La presenza di figure femminili nella memoria storica di Francavilla

Tante sono le figure femminili di Francavilla Fontana da far emergere dall’ombra, da studiare, da ricordare, fra cui, per esempio, Data di Adimari, feudataria nel 1336, vedova di Guglielmo Antoglietta, a cui fu confermata la donazione del primo nucleo del Casale di Villa Franca, in seguito tramutato in Francavilla. Oppure Brigida Grimaldi, madre, e Pellina Grimaldi, moglie del principe Andrea Imperiali, che attuarono le sue ultime volontà dettate nel 1678. Edificarono la chiesa di San Sebastiano e il convento, che è stata la prima scuola pubblica tra le più importanti di Puglia. E ancora Eleonora Borghese, moglie di Michele IV Imperiali, che dopo il terrificante terremoto del 1743 «girò con le sue dame per tutta la notte aiutando e soccorrendo i bisognosi». Per la ricostruzione della chiesa le donne del popolo «si toglievano e donavano orecchini, collane d’oro e medaglie d’argento».

Castello Imperiali, Francavilla Fontana

Nella città di Francavilla Fontana le targhe delle vie che riportano il nome di una donna non sono molte, ma costituiscono il riconoscimento del lavoro svolto dalla Commissione comunale toponomastica che, presieduta con tenace determinazione dall’assessore Sergio Tatarano, ha affermato un nuovo orientamento. Nella intitolazione di strade, piazze e luoghi pubblici si è sancita la parità di genere: è stata una novità assoluta e non solo per Francavilla, ma lo potrà essere, sempre più, grazie al ruolo delle istituzioni e alla partecipazione delle scuole e della città. Dobbiamo apprezzare con nettezza il ruolo essenziale svolto dal 1°, 2° e 3° Comprensivo che, con impegno e passione, hanno stimolato docenti e studenti a un accurato lavoro di ricerca.
Alla poeta Teresa Resta è dedicata una delle sale della Biblioteca Comunale.
Una delle strade più lunghe e importanti è dedicata a Irene Delfina di Simiana, sposa di Michele III Imperiali. La via ha preso nome di Via Simeana.

Ricordiamo poi Francesca Forleo-Brajda, pittrice, vissuta tra il ‘700 e ‘800, fu sin dalla fanciullezza più incline allo studio delle belle arti che alle faccende domestiche. I primi dipinti segnarono una grande novità per quell’ambiente sociale e culturale fortemente arretrato.

Dipinto di Francesca Forleo Brajda, Il battesimo di Cristo
Dipinto di Francesca Forleo Brajda, Rinvenimento di Maria Ss.ma della Fontana

Carmela Brost, viscontessa di origine spagnola, sposò il capitano dei Veliti a cavallo Giosuè Forleo che fu sindaco di Francavilla nel 1832. Si dedicò alla beneficenza sia verso i poveri e sia verso la edificazione di chiese.
Addolorata Spagnolo, cattolica militante, prima consigliera e assessora comunale. Eletta nel 1960 nelle file della Democrazia Cristiana. È stata testimonianza e impulso per l’emancipazione femminile.
Altre vie sono intitolate a figure di rilevanza nazionale o internazionale come Grazia Deledda, Maria Montessori, Madre Teresa di Calcutta, Ada Negri.

