Quando il linguaggio diventa strada di cambiamento

La lunga gara verso la parità è il progetto con cui la classe 3ªA della Scuola Secondaria di I grado dell’Istituto Comprensivo “E. Paladini” di Treia ha ottenuto due importanti riconoscimenti, a livello regionale e nazionale, del concorso Sulle vie della parità a.s. 24/25, indetto dall’associazione Toponomastica femminile, confermandosi come un percorso educativo di particolare valore per rigore, profondità e coerenza. 
Il progetto ha, infatti, conquistato il Primo Premio della sezione D – Percorsi dell’edizione regionale Sulle vie della parità nelle Marche, promosso dall’Osservatorio di Genere, con cerimonia di premiazione il 10 aprile 2025 presso l’Università di Camerino. 

La motivazione con cui è stato assegnato il premio regionale restituisce con chiarezza il cuore del progetto: «La classe con l’approfondimento della tematica della parità di trattamento di uomini e donne nel mondo dello sport, è riuscita a presentare un lavoro accurato e non banale, riuscendo a sottolineare, in modo lucido e attento, quanto l’utilizzo del linguaggio sia stato e sia tuttora strumento di discriminazione ma anche l’unica via percorribile per rimarcare la necessità di un cambiamento. Nello sport, nella scienza e nella società. Il linguaggio emerge così come nodo critico e leva di trasformazione, capace di rendere visibili le disuguaglianze ma anche di aprire spazi di consapevolezza e cambiamento». 
Al premio della sezione regionale si è aggiunto il riconoscimento nazionale: il Premio “Percorsi multipli”, assegnato a Roma l’11 aprile 2025. Due premi che, pur provenendo da contesti diversi, convergono nel riconoscere la qualità educativa e civile di un lavoro capace di intrecciare sport, linguaggio, memoria e cittadinanza. 

La classe, accompagnata dal prof. Federico Teloni, viene premiata da Gabriella Anselmi, presidente Fildis, Roma 

Sviluppato sotto la guida del docente referente Federico Teloni, con la collaborazione delle docenti Giovanna Mancini e Giulia Taborro, il progetto ha coinvolto l’intero gruppo classe in una modalità di lavoro inclusiva e partecipata. Il percorso ha preso avvio dall’analisi degli articoli della Costituzione, per poi attraversare la storia dello sport femminile, mettendo in luce le atlete del passato e gli ostacoli che hanno dovuto affrontare per affermarsi. 

Accanto alla dimensione storica, un ruolo centrale è stato assegnato al territorio marchigiano, attraverso la raccolta di testimonianze di donne che oggi praticano discipline considerate tradizionalmente “maschili”: calcio, atletica, motocross, arbitraggio, senza tralasciare lo sport paralimpico, assunto come esempio contemporaneo di inclusività. È proprio questa articolazione su più livelli — storico, sociale, territoriale, linguistico — a motivare il riconoscimento nazionale. 

Nella motivazione del Premio “Percorsi multipli”, la giuria del concorso nazionale sottolinea come il progetto si presenti «esaustivo, completo e approfondito, capace di dare rilievo a figure femminili che, nella storia e nell’attualità del territorio, hanno contribuito al raggiungimento della parità di genere nello sport». 
Tra queste emerge con particolare forza la figura della sciatrice Matilde Lorenzi, scomparsa giovanissima sulle piste da sci, alla quale la classe ha scelto di intitolare l’aula didattica, in accordo con l’Amministrazione comunale di Treia
Un gesto simbolico che la giuria riconosce come parte integrante del progetto, non come elemento accessorio, ma come esito educativo consapevole. Ampio spazio viene inoltre riconosciuto allo studio del linguaggio di genere, che ha condotto a ulteriori riflessioni sulle disparità ancora presenti nella rappresentazione mediatica delle atlete, spesso valutate più per l’aspetto estetico che per i risultati sportivi. 

La proposta di intitolazione è diventata realtà con la cerimonia ufficiale del 10 maggio 2025 presso l’Istituto Comprensivo “Egisto Paladini” di Treia, alla presenza delle istituzioni scolastiche e civili, della famiglia di Matilde Lorenzi, dell’Osservatorio di Genere, in qualità di associazione promotrice del concorso didattico, e della comunità educante. 
Intitolare un’aula significa trasformare uno spazio quotidiano in luogo di memoria attiva, capace di parlare alle nuove generazioni e di rendere visibile il valore delle donne nello sport. 

Come afferma la motivazione del premio regionale, la speranza è che ragazze e ragazzi coinvolti abbiano compreso «quale sia la modalità corretta per percorrere questa strada verso la parità», auspicando che contributi come questo possano renderla «un po’ meno lunga e tortuosa». 

A fare da cornice ideale, le parole di Joumana Haddad, assunte come dichiarazione di senso dell’intero percorso: 
«Hanno costruito per me una gabbia affinché la mia libertà 
fosse una loro concessione 
e ringraziassi e obbedissi. 
Ma io sono libera prima e dopo di loro, 
con loro e senza di loro 
sono libera nella vittoria e nella sconfitta». 

La lunga gara verso la parità dimostra come la scuola possa essere luogo di esercizio critico, di educazione al linguaggio e di costruzione di cittadinanza, capace di muoversi con sicurezza tra fonti, documenti e testimonianze, dando vita a un progetto esemplare per valore ed efficacia. 
Perché alcune gare non si vincono da soli e da sole, ma imparando a cambiare le regole del gioco. 

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Articolo di Silvia Casilio

Silvia Casilio, ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia contemporanea presso l’Università di Macerata e attualmente collabora con l’Università di Teramo. È autrice di saggi sull’Italia repubblicana e dal 2009 collabora con l’associazione culturale Osservatorio di genere.

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