Il Wrestling femminile

Come in tanti altri i settori, le donne hanno dimostrato di essere non solo alla pari degli uomini, ma spesso anche molto più brave e in questo non ha fatto eccezione una disciplina come il Wrestling, per lungo tempo considerata appannaggio maschile; oggi il Wrestling femminile è cresciuto moltissimo e le sue protagoniste sono seguite come i loro colleghi uomini e, forse, anche di più. Per parlare dell’argomento ho intervistato Rachele Gagliardi che gestisce la pagina Donne tra le corde, prima e unica pagina italiana interamente dedicate alle lottatrici.

Logo del progetto Donne Tra Le Corde

Ciao Rachele, come è nata la tua passione per il Wrestling femminile e quando hai deciso di creare la pagina Donne tra le corde?
Grazie infinite per avermi invitata nel tuo spazio. La mia passione per il Wrestling in generale è nata un po’ come quella di tutti e tutte in Italia, quando è arrivato il boom su Italia 1, e in realtà è stato mio fratello a farmi appassionare. Per quanto riguarda nello specifico il Wrestling femminile, in realtà mi ha sempre affascinato vedere le donne buttarsi in un campo considerato prettamente maschile facendosi notare per le loro grandi capacità e quando ero piccola una wrestler in particolare mi ha fatto amare questa disciplina: Lita. Dovete sapere che io ho i capelli rossi naturali, sono sempre stata un po’ una peste e non sono mai rientrata nella visione di come la società vede le donne, sono sempre stata un po’ un cosiddetto “maschiaccio”, e mi rivedevo totalmente in Lita, tant’è che mi ricordo di aver pensato a 8 anni: un giorno io sarà una donna come Lita, ed effettivamente lo sono. Lei è stata assolutamente un modello per me e mi ha proprio fatta appassionare a tutta la disciplina. Poi questo amore si è amplificato quando nel 2019 ho visto quella che viene considerata un po’ la sua erede, ovvero Becky Lynch. Vedere un’altra donna dai capelli rossi così tosta in un segmento con The Rock in cui “picchia” Baron Corbin ed è pure campionessa, mi ha cambiato la vita. Ma devo anche fare una piccola menzione più che onorevole ad Asuka. Un giorno mi ricordo che passando in salotto mio fratello stava guardando la Wwe, era il 2018, e rimasi folgorata alla vista di una donna così brava sul ring mentre alla telecronaca dicevano che era imbattuta, che nessuna avversaria era riuscita a sconfiggerla.

Oggi il Wrestling femminile è una realtà seguita e amata in tutto il mondo. Vuoi raccontare alle nostre lettrici e ai nostri lettori come si è evoluto in questi anni?
Premetto che non è un argomento così semplice, in quanto davvero ampio, ma provo un po’ a riassumere i fatti. Parto con il dire che il Wrestling femminile non ha mai smesso di fare rivoluzioni fin dalla sua nascita, e molte persone non sanno che in realtà non è arrivato dopo quello maschile, ma sono nati di pari passo nei cosiddetti Carnivals, ovvero quelle fiere itineranti simili al circo tipiche degli Stati Uniti, quindi sono davvero tanti, ma tanti anni che continua a evolversi, ma pure a tornare indietro a volte, anche se ora fortunatamente stiamo sempre di più progredendo.
Se parliamo di rivoluzione più moderna, io vi cito quelle più iconiche e famose, che sono quella della divisione Knockouts della Tna e quella delle Divas in Wwe. Infatti, per prima la Tna ha iniziato a far esibire le donne sempre di più in match veri, non quelle contese fatte di lotte nel fango o a chi spoglia prima l’avversaria, erano veri match lottati. Successivamente, la Wwe ha fatto la stessa cosa quando un giorno, durante una puntata di un loro show, c’è stato un tag team match che è durato tipo 30 secondi e i fan sui social hanno lanciato l’hashtag #GiveDivasAChance e questo atto ha fatto svegliare la dirigenza che ha iniziato ad apportare alcune modifiche, anche perché nel brand di sviluppo della Wwe (Nxt) si stavano formando delle vere wrestler pronte a lottare in match seri. Dal 2015 quindi è partita la famosa Women’s Revolution che ha portato le donne ad avere match più lunghi, ad essere chiamate Superstars invece che Divas, ad avere storyline scritte bene, match in pay-per-view, main event, match a stipulazione speciale e così via. Quindi adesso, invece di avere delle donne usate come oggetto del piacere visivo degli uomini, le atlete vengono impiegate seriamente sul ring con contese che stanno anche scrivendo la storia del professional Wrestling, dimostrando che anche le donne appartengono al ring.

