Sarà visitabile fino al 30 marzo 2025 a Cividale del Friuli, Palazzo de Nordis, la bella mostra Piccoli personaggi. I fantocci di Maria Signorelli.
La visita mi ha portata in viaggio nel mondo magico di Maria Signorelli (Roma 1908-1992) che conoscevo, come si dice, solo “per nome”: proprio a Cividale, infatti, si trova il Cips, Centro internazionale Vittorio Podrecca – Teatro delle Meraviglie Maria Signorelli, che custodisce e racconta il Teatro di figura attraverso una ricchissima raccolta di marionette, burattini e molto altro.

L’incontro con Maria Signorelli per me, che non sono addetta ai lavori ma solo appassionata d’arte, è stato il frutto di conoscenze nell’articolato mondo di Toponomastica femminile, ma anche occasione di contatti nuovi e stimolanti proprio qui, nella mia Regione.
Procediamo con ordine: lo scorso novembre mi chiama Barbara Belotti di Tf, che ha scritto la “voce Maria Signorelli” sull’Enciclopedia delle donne e ne ha raccontato passioni, incontri e impegno artistico sul n. 222 di giugno 2023 di questa rivista. Barbara ha scritto anche un articolo sulla madre Olga Resnevic, figura centrale nella formazione di Maria, nel quale emerge il raffinato mondo culturale internazionale che gravitava intorno al salotto romano di casa Signorelli (n. 226 di Vv).
Barbara Belotti invita me, che abito in Friuli, a visitare — quando aprirà — la mostra di Cividale; mi racconta di essere stata contattata da Barbara Della Polla curatrice, insieme a Ennio Guerrato, dell’allestimento: trarranno spunto anche dai suoi scritti per le didascalie dell’esposizione.
Incuriosita, incomincio a documentarmi su Maria Signorelli e sui suoi genitori, entrambi medici appassionati e cultori delle arti. Dalle mie letture emerge progressivamente chi sia stata Maria Signorelli e che cosa abbia rappresentato per l’arte del Novecento: artista, scenografa, costumista, fondatrice della compagnia “Opera dei burattini” con la quale gira il mondo, studiosa, docente, formatrice e oggi si direbbe divulgatrice per il Teatro di animazione, sensibile collezionista, impegnata nel salvare e conservare il patrimonio artistico del Teatro di figura e, qui a Cividale, della Compagnia dei Piccoli di Podrecca.
Penso a Maria donna del Novecento, protagonista di una vita intensissima di incontri, cosmopolita, straordinariamente libera, creativa, visionaria, molto fortunata per la ricchezza dell’ambiente umano e culturale della famiglia di origine. Chi l’ha conosciuta la descrive persona semplicissima, gentile, di poche parole. La immagino nel 1931 giovanissima, poco più che ventenne, da sola in giro per le strade di Berlino «perché era allora il centro della vita artistica e culturale europea», come scrive lei stessa.

È per me ora tempo di contattare la curatrice Barbara Della Polla; so che vive a Trieste e che è autrice, attrice e regista. Il nostro si rivela subito un bell’incontro in cui Barbara mi conduce in un “racconto parallelo” sulle scelte e sui criteri che hanno ispirato l’allestimento. Emergono subito l’interesse e l’entusiasmo con cui, insieme a Ennio, ha curato il progetto espositivo.
Hanno selezionato le opere di un periodo storico definito, tra fine Anni Venti e inizio Anni Trenta. Sono i lavori di “Maria giovane”, solo artista e non ancora scenografa e costumista; sono opere d’arte in sé stesse, non sono destinate ad andare in scena, né marionette né burattini.
Barbara descrive la mostra come «un racconto artistico realizzato attraverso forme e colori scolpiti con ago e filo, con l’utilizzo di materiali diversissimi — spesso di riciclo — che sanno dar vita e segno a personaggi inquieti».
Dalle didascalie in mostra e da altre fonti trovo ulteriori definizioni di queste opere giovanili. Ricordo quella di Giorgio De Chirico, convincente e vera: «Bambole appassionate, inquiete e preoccupanti; tutti questi personaggi hanno un aspetto misterioso, conturbante, sembrano strani prigionieri di un mondo che noi non conosciamo»; quella della figlia Giuseppina Volpicelli: «Colpisce nei fantocci il contrasto tra la materia poverissima e l’eccellenza del risultato finale: dal personaggio emergono sia la sua psicologia sia il tempo e luogo in cui è vissuto». Per arrivare infine alla descrizione di Carlo Verdone, che ha esordito proprio con i burattini: «Alcuni pupazzi e burattini avevano qualcosa di picassiano, altri un gusto espressionista. I due stili poi si amalgamavano in una maniera che era la cifra stilistica di Maria Signorelli».
La mostra ripropone i fantocci esposti via via in alcune sedi italiane ed europee prestigiose: nel febbraio 1929 alla Casa d’Arte Bragaglia a Roma, nel 1930 a Parigi alla Galleria Zak, nel 1932 a Berlino alla Galleria Gurlitt e infine nel 1933 nella Sala d’Arte de La Nazione a Firenze.
Ci accoglie una “sfilata” di personaggi della vita quotidiana: il violinista, il viandante, la bagnante moderna, i ballerini di tango (i miei preferiti)… che fanno compagnia ad altre riproduzioni, vivaci e originalissime, di personaggi tratti da famosi romanzi, opere letterarie e drammi di Dickens, Cechov, Sofocle, Ibsen e Goethe.

