«Non voglio più sentirmi dire stai zitta», Giorgia Soleri.
«Le “brave bambine” che provano ad alzare la testa e cambiare le cose vengono insultate, derise, zittite, escluse e vanno a letto guardando in faccia il loro senso di colpa per non essere state quello che tutti si aspettavano da loro. Non so se basterà una generazione per spezzare le implicazioni del passato che ci abita, ma so che la prima cosa da fare è non restare in silenzio», Julia Elle.
Inizia con questo primo articolo un piccolo viaggio per scoprire e riscoprire alcune delle band e delle musiciste e cantanti più interessanti del panorama rock, punk, pop-rock, metal, rap. Prima di cominciare questo excursus sulla musica alternativa femminista, è doveroso il mio ringraziamento di cuore alle sorelle femministe e amiche Barbara Maran di Femminismo plurale e Katia Menchetti, coordinatrice del movimento Se non ora, quando? di Lodi, a cui devo l’idea e senza le quali non avrei mai scritto questa serie di articoli.
Le donne hanno sempre scritto e suonato grande musica, quotidianamente ascoltiamo le bravissime e eccezionali star nazionali e internazionali come Annalisa, Ariana Grande, Christina Aguilera, Lady Gaga, Alanis Morissette, Anouk, Dua Lipa, Elisa, Giorgia, Laura Pausini, Emma, Cher, Madonna, Elodie, Baby K, Jennifer Lopez (attrice anche in film assolutamente da vedere per noi femministe e disertori del patriarcato come Enough-Via dall’incubo e Bordertown, forte denuncia sui terribili femminicidi in Messico), Jamelia, Kylie Minogue, la mitica Victoria dei Maneskin, le voci indimenticabili di Mia Martini (su tutte i capolavori Gli uomini non cambiano e Donne), Tina Turner (da vedere il bellissimo film Tina, che denuncia le violenze subite), Dolores O’ Riordan, Amy Winehouse, Janis Joplin, le fortissime cantanti dance come La Bouche, Gillette dei 20 Fingers, Haiducii, le DJ come Renèe La Bulgara e le grandiose artiste della musica rap, r’n’b e hip hop con addirittura la super modella Naomi Campbell, che pubblicò un disco assolutamente da riscoprire dal titolo Baby Woman.
Una delle cose più importanti e belle è che la musica al femminile è sempre stata portatrice di importanti iniziative sociali e a favore delle donne. Pensiamo a concerti ed eventi come Una Nessuna Centomila, che raccoglie fondi per i Centri antiviolenza, i bellissimi messaggi lanciati nel monologo di Rula Jebreal e nella canzone di Gessica Notaro La faccia e il cuore a Sanremo o alcuni dei nostri inni preferiti, che io non posso far a meno di ascoltare e cantare a squarciagola prima di ogni manifestazione o evento femminista, come Siamo Donne di Sabrina Salerno e Jo Squillo, Sweetest Pie di Dua Lipa e Megan Thee Stallion, No Scrubs delle Tlc, Indipendent Women part.1 delle Destiny’s Child (ancora più sentito perché è la colonna sonora di un altro dei miei film femministi preferiti, Charlie’s Angels), Just a Girl e Hollaback Girl dei No Doubt e Gwen Stefani, Man! I feel like a woman! di Shania Twain e ovviamente l’immancabile Cd Mondariso del Coro delle mondine di Correggio.
In questa serie di articoli voglio però far conoscere anche alcune indimenticabili e importantissime artiste dell’ampia area del rock alternativo, che va dal punk femminista fino all’alternative, al rap e hip hop femminista, al dark e al metal, ampio spettro musicale che comprende band e rocker più famose come Hole, Diamanda Galas, Courtney Love, Melissa Auf Der Maur, Kate Bush, Bikini Kill, L7, Cristina Scabbia dei Lacuna Coil, Nightwish, Epica, The Gathering, Doro Pesch, BabyMetal e Theatre Of Tragedy fino a piccole perle nascoste come Pizzicato Five, Drain, The Great Kat, Genitortures, Felli, SPDFGH, Crisis, Rebecca Tornquist, Jaime Kyle, Fiona Apple, Shawna, Phantom Blue, Bif Naked o la batterista Eva Nahon.