Quali sono le differenze principali tra le federazioni internazionali e qual è l’attuale situazione di salute della divisione femminile al loro interno?
Le differenze sono tante perché ogni federazione ha un modo di lavorare diverso, wrestler diverse, schedule diverse e così via. Sicuramente se cercate qualcosa di più improntato sulle storyline, ma con un ottimo lottato, io consiglierei Wwe e/o Tna. Se cercate qualcosa di invece un po’ più crudo, diretto e tecnico, la Stardom fa per voi, che tra l’altro è una federazione tutta al femminile. Idem se parliamo di Eve, perché è una federazione britannica e lì il Wrestling è sacro. Se invece volete una cosa più stile serie tv, potete trovare gratuitamente su YouTube la Wow (Women Of Wrestling) che ha dei personaggi ben precisi, poco lottato e tanto intrattenimento. Mentre per quanto riguarda la Aew non manca il talento, ma purtroppo il booking non è ottimale, anche se questo 2024 è partito meglio, qui tuttavia considerate che la federazione è relativamente giovane. Sullo stato di salute, la cosa bella che accomuna tutte, per cui non incontriamo differenze, è che in tutte le federazioni che potete pensare, ci sono così tanti talenti straordinari che hanno un amore e una passione verso questa disciplina che solo a vederle sul ring ci si commuove. Quindi in generale lo stato di salute è ottimo, ma ci sono cose da aggiustare, come ad esempio appunto in alcune il booking è inesistente o gestito male, e spesso la divisione femminile viene privata di alcuni momenti in favore degli uomini (con mille scuse al seguito), però è davvero una rivoluzione continua come dicevo prima. Pensate che Pro Wrestling Illustrated, nota rivista del campo, fa ogni anno la classifica delle migliori wrestler e per le donne siamo partite da 50 nomi arrivando ora a 250, quindi qualcosa si sta muovendo, eccome.

E in Italia come stanno andando le cose per le nostre atlete?
Nel corso di questi tre anni di lavoro con Donne tra le corde, ho instaurato un bellissimo rapporto con tutte le ragazze italiane, che tra l’altro sto intervistando man mano sul sito. Anche qui, il numero è leggermente aumentato, ma ovviamente invito qualsiasi ragazza o donna a farsi avanti se vuole provare. Ci sono tantissime scuole da Nord a Sud pronte a insegnarvi tutto. Purtroppo, nonostante questo lieve aumento, la situazione è un po’ in stallo perché ovviamente non essendoci tante wrestler si trovano spesso a sfidarsi tra di loro in vari eventi, quindi ci serve quel qualcosa in più per arricchire la scena. Ma vi posso assicurare che ognuna di loro ha una passione immensa per il professional Wrestling e ogni singola cosa che fa è fatta con il cuore. Supportatele tutte perché meritano davvero.

