Ersilia Caetani Lovatelli, archeologa e salonnière

Nata il 12 ottobre 1840 a Roma, figlia primogenita di Michelangelo Caetani, principe di Teano e poi duca di Sermoneta, e di Callista Rzewuska, di nobile famiglia polacca, Ersilia crebbe in un ambiente particolarmente ricco dal punto di vista culturale e sociale. La passione per lo studio fu alla base della sua educazione, ereditando dal padre l’amore per i classici italiani e per la politica liberale, mentre dalla madre l’interesse per la letteratura classica e per il mondo antico.

Ritratto della giovane Ersilia

Le perdite, avvenute in giovane età, prima della mamma e, in seguito, della sua governante scatenarono in lei un dolore molto profondo, che colmò con l’attaccamento verso il padre e con una grande dedizione all’istruzione.
Presto si applicò, infatti, nella conoscenza del greco, del latino, del sanscrito, del francese, dell’inglese e del tedesco mediante la guida di Ignazio Guidi e Luigi Maria Rezzi. Ciò le permise, sin da giovanissima, la lettura e l’apprendimento dei libri della biblioteca di famiglia. Inoltre, gli amici paterni intellettuali — assidui frequentatori del palazzo — del calibro di Giovan Battista De Rossi, Theodor Mommsen, Ferdinand Grogorovius, Rodolfo Lanciani e Carlo Ludovico Visconti, ne orientarono il percorso formativo, rendendola un’esperta di monumenti figurativi e di epigrafi. Nel corso della sua esistenza ebbe anche altri interessi, come la filologia e la bibliofilia, in cui fu altrettanto competente.
Nel 1859, a 19 anni, Ersilia sposò il conte Lovatelli, dal quale ebbe poi due figli e tre figlie, acquisendone il cognome e il titolo di contessa. Assieme al marito, nella loro residenza ubicata nel quartiere del Ghetto Ebraico a Roma, nota come Palazzo Lovatelli — costruito nel 1580 da Gianfilippo Serlupi e attualmente visitabile — teneva riunioni con amici e amiche, estimatori/trici e persone curiose. Questi “salotti” divennero presto un vero e proprio punto di riferimento culturale e godettero della partecipazione di ospiti di grande valore: da Giosuè Carducci a Ferdinando Martini, da Domenico Gnoli a Gabriele D’Annunzio. Lo scopo era quello di riprendere una tradizione di famiglia e di dare origine a un luogo in cui far incontrare esponenti della nuova classe dirigente liberale, membri dell’aristocrazia romana, mondo ecclesiastico, intellettuali italiane/i ed europee/i.

Palazzo Lovatelli

Durante questi ritrovi venivano affrontate anche tematiche sociali e politiche, quali la crescita del ruolo della donna nella cultura italiana, la formazione di una classe politica innovatrice e l’emergere di spazi originali che avrebbero cambiato il volto di Roma.
Grazie alla sua variegata e ricca formazione, nel 1864 Ersilia divenne membro onorario dell’Istituto di Corrispondenza Archeologica di Roma e dell’Imperiale Istituto Archeologico Germanico. Nel 1876, la nobildonna cominciò una fitta corrispondenza con Domenico Comparetti — papirologo e filologo — e con Franz Cumont, studioso e amico stretto del marito. Due anni dopo, per la prima volta decise di pubblicare un suo saggio: L’Iscrizione di Crescente, auriga circense, sul Bollettino Archeologico Comunale. Lavoro sicuramente di non facile comprensione, ma che si caratterizza per la sua forma precisa ed elegante e per aver contributo alla conoscenza della quotidianità degli aurighi nell’antica Roma.

Accademia dei Lincei

Il 15 maggio 1879, grazie a Quintino Sella, acquisì il titolo di prima donna eletta socia nella prestigiosa Accademia dei Lincei, fondata nel 1603 da Federico Cesi, che vantava nei secoli iscritti di eccezionale livello, come Galileo Galilei. Durante questo periodo, Ersilia si trovò a dover affrontare un altro lutto: la perdita del marito. Il dolore che provò la spinse ancora di più a concentrarsi nello studio, in particolare in quello dell’instrumentum domestico, degli usi, dei costumi religiosi e dei giochi circensi.
Da intellettuale poliedrica quale era, Ersilia non fu appassionata solo di archeologia, ma si interessò anche di aspetti sacri e profani riguardanti l’antica Roma: vita quotidiana, abbigliamento, arte musiva, leggende e tradizioni, iscrizioni tombali, topografia, culti, rituali, cerimonie e pratiche pagane e cristiane; lesse libri di poeti e filosofi antichi e scrisse sulle tecniche archeologiche praticate “sul campo”.

