Nata a Verona nel 1890 ha frequentato l’università di Padova (1909-1912) laureandosi in matematica con Tullio Levi-Civita, divenuto poi suo marito. La tesi di laurea intitolata Sul moto medio dei nodi nel problema dei tre corpi fu subito edita negli Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Quindi Libera Trevisani si è occupata di meccanica celeste e, in particolare, dell’annoso tema relativo al problema dei tre corpi. La questione di fondo nello studio dei moti planetari di tre corpi soggetti alla reciproca attrazione gravitazionale sta nel fatto che possono essere trovate solo soluzioni approssimate, come dimostrò Henri Poincaré alla fine del XIX secolo. Con terminologia moderna si può dire che il moto generale di più di due corpi ha proprietà caotiche. Per diversi casi pratici di sistemi a tre corpi (per esempio il sistema Sole-Terra-Luna) esistono tuttavia delle soluzioni particolari giacché in questo caso il problema è facilmente semplificabile e, dunque, risolubile analiticamente.

Pur non avendo pubblicato più nulla dopo tale data, la nota non cadde in oblio e ancora nel 1941 Aurel Wintner (1941) ne sottolineò l’originalità: «the considerations of Levi-Civita were extended to the actual (instead of the restricted) problem of three bodies by Libera Trevisani (Mrs. Levi-Civita)».
Fu spesso a fianco del marito in importanti occasioni ove fu notata per la sua personalità, l’autorevolezza del carattere, la profonda cultura come quando, nell’ottobre del 1921, incontrò Albert Einstein a casa del matematico Federigo Enriques, durante una soirée organizzata per festeggiare l’illustre ospite giunto a Bologna per tenere tre celebri conferenze sulla relatività. Alcuni anni dopo le due famiglie, gli Enriques e i Levi-Civita, diventarono vicini di casa a Roma, condividendo lo stesso palazzo ubicato in via Sardegna 50.
La sua carriera scientifica importante e pregnante fu breve perché viaggiò moltissimo all’estero, al fianco di suo marito, allacciando rapporti scientifico-culturali con vari paesi; fu un’ambasciatrice della cultura scientifica italiana e non solo. A Mosca, la visita ad alcuni grandi laboratori sperimentali, fu l’occasione per riflettere e discutere il tema della collaborazione tra scienza e industria. Sullo sfondo si staglia il mondo delle mogli degli scienziati; vere «padroncine di case professorali», secondo il commento di Libera.
L’impegno nel campo dell’associazionismo femminile fu molto attivo e propositivo. La visione internazionale dovuta agli innumerevoli viaggi in tante parti del mondo, la spinse ad aderire alla Federazione italiana laureate diplomate istituti superiori (Fildis) sorta ufficialmente nel 1922 come sezione italiana della International Federation University Women (Ifuw) di Londra allo scopo di contribuire al progresso economico e sociale delle donne. Nel nucleo originario della Società troviamo, tra le altre, Gabriella Conti Armellini, Nora Federici, Giovanna Dompé.
La sua attività nell’ambito dell’associazionismo femminile, le ha permesso di portare avanti una serie di iniziative istituzionali anche internazionali in una prospettiva di emancipazione e di difesa dei diritti delle donne.

È stata la prima Presidente nazionale Fildis del dopoguerra e prima matematica a ricoprire questo ruolo. L’incarico durò dal 1945 al 1952. Il suo grande merito è stato quello di aver riattivato la Fildis – Membro dell’Ifuw, costituitasi a Roma nel 1922 dopo l’autosospensione nel 1935 a causa del fascismo. In quegli anni la casa romana di via Sardegna 50, dopo il periodo buio delle leggi antisemitiche che aveva colpito il marito Tullio deceduto nel 1941 e la tragedia della guerra, tornò a essere un animato luogo di discussioni e meta degli incontri del movimento femminile. Si mobilitò attivamente per il voto alle donne del 1946. Tra le iniziative intraprese durante il suo mandato si segnalano la decisione di interpellare l’Istituto centrale di statistica per avviare un’inchiesta sulle attività di studio e di lavoro delle donne italiane; la sua partecipazione a un Comitato costituito su richiesta dei Ministeri dell’istruzione e del tesoro per la istituzione di scuole intitolate a Laura Bassi Veratti; l’adesione della Fildis al Consiglio nazionale per la ricostruzione educativa e culturale (Ticer) destinato a costituire la sezione italiana della Federazione mondiale in seno alle Nazioni Unite. Oltre che della Fildis si occupò anche della scuola ortofrenica assieme a Maria Montesano Levi Della Vida e della istituzione chiamata Villa verde che si prendeva cura delle madri nubili e dei loro figli. Insegnò anche inglese e matematica agli operai adulti delle borgate romane assecondando le iniziative prese da un istituto di suore laiche spagnole.
Il primo convegno federale dopo la guerra si svolse a Roma nel 1946 con la presenza delle rappresentanti ufficiali dell’International Federation of University Women. Nel 1973 morì a Roma dove si era trasferita nel 1919.

Mi legano diversi ricordi a Libera Trevisani Levi-Civita non perché io abbia avuto l’opportunità e il piacere di conoscerla, ma per la sua “presenza affettiva” nella casa di sua figlia Susanna Silberstein Trevisani Ceccherini, presidente della sezione Fildis di Roma, dove noi socie ci riunivamo ogni mese fin quando la cara, indimenticabile Susanna non ci ha lasciato. Immerse nell’atmosfera carica di ricordi di un passato ricco di storie e culture importanti, coccolate dall’ospitalità attenta, signorile, colta di Susanna, cercavamo di organizzare progetti, seminari, convegni, incontri che ruotavano intorno al mondo femminile, ai diritti negati e rivendicati, con attenzione alle giovani, alle scolaresche, ai temi dell’istruzione, delle professioni…
Desidero inoltre ricordare il libro di Fiorenza Taricone Una tessera del mosaico. Storia della federazione italiana laureate e diplomate di istituti superiori, primo libro in assoluto che tratta la storia di una associazione di donne, oltretutto particolari: tutte laureate e per di più la maggior parte in discipline scientifiche.
Noi socie Fildis riteniamo che a Libera Trevisani Levi-Civita e a sua figlia Susanna Silberstein Trevisani Ceccherini dovrebbero essere intitolati due luoghi nella città di Roma. Ci stiamo adoperando con la speranza di ottenere risultati positivi.
In copertina: gruppo Fildis Img con Libera Trevisani: in piedi in seconda fila, seconda a partire da sinistra. Archivio privato Fiorenza Taricone.
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Articolo di Gabriella Anselmi

Docente di matematica e formatrice in Italia e all’estero, presso Istituti Superiori e Università, da sempre attiva nell’associazionismo, e già presidente nazionale FILDIS, è componente del Direttivo della Rete per la Parità, del CNDI, di Toponomastica femminile, della GWI (Graduate Women International) e dell’UWE (University Women of Europe).