Quali sono le tue atlete preferite, chi pensi siano le nuove promesse per il futuro e in che modo possono essere un esempio di emancipazione e di lotta agli stereotipi per tante ragazze e bambine?
Lavorare con il Wrestling femminile in questi tre anni mi ha fatto conoscere tantissime performer e ognuna di loro davvero mi regala qualcosa, ma ovviamente ho quel gruppetto di wrestler che mi tengo strette al cuore. Partendo dalla Wwe, rinnovo il mio amore per Lita, lei è e sarà sempre la mia numero uno. Se passiamo alla scena più moderna, invece, l’altro mio grande amore sono le Four Horsewomen, ovvero Bayley, Becky Lynch, Charlotte Flair e Sasha Banks; loro sono la ragione per cui ho avviato il mio progetto, mi hanno ispirata fin da quando le ho conosciute e spero un giorno di poterle vedere live. L’altra che voglio citare è Asuka, perché come ho detto prima mi ha davvero impressionata, l’adoro, è bravissima e non ha paura di esprimersi dentro e fuori dal ring per quella che è. E poi non posso non dire Rhea Ripley e Bianca Belair, commetterei un crimine a non nominarle.
Mentre per quanto riguarda le altre federazioni, sicuramente in Aew posso dire che adoro Kris Statlander e Willow Nightingale, davvero due talenti straordinari che possono dare molto alla disciplina. Mentre in Roh mi piace tanto Billie Starkz. In Tna invece apprezzo tantissimo Jordynne Grace, che per me si è sempre dimostrata una grande worker, e le MK Ultra, loro proprio come tag team mi fanno impazzire.
Poi in Stardom citerei assolutamente Giulia e Utami, anche se entrambe se ne sono appena andate, ma le considero di casa lì. Menzione onorevole pure a Syuri. Per quanto riguarda i talenti della nuova generazione Roxanne Perez e Lyra Valkyria da Nxt. In più menziono Tiffany Stratton, nonostante io purtroppo non sia proprio una sua fan, preferisco altre wrestler, ma rispetto ciò che ha fatto negli ultimi due anni. E inoltre penso che proprio Bianca Belair e Rhea Ripley possano essere le nuove leader dello spogliatoio una volta che le Four Horsewomen appenderanno gli stivali al chiodo.
Spero di non essermi dimenticata nessuna, perché davvero io ormai ne conosco troppe e anche il mio cervello va in tilt. In ogni caso, loro sono già un esempio di lotta agli stereotipi ed emancipazione, perché il solo atto di iniziare ad allenarsi su un ring è una rivoluzione in uno sport visto sempre come una attività da uomini. Ogni piccola cosa che le wrestler fanno è un esempio per bambine, ragazze e donne.

Oltre il grandissimo spettacolo e le grandissime emozioni che ci hanno regalato e ci continuano a regalare sul ring, numerose sono state le battaglie che le nostre lottatrici hanno portato avanti per i diritti delle donne e delle atlete; tra le tante penso alla campagna We Are Female Wrestlers della Aew. Quali sono, secondo te, le problematiche e le ingiustizie che occorre ancora combattere e risolvere (gender pay gap, molestie, ecc.) e come vedi il futuro del Wrestling femminile?
Sicuramente ce ne sono tante, ma questo vale per qualsiasi campo della vita per le donne. Quella che ho citato prima è il fatto che spesso non ci sia un booking appropriato, un modo giusto per raccontare le loro storie e non ci sia spazio per loro in favore di match o promo degli uomini. So che magari sembrerà sciocco e di poca importanza, ma anche queste cose mettono sotto i riflettori le donne che hanno da dire qualcosa. Se pensiamo a qualcosa di un bel po’ più grave invece, sicuramente ci vuole più tutela sul luogo di lavoro per quanto riguarda le molestie, visto che negli ultimi mesi soprattutto in Wwe e Aew sono uscite fuori cose devastanti. Ma mi viene in mente anche quel periodo dello Speaking Out dove tante wrestler avevano denunciato diversi colleghi di molestie mai punite. E poi abbiamo sicuramente anche il problema dei ruoli e delle paghe. Purtroppo le donne in tutti i campi della vita, e il Wrestling non fa eccezione, sono pagate di meno degli uomini anche se hanno gli stessi ruoli con le stesse responsabilità, o anche se magari fanno qualcosa in più. Oppure non ricoprono alte cariche e così via. C’è tantissima strada da fare, ma io ho creato Donne tra le corde anche per questo, per mettere sotto i riflettori le donne e il loro straordinario lavoro che non deve essere discriminato.
Per concludere, non ho una visione precisa del futuro per il Wrestling femminile, ma nutro la speranza che tutto possa migliorare sempre di più e ripeto quello che ho detto poco sopra: se andiamo avanti così, con sempre più ragazze e donne che si approcciano alla disciplina attivamente o passivamente, possiamo arrivare a vette mai toccate prima.