Thànatos (1888)

Il suo testo più noto fu Thànatos (1888), un trattato archeologico, epigrafico e filosofico che illustra la morte dal punto di vista della cultura greca e romana. Precisamente l’opera racconta di Emilio, un giovane medico, che si trova coinvolto in una serie di misteriosi omicidi nella Roma di fine Ottocento, esplorando le seguenti tematiche: la malattia mentale, la corruzione e la fine dell’esistenza umana.
Oltre a quello linceo, Ersilia ricevette riconoscimenti da diversi istituti accademici: l’Accademia Pontaniana di Napoli, l’Accademia di San Luca, la Reale Accademia di scienze, lettere e arti di Modena, la Società Reale di Napoli, la Societé nationale des antiquaires de France e l’Accademia della Crusca. Nel 1894 le fu conferita la laurea honoris causa dall’Università di Halle e diventò socia dell’Alterthums Gesellschaft di Königsberg, dell’Ateneo di scienze, lettere e arti di Bergamo, dell’Österreichisches Archäologisches Institut di Vienna e della Reale Accademia di Palermo.
Scrisse pure Passeggiate nella Roma antica (1909) e Aurea Roma (1915), due raccolte di saggi e contributi dedicate alla topografia della capitale; collaborò con riviste come Nuova Antologia e Fanfulla della Domenica; fu divulgatrice di usi e costumi antichi; allestì con estremo scrupolo una biblioteca di oltre 6.000 volumi che, alla sua morte, fu donata all’Accademia dei Lincei. Fu anche solita curare sia dal punto di vista tipografico che ornamentale i propri scritti, i quali apparivano simili «a piccole pietre incise da antico bulino, incastonate in cornici di sobrio e perfetto lavoro».
Donna dalle innumerevoli doti, non si dedicò esclusivamente all’attività culturale, si impegnò infatti nel sociale e nella politica: nel 1896 prese parte a un comitato di signore romane per la liberazione dei prigionieri italiani in Africa a seguito della disfatta di Adua; nel 1909 agì a sostegno della candidatura alla Camera dei deputati del suo amato nipote Leone.

Ersilia Caetani Lovatelli

Ersilia Caetani Lovatelli si spense il 22 dicembre 1925 a Roma, all’età di 85 anni. Dopo la sua dipartita, fu la figlia Calista a occuparsi dell’edizione postuma delle sue opere.

Tra le varie testimonianze riguardanti Ersilia, troviamo un ritratto a grafite conservato presso la Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte di Palazzo Venezia in Roma. L’opera d’arte risulta essere firmata dal pittore Franz Johann Heinrich Nadorp e sembra trattarsi di un disegno inedito raffigurante una giovane Caetani di appena 14 anni. Sono conservate inoltre varie epistole autografe della contessa: due di esse sono datate rispettivamente 21 agosto 1875 e 28 febbraio 1878 e hanno come destinatario il dottor Dario Bertolini, frequentatore del salotto Lovatelli e studioso di epigrafia romana. Le altre lettere sono destinate a Raniero Gnoli (ora depositate presso la Biblioteca Angelica di Roma), che confermano la presenza di intellettuali di fama durante gli incontri che si svolgevano nella sua abitazione. Meno note, ma non per questo poco importanti, sono le due missive che la contessa indirizzò al senatore Tabarrini: nella prima, risalente al 1889, Ersilia esprimeva gratitudine per il parere positivo su un suo scritto e chiedeva di proporre un nuovo archivista del Senato; la seconda, scritta nel 1894, rappresentava anch’essa un ringraziamento per le «graziose e classiche parole di congratulazioni». Infine, l’ultimo scambio di cui siamo a conoscenza è quello tenutosi con lo storico Christian Hulsen dove si parlava di una donna di salute cagionevole, descritta come «bella, giovane, gentile», di cui Ersilia chiedeva sempre aggiornamenti.

Lettera per il senatore

Nel 2015 la casa editrice flower-ed ha pubblicato per la prima volta il volume Il Salotto di Ersilia, con l’obiettivo di diffondere e valorizzare gli scritti della contessa Caetani Lovatelli in formato digitale. Una interessante iniziativa per celebrare questa grande donna è stato l’incontro gratuito per docenti — facente parte del ciclo Città delle donne. Tra professione e dilettantismo — a cura di Eleonora de Longis organizzato il 30 gennaio 2020 presso il secondo polo dei Musei Capitolini, a Roma, dal titolo Ersilia Caetani Lovatelli, archeologa e salonnière. Ai primi dello stesso mese le fu intitolato il tratto della Strada Statale Pontina che va da Roma a Terracina.

***

Articolo di Ludovica Pinna

Classe 1994. Laureata in Lettere Moderne e in Informazione, editoria, giornalismo presso L’Università Roma Tre. Nutre e coltiva un forte interesse verso varie tematiche sociali, soprattutto quelle relative agli studi di genere. Le sue passioni sono la lettura, la scrittura e l’arte in ogni sua forma. Ama anche viaggiare, in quanto fonte di crescita e apertura mentale.

Lascia un commento