Negli itinerari pomeridiani in Francavilla Fontana, nei giorni 11 e 12 ottobre 2024, tenuti nell’ambito del 13° Convegno nazionale di Toponomastica femminile, abbiamo presentato diverse figure femminili per troppo tempo ignorate. La partecipazione democratica della città ha portato all’intitolazione dei viali interni alla Villa comunale. L’affermazione dell’uguaglianza di genere è una realtà. Oggi nello stesso luogo sono presenti storie e testimonianze di vita che hanno non solo guardato ma hanno concretamente costruito il futuro. Quel futuro che è il nostro presente. Oggi entrare in villa non è soltanto portare bambini e bambine a giocare, a fare sport o assistere agli spettacoli, ma può essere un viaggio in un coro di voci che raccontano storie che ci arricchiranno sul piano storico, culturale e umano. Ogni viale è un tassello di quel variegato mosaico che è la nostra identità e che incoraggia tutte e tutti a operare e a essere laboriosi. Una comunità in cui tante donne, con passione, hanno creato nel mondo dell’arte, della poesia, nel settore economico, nel campo sociale, dove con amore hanno dato concretezza alla solidarietà. Le abbiamo conosciute tra i viali della villa che è il più ampio luogo della memoria. Una memoria viva di persone impegnate con tale convinzione sino al punto di offrire la propria vita: pensiamo a Renata Fonte, una delle donne del territorio ricordate, insieme a Cosima Vellotti, Caterina Barbaro Forleo, Lillina Schiavone. Anna Campanella, Paola D’Ambrosio, Palma Gallone, Maria Fontana Chianura, Lucia Chirico e Irene Fanelli.

Fra gli altri, importante lo spazio verde dedicato alle 21 madri costituenti, deciso dal consiglio comunale che all’unanimità ha approvato la mozione presentata da sei donne consigliere comunali.
L’onomastica della villa comunale di Francavilla Fontana testimonia e lancia un messaggio: la nobiltà dell’impegno politico e civile. La commissione Pari opportunità può organizzare, unitamente agli istituti scolastici, delle visite guidate per far conoscere le figure presenti e il loro percorso di vita che può essere di esempio per tutti.
Senza dimenticare che i nomi scritti, sino a oggi, nelle sue pagine sono pochi, e dobbiamo tenere impresso nella mente che siamo culturalmente eredi di una immensa marea di donne ignote, che non avranno mai strade intitolate, ma che hanno graffiato il cielo per vivere in un sistema patriarcale che le ha sfruttate in duri lavori, negando loro ogni dignità.
Donne che nella storia hanno sostituito gli uomini divenendo il pilastro delle famiglie, della economia e della società. Come è avvenuto nella Prima e Seconda guerra mondiale.
Addette alla casa — le case non erano palazzi ma fatte di terra con i tetti a canniccio — le donne crescevano i figli come potevano, ma non solo, lavoravano nei campi, nelle masserie, erano tessitrici. A squadre mondavano il grano dalle erbacce, curve per tutto il tempo, raccoglievano le olive nel freddo e nel gelo, coltivavano il tabacco: lo piantavano, lo sarchiavano, lo raccoglievano all’alba, lo infilzavano, lo essiccavano. Centinaia sono state le tabacchine ingaggiate negli stabilimenti per la lavorazione dei tabacchi.
Nei magazzini per la lavorazione e il confezionamento dei fichi secchi — di cui Francavilla è stato importante centro commerciale — hanno operato le nostre nonne. Dopo, con i vigneti per uva da tavola, centinaia hanno lavorato e confezionato le cassette d’uva spedite in tutta Europa. Sino alle camicerie dei tempi più recenti.
Sono state la nostra classe operaia.
Approfondire le vicende umane e lavorative di donne singole o impegnate in gruppo può aiutarci a costruire una biblioteca aperta, dove invece dei libri vi sono narrazioni di vite vissute da condividere con le nuove generazioni. Se vogliamo comprendere e valorizzare il ruolo e lo spirito nuovo delle donne che si sono liberate dalle catene del mondo arretrato e culturalmente soffocante, dobbiamo tenere presente l’intero e complesso ambiente in cui hanno vissuto per secoli.
Senza enfatizzare nulla, muoviamo dal fatto che i nomi non sono un semplice elenco ma rappresentano l’identità complessiva della comunità francavillese e nazionale.

In copertina: Francavilla Fontana, Castello Imperiali.

***

Articolo di Alessandro Rodia

Ha documentato e raccontato, attraverso la macchina fotografica, gli aspetti peculiari del paesaggio pugliese come le masserie e gli ulivi monumentali, ma anche il duro lavoro femminile nella raccolta delle olive e della coltivazione del tabacco. Attualmente in pensione, alimenta la passione per la ricerca storica, che si è concretizzata nella pubblicazione di vari volumi, utili per la conoscenza della storia locale.

Lascia un commento