Concludo l’intervista con le bellissime parole che hai scritto l’8 marzo 2024 in un tuo post dedicato alla Giornata internazionale dei diritti delle donne e chiedendoti quali sono i tuoi progetti per il futuro: «Quella dell’8 marzo non è una festa, perché una festa è qualcosa di bello che serve a festeggiare un evento felice e le donne purtroppo ancora oggi stanno subendo tante, troppe situazioni negative: la guerra, i diritti mancati sul lavoro e nella vita, le imposizioni di una società che vede ancora l’uomo dominare e così via. Oggi però è una giornata importante, una giornata che ci ricorda che possiamo e dobbiamo fare di più per le donne, e io ringrazio tutte le donne che stanno facendo qualcosa anche nel professional wrestling perché anche se non sembra, siete e siamo un pezzo di un puzzle fondamentale che unito ad altri pezzi dà speranza alle nuove generazioni di donne che stanno crescendo. Anche quest’anno, nella foto ho voluto inserire alcune campionesse perché fanno per me da portavoce a tutte le colleghe che salendo su un ring, facendo gli arbitri, le ring announcer e così via, aiutano la disciplina e la figura della donna nello sport».
Come ho già detto, le donne nel Wrestling sono un tassello importante per avere sempre più diritti perché ognuna di noi nel suo piccolo può fare la differenza e quindi mi preme sempre davvero ringraziarle tutte perché sono un esempio per altre donne. Se io non avessi avuto loro non sarei mai stata la prima donna in Italia ad aprire il primo e unico sito web a tema wrestling femminile nel nostro Paese, o se non fosse stato per Lita non avrei trovato una passione così grande o non avrei affrontato le difficoltà in un certo modo. Con Donne Tra Le Corde cerco di restituire loro ciò che mi hanno e ci hanno dato e quindi i progetti per il futuro sono di continuare a spingere sempre di più per loro, facendolo attraverso articoli (news, rubriche, editoriali ecc..), facendolo attraverso l’attività social, sperando anche di riuscire a intervistare tantissime donne nel wrestling, ma ci sto lavorando con i mezzi che ho, perché rimango comunque un progetto piccolo e indipendente, ma ci metto anima e cuore. Ho una frase che mi sta particolarmente cara e che uso spesso: «Do what you love, love what you do», ovvero «Fai quello che ami, ama quello che fai», e io amo parlare di Wrestling femminile.

Grazie mille, Rachele, invito tutte e tutti a visitare il sito e la pagina Donne tra le corde e, se vi va, sostenere il progetto con una piccola donazione.
https://ko-fi.com/donnetralecorde?fbclid=IwAR08V-AcIR18Eysvb9pbEwKmscG0MCkPRc97f81wqc_zs0z1U9U2sD_a-rw_aem_AZsLjzgXEzMymmLE8oIyM8DN5ZCLJnecviB1EGoL_PECl6w9rA6px9vpyMr_Zn8bOpUKQx2Jg5fSG4o8uCvm8wEa
https://www.donnetralecorde.it/
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Articolo di Gianmaria Di Silvestro

Diplomato all’istituto magistrale “Saffo” di Roseto Degli Abruzzi, si laurea in “Scienze della formazione primaria-Indirizzo scuola primaria” con specializzazione nel sostegno all’Università Degli studi Dell’Aquila. Inizia la sua carriera in cooperative sociali che si occupano di persone con disabilità e anziani. Lavora attualmente come maestro in ruolo di scuola primaria ed è membro della Commissione Pari Opportunità del comune di Giulianova.

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