Sessualità 

Nel numero 13 di Bibliografia vagante parliamo di sessualità con due libri e due articoli open access. Il primo volume presentato ha come oggetto il lavoro sessuale nelle corti ateniesi; segue un articolo sullo scetticismo religioso e la sessualità in Italia e nel Mediterraneo nella prima età moderna. Stessa epoca in un volume sulla Linguadoca riformata: donne, sesso e matrimonio nella Nîmes calvinista. Ancora in Francia, questa volta a cavallo tra i secoli XIX e XX con un articolo sul rapporto tra gli abusi clericali sui bambini e la guerra culturale tra repubblicani e cattolici. 
Il collegamento sul titolo porta al sito dell’editore o all’articolo, pubblicati nella lingua dei titoli stessi; viene specificato se ne esistono traduzioni. Per informazioni sui criteri di scelta, vi rimandiamo alla BV 1

Allison Glazebrook: Sexual Labor in the Athenian Courts, University of Texas Press, 2021, pp. 243

L’oratoria è una fonte attendibile per ricostruire pratiche, legalità e atteggiamenti che circondavano il lavoro sessuale nell’Atene classica. Essa fornisce notizie sui lavoratori e le lavoratrici sessuali, sulla schiavitù sessuale e la relativa manomissione, sui bordelli e i trafficanti sessuali, sul costo del sesso e i contratti per il lavoro sessuale. […] Attraverso un esame sistematico di cinque parole chiave, il volume prende in esame le modalità con cui le tipologie dei lavoratori sessuali interagiscono con il genere, il corpo, la sessualità, la famiglia, gli spazi urbani e la polis nell’ambito delle corti ateniesi. Attingendo alla teoria del genere ed esplorando i temi di spazio, luogo e mobilità, l’autrice mostra come i lavoratori e le lavoratrici sessuali rappresentassero diverse incertezze legate alla legittimazione sociale, e come il discorso pubblico su di loro fosse nei fatti un discorso sulla società, i valori e le istituzioni ateniesi (dal sito dell’editore). 
L’abstract di una recensione di Naomi T. Campa su American Historical Review, Vol. 28, n. 1/2023; una recensione OA di Edward Cohen su Bryn Mawr Classical Review, 21/08/2022; su Jstor il riassunto dei capitoli e su Amazon un estratto dal volume (link sotto l’immagine della copertina). 

Umberto Grassi: The Fall from Grace: Religious Skepticism and Sexuality in the Early Modern Mediterranean World, articolo OA su Journal of Early Modern History, Vol. 28, n. 10/2021

[…] una serie di casi inquisitoriali che vennero perseguiti tra il XVI e il XVIII secolo nella penisola italiana. Gli imputati celebravano la libertà sessuale facendo riferimento a una rilettura eretica del mito della Caduta dalla Grazia. Affermando che Adamo ed Eva praticavano sesso anale nel paradiso terrestre, essi lodavano i piaceri del rapporto non riproduttivo, sia omo che eterosessuale. Questa idea era associata alla convinzione che «tutti possono essere salvati nella loro fede»; cioè, che la salvezza eterna poteva verificarsi al di fuori dei confini sacramentali della Chiesa cattolica e persino oltre il cristianesimo, includendo così ebrei e musulmani. Affrontando direttamente uno dei principali dogmi della fede cristiana — il peccato originale — questi eretici affrontavano anche due delle sue principali implicazioni: che la concupiscenza è la principale conseguenza della caduta e che non esiste salvezza al di fuori dei confini della Chiesa Cattolica (l’immagine e il testo sono tratti dalla presentazione di un seminario tenuto dall’autore nel 2020). 

Suzannah Lipscomb: The Voices of Nîmes: Women, Sex, and Marriage in Reformation Languedoc, Oxford University Press, 2019. Pp. xvi+378

Basato su 1.200 casi portati davanti ai concistori – o corti morali – della Chiesa ugonotta in Linguadoca tra il 1561 e il 1615, questo volume ci permette di accedere alla vita quotidiana delle donne ordinarie: i loro discorsi, comportamenti, atteggiamenti in amore, fede, matrimonio, amicizia e sesso. Le donne apparivano frequentemente davanti al concistoro, perché una delle sue funzioni principali riguardanti la disciplina morale, era la regolazione del peccato sessuale, per il quale esse erano considerate le principali responsabili. I verbali includono oltre un migliaio di testimonianze rese da e su donne, che sono state protagoniste a causa di una conseguenza involontaria del sistema: esse hanno imparato rapidamente a usare il concistoro. I verbali offrono quindi una prova ineguagliabile di come, in un’epoca in cui avevano limitati diritti legali, poco potere ufficiale e poche prospettive, le donne potevano esercitare i loro diritti di indipendenza, autodeterminazione e parola. Questo libro suggerisce che dobbiamo riconcettualizzare il potere femminile: non era soltanto nascosto, manipolativo e subdolo, ma molto più pubblico di quanto riconosciuto finora. Esse emergono come più intraprendenti, più violente e più potenti di quanto abbiamo mai pensato (tradotto dal sito dell’editore, dove è possibile leggere i riassunti dei capitoli). 

Sul canale Youtube della Oxford Academic, sette brevi interventi esplicativi dell’autrice. L’abstract di una recensione di Catherine Crawford su American History Review, Vol. 125, n. 5/2020, e una recensione OA di Mity Mihr su Rainassance Quarterly, Vol. 74, n. 2/2021. Su Amazon si trovano indice, introduzione, fonti e parte del primo capitolo (link sull’immagine della copertina). 

Timothy Verhoeven: Clerical Child Sexual Abuse and the Culture Wars in France, 1891–1913, Articolo OA su The Historical Journal, Vol. 66, n. 4/2023. 
L’articolo investiga gli abusi sessuali clericali su bambini e bambine durante il primo decennio della terza repubblica francese. A causa soprattutto della difficoltà di accedere a rilevanti registrazioni archivistiche, sappiamo veramente poco di questi crimini, o quanto essi siano stati investigati dagli ufficiali giudiziari. Lo studio riempie questa lacuna attingendo a una ricca e non sfruttata corrispondenza tra i procuratori locali e il ministero della giustizia a Parigi. I documenti svelano il processo di investigazione e accusa dei preti abusanti, così come i riflessi all’interno delle comunità locali. Sebbene generati dallo stato e non dalla chiesa, essi offrono una visione anche della risposta delle autorità ecclesiastiche, e mettono in luce il rapporto tra il crimine clericale e la guerra culturale tra i repubblicani francesi e i cattolici, un conflitto che all’epoca raggiunse un picco di intensità. Quel che emerge è una valutazione del costo personale e dell’impatto politico degli abusi sessuali da parte del clero, così come una nuova prospettiva sui recenti scandali che hanno coinvolto la chiesa cattolica in diverse nazioni (tradotto dall’abstract). 

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Articolo di Rosalba Mengoni

Rosalba Mengoni 400x400

Laurea magistrale in Storia e Società, il suo principale argomento di studio riguarda l’interazione fra l’essere umano e il territorio. Collaboratrice tecnica all’Isem – Istituto di storia dell’Europa Mediterranea del Cnr, è nel comitato di redazione di Rime, la rivista dell’Istituto e fa parte del gruppo di lavoro sulla comunicazione. Cura la Bibliografia Mediterranea pubblicata sul sito istituzionale http://www.isem.cnr.it

 

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