Il loro lottare attraverso l’arte, i testi e la musica mi è sempre piaciuto tantissimo e l’ho sempre sentito molto in linea con il mio femminismo ed è stato naturale associare i testi e l’attitudine della nostra musica femminista a film di denuncia come L’università dell’odio, Angel Killer e Scomparsa o alle mie eroine femministe preferite degli action, dei fumetti e thriller come Ninja il Guerriero, Supergirl, Commando femminile, Ninja il campione, i film femministi di Ciro Santiago, Diabolique, Oltre ogni limite, Giovani streghe, Amori e incantesimi, Bad Girls, Soldato Jane, Xena, Sheena, regina della giungla, Grindhouse-A prova di Morte, Legs, Vampirella e le varie bad girls. Queste mi hanno sempre dato con la musica, il cinema, i fumetti delle donne quell’energia necessaria per combattere il maschilismo e il patriarcato.
Il mix proposto è davvero bello e originale, parte dai classici del movimento Riot Grrl (l7, Bikini Kill, Bratmobile, Babes in Toyland, ecc.) e ai gruppi punk, band e rock femministi e si fonde con icone del movimento rock femminile come il pop-punk-hardcore di gruppi tipicamente italiani come i Prozac+, le atmosfere dei Garbage, Phantom Blue, No Doubt, Hole e Sleeper. Iconici e bellissimi anche il look e l’iconografia che omaggiano le grandi donne del dark, rock, punk e metal che hanno ispirato intere generazioni di donne, musiciste e gruppi musicali femminili e femministi (Siouxsie, Gwen Stafani, Sean Yseult dei White Zombie, Karyn Crisis, ecc.), omaggi e riconoscimenti che però non si fermano solo al femminismo punk, rock e metal ma anche a quello di tutta la musica e cultura pop in generale.
Iniziamo allora questo viaggio con due gruppi.
Bambole di pezza. È un gruppo punk tutto al femminile, in assoluto tra i miei preferiti del genere, sia per i pezzi trascinanti e carichi di energia che per le tematiche femministe cantate in italiano, che ancora di più mi fanno ballare e cantare a squarciagola. Le Bambole di pezza, difatti, hanno reso omaggio a Raffaella Carrà con il singolo Rumore, a Mariah Carey con la cover punk rock natalizia di All I want for Christmas is you e alle mitiche Sabrina Salerno e Jo Squillo, con il loro grandissimo e indimenticabile inno Siamo Donne, già ricordato, e soprattutto il brano Non sei sola, un singolo uscito per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile sulle donne, donando l’intero ricavato della vendita all’associazione Wall Of Dolls che si occupa di sostenere le donne vittime di violenza.
Le tematiche trattate nei loro testi parlano di femminismo, lotta a favore dell’uguaglianza di genere e contro la violenza di genere e il sessismo. Nel 2005 organizzano un festival dal nome Rockgirls, che vedeva la partecipazione di varie band femminili e comprendeva uno spazio dedicato alle associazioni che si occupano di disturbi alimentari (anoressia e bulimia) e di contrastare la violenza sessuale.
Le Bambole di pezza sono anche grandissime cultrici della cultura pop tanto da realizzare la cover dei Bee Hive di Kiss Me Licia Freeway. Varie le loro partecipazioni e i loro passaggi televisivi, da Mtv, Rock Tv e All Music (dove furono ospiti del programma I Love Rock’n’roll) fino all’episodio Il giorno del lupo della serie Tv L’ispettore Coliandro. Hanno anche suonato con gruppi storici della scena hard rock come Motley Crue e Def Leppard.
