La Matematica e le donne

Leggere la rilevazione 2023: Ocse-Pisa, la scuola italiana non sa insegnare matematica alle ragazze: Italia peggiore al mondo, mi ha fatto fare una tripla capriola, nonostante la mia veneranda età. La prima come donna, la seconda come matematica e la terza come docente da sempre impegnata dappertutto nel settore specifico della docenza, ma non solo.
Perché questa reazione? Per il fatto di dover prendere sempre più contezza che in ogni settore, incluso anche quello della scuola, c’è una sorta di accanimento contro le donne, di qualsiasi età, per la loro svalorizzazione.

La scuola già da un pezzo si è “tinta di rosa” (cfr Anna Maria Isastia – Rosanna Oliva, Cinquant’anni non sono bastati. Le carriere delle donne a partire dalla sentenza n. 33/1960 della Corte costituzionale, Scienza Express, 2016) in quanto la stragrande maggioranza degli uomini consideravano, forse ancora considerano, il lavoro come docente poco dignitoso, privo di prestigio (vedi il detto “chi sa fa, chi non sa insegna!”), mal pagato. Moltissime donne sono state quasi costrette ad accettarlo perché doveva rappresentare il loro secondo lavoro, essendo il primo quello di prendersi cura, come minimo, dei genitori, di figli e figlie, del consorte e anche degli animali domestici! Inoltre, per il motivo che da parecchi padri, mariti e figli era considerato quasi un lavoro protetto: difficile correre il rischio di quelle donne che, lavorando in un ufficio, potevano incrociare qualcuno che le avrebbe molestate durante le ore di lavoro!
Gli stereotipi molteplici e ripetuti quasi come un mantra, ancora non sradicati e quasi impossibili da sradicare, proliferano su internet, sui libri scolastici a partire da quelli dell’infanzia, sui mezzi di informazione, ma anche nel discorrere quotidiano. Visto che la maggioranza di docenti sono donne, sono loro che insegnano la matematica e la insegnano male, allora le matematiche sono responsabili della catastrofe nell’apprendimento della matematica da parte delle ragazze! Siccome le classi sono per lo più miste e solo le ragazze apprendono male la matematica o addirittura non sono capaci di apprenderla, allora si deduce che le ragazze hanno un divario genetico nell’apprendimento di quella disciplina!

Ci rendiamo conto che, con certe affermazioni lapidarie provenienti da quel mostro sacro che è la statistica, noi compromettiamo per sempre il futuro delle nostre “figlie”? A mio avviso, quella rilevazione Ocse in nove parole distrugge generazioni di donne. Dobbiamo assolutamente riprendere in mano la situazione. Ribadire che la Didattica durante tutto l’arco temporale degli studi, dall’asilo al conseguimento della laurea magistrale e anche oltre, è un’Arte e una Scienza, che l’apprendimento/insegnamento/apprendimento è un percorso che deve procedere senza fratture, come sul nastro di Moebius, in tempi umani e non in quelli degli ultrasuoni, che i docenti non solo devono conoscere la didattica ma avere titolo e preparazione specifica per le discipline da insegnare. Basta al proliferare di laureifici che servono solo a far apostrofare come dott. qualche persona impresentabile che occupa posti di potere.
Occorre riconoscere concretamente, attraverso i risultati analizzati in modo capillare conseguiti nelle scuole e università degne di questo nome, che la maggioranza delle donne è più capace degli uomini per gestire situazioni complesse in quanto è più volenterosa, paziente, tenace, desiderosa di riscatto da una condizione di subalternità. Basta con l’atteggiamento superficiale nel settore, quello della scuola, più importante per la maturazione delle coscienze nella società e nella politica e la formazione di individui capaci di scelte consapevoli e mature in qualunque settore, anche lavorativo, ivi inclusi i lavori manuali!

In questo periodo non si fa che riempirci la testa con l’acronimo delle Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics) e Steam (qui si aggiunge l’Arte). Desidero puntare l’attenzione sul fatto che la disciplina cardine da conoscere e saper gestire è la Matematica perché la sua conoscenza è alla base delle discipline scientifiche e artistiche. Non vorrei che il risultato di quella ricerca statistica impaurisca le ragazze e faccia ritrarre le allieve dallo studio della Matematica in modo che i posti di lavoro, considerati di prestigio e anche meglio remunerati, che fanno riferimento alle Stem/Steam, finiscano solo nelle mani degli uomini perché “più portati” (da chi e da che cosa?) per quelle discipline.
A proposito dei due acronimi suggerisco di navigare un po’ su internet per comprendere come il loro incessante martellamento da parte dei mezzi di comunicazione sia legato, più che alla docenza, al profitto. Un proliferare di giochi, corsi, stanziamenti di denaro pubblico. Quale sarà la percentuale di allieve e allievi che ne trarrà veramente giovamento? A mio avviso una esigua minoranza per lo più maschile, mentre la maggioranza potrebbe andare a ingrossare le fila dell’abbandono scolastico di cui ci si occupa poco o nulla.

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Articolo di Gabriella Anselmi

Docente di matematica e formatrice in Italia e all’estero, presso Istituti Superiori e Università, da sempre attiva nell’associazionismo, e già presidente nazionale FILDIS, è componente del Direttivo della Rete per la Parità, del CNDI, di Toponomastica femminile, della GWI (Graduate Women International) e dell’UWE (University Women of Europe).

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