alla proprietaria o al proprietario, scusandosi per il breve furto.
Ogni tanto veniva al bar del Bagno il nonno, un intellettuale vecchia maniera, che indossava camicia a mezze maniche, pantaloni lunghi, sandali in pelle, cappello di paglia; si fermava a conversare amabilmente con qualche suo coetaneo, senza metter piede sulla sabbia. A me sembrava piuttosto vecchio, ma in realtà era diventato nonno a 55 anni! La nonna invece adorava il sole: stava per ore con la schiena rivolta ai raggi più cocenti, per motivi di salute; non indossava il costume, ma abiti di cotone fatti cucire dalla sarta con una apertura lunghissima sul dietro. Diventava talmente nera da scambiarla con una africana. La mamma non era una grande amante dell’acqua né dell’abbronzatura, certo mi doveva seguire e far giocare, ma con scarsa passione. 

A me il mare è sempre piaciuto e, anche da giovane e poi da adulta, ho privilegiato i soggiorni marini: in Italia ho visitato praticamente ogni località, dalla Versilia alla Romagna, dalla Puglia alla Calabria, dalla Sicilia alle isole minori, ma poi il luogo del cuore è diventata la Sardegna, dove, da felice pensionata, mi trattengo da giugno a settembre. Proprio stamani, in questa bollente estate 2025, ho fatto il primo bagno alle 9,20, il secondo alle 10, il terzo alle 11…

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Articolo di Laura Candiani

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Ex insegnante di Materie letterarie, pubblicista, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate a Pistoia e alla Valdinievole. Ha curato il volume Le Nobel per la letteratura (2025).

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