Consiglio, infine, di recuperare e ascoltare i loro tre bellissimi album Crash Me, Strike e Dirty.


Crucifed Barbara. Uno di quei gruppi di cui non riesci ad ascoltare soltanto una canzone perché grazie all’energia e alla potenza che sprigionano e alla carica che riescono a darti, ti costringono ad ascoltare dall’inizio alla fine senza interruzione tutti i loro splendidi album.
Il gruppo nasce in Svezia a Stoccolma (patria esportatrice e tra le paladine del femminismo) alla fine degli anni ‘90 e all’inizio si muove all’interno del movimento e della scena dei gruppi dell’hardcore/punk femminili e femministi. Più tardi il loro sound cambia radicalmente e si sposta (sia nella musica che nel look) verso un hard rock/heavy metal grezzo e potente in stile anni ‘80 ed è questa l’attitudine con cui si faranno apprezzare e conoscere in tutto il mondo.
Nel 2005 esce l’album In Distorsion We Trust, che contiene dei pezzi davvero stupendi e pieni di energia che mentre li ascoltiamo ci fanno sognare di abbattere il maschilismo a colpi di batteria, chitarra e voce. Losing Game e Rock’n’roll Bachelor ci danno il giusto ritmo per iniziare a ballare e saltare, mentre In Distorsion We Trust è una vera scarica di energia con potenti riff e una voce così grintosa da ricordare a tratti Karyn Crisis dei Crisis.
Le quattro musiciste svedesi vengono notate subito dai principali gruppi musicali mondiali tanto da essere coinvolte in continui tour e festival in giro per il mondo ma, soprattutto, vengono notate dai Motorhead (sempre attenti alla promozione e a valorizzare i gruppi femminili). Ricordiamo la grande amicizia e il grande lavoro fatto soprattutto da Lemmy con le Girlschool, che le portano nei loro tour fino a partecipare, nel 2006, al disco tributo dei Motorhead.
Il loro secondo album (così come i successivi fino allo scioglimento avvenuto nel 2016) Til Death Do Us Party rincara la dose ed è ancora più heavy metal del loro debutto. Tanti sono poi i video che vengono estratti dai loro album, che mostrano la potenza e la forza delle donne e la loro capacità di autodeterminazione; tante anche le citazioni cinematografiche come in The Crucifed, ispirato vagamente a Carrie lo sguardo di Satana, e tante le interviste rilasciate sulle varie riviste specializzate.

Carissime/i sorelle e disertori del patriarcato, se volete una colonna sonora che vi carichi di energia per partecipare a una manifestazione o a un’assemblea femminista vi consiglio di puntare sulla musica dei loro dischi per avere la giusta carica, e rimanere sintonizzati su Vitamine vaganti per i prossimi articoli, dove conoscerete gruppi indimenticabili come Rockbitch (tra filosofia, femminismo e rock and roll), le mitiche Astarte (in memoria della grandissima cantante Tristessa venuta purtroppo drammaticamente a mancare per una leucemia), Stinkerbell (punk femminista), Sungift (band italiana hard rock), le fantastiche Tairrie B. e Sean Yseult e il bellissimo disco Horror wrestling delle Drain.
Alla prossima e come dicono le mitiche Spice Girls: «Girl Power!»
Bambole di pezza
Crucifed Barbara
In copertina: Crucifed Barbara.
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Articolo di Gianmaria Di Silvestro

Diplomato all’istituto magistrale “Saffo” di Roseto Degli Abruzzi, si laurea in “Scienze della formazione primaria-Indirizzo scuola primaria” con specializzazione nel sostegno all’Università Degli studi Dell’Aquila. Inizia la sua carriera in cooperative sociali che si occupano di persone con disabilità e anziani. Lavora attualmente come maestro in ruolo di scuola primaria ed è membro della Commissione Pari Opportunità del comune di Giulianova.