Barbara ci tiene a sottolineare che la scelta della sede espositiva, felice intuizione dell’assessora alla Cultura del Comune di Cividale Angela Zappulla, si è rivelata nei fatti appropriata e brillante.
Palazzo De Nordis custodisce la Collezione de Martiis, che comprende anche opere delle avanguardie novecentesche dell’Est Europa. Proprio accanto a esse, al secondo piano, si è scelto di collocare i fantocci di Maria Signorelli. Li possiamo ammirare vicino ai dipinti di Michail Larionov e Natalia Goncharova, artisti che Maria ancora bambina aveva potuto osservare da vicino a Roma, impegnati nelle scene e costumi dei Balletti Russi di Djagilev.
Dice Barbara: «Abbiamo cercato di favorire e creare un dialogo di forme, colori e movimenti tra i figurini di Maria e le opere pittoriche di artisti che hanno influito o che addirittura sono stati partecipi della sua crescita artistica, come avvenuto per Larionov e Goncharova. Abbiamo voluto entrare in punta di piedi nello spazio espositivo già esistente, senza modificarlo, ma ricercando invece una formula di allestimento adatta, affinché le opere presenti potessero coesistere in armonia con il mondo di Maria Signorelli».
Chiara ed efficace la descrizione dell’architetto Pietro Valle che, da amico dei curatori, ha collaborato all’allestimento: «A Cividale i fantocci sono stati posti all’interno di cilindri di plexiglass sospesi ad altezza d’occhio con cavi ancorati al soffitto e accompagnati da analoghi cilindri di cartone a terra contenenti le didascalie. L’insieme permette di vederli a 360° con molteplici angolature e sovrapposizioni. Le sale della mostra ospitano alle pareti i dipinti della collezione de Martiis che sono stati lasciati in posizione. I fantocci sospesi si sovrappongono alla visione di tele di Tatlin, Rodchenko, Larionov e altri, mostrando direttamente come Signorelli avesse assorbito nelle sue lievi figure tutta la lezione dell’avanguardie storiche: dalla scomposizione plastica del Cubismo, alle linee forza del Futurismo fino alle deformazioni somatiche dell’Espressionismo».
L’invito è quindi ad andare a Palazzo Nordis, a girare tutto attorno ai figurini plastici (come li chiamava Anton Giulio Bragaglia, l’amatissimo primo Maestro di Maria Signorelli) facendosi coinvolgere nel prezioso dialogo artistico con le opere alle pareti.
E per completare la visita, al Cips in via Monastero Maggiore potrete vedere la seconda sezione espositiva, dedicata a Maria sceneggiatrice e al Pluriscenico M, ideato nel 1934 insieme a Carlo Rende. Si tratta di un modello di palcoscenico in grado di presentare sette ambienti in uno stesso spazio teatrale e di ospitare ben settemila visitatori.

Mi auguro che la mostra venga prorogata, in modo da permetterne la visita al pubblico internazionale del Mittelfest, evento culturale di punta per il Friuli Venezia Giulia che porterà a Cividale — dal 18 al 27 luglio — tantissimi spettacoli di teatro, musica, danza e circo.
Interessante questo video: Piccoli personaggi. I fantocci di Maria Signorelli. Ideazione e montaggio di Ennio Guerrato.
In copertina: opere di Maria Signorelli in dialogo con opere dell’Avanguardia dell’Est Europa del Novecento.
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Articolo di Bruna Proclemer

Referente per il Friuli Venezia Giulia dell’associazione Toponomastica femminile e componente della Comm. Toponomastica del Comune di Udine. Laureata in Giurisprudenza, dirigente amministrativa prima per la Sanità Alto Friuli, poi per il Comune di Udine. Ha seguito attività, eventi e progetti della Comm. Pari opportunità di Udine, della Casa delle Donne e del suo Centro di documentazione.
