Nel 1916 la I Guerra mondiale ancora non ha ancora visto una conclusione ma è già chiara la fine dell’Impero Ottomano. Di conseguenza le potenze europee della Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia e Russia) pensano a come spartirsi i territori mediorientali una volta vinta la guerra, tenendo a mente che l’area è ricca di petrolio e quindi fa gola a tutti gli Stati occidentali.
In un accordo segreto firmato a maggio del 1916 dal Ministro degli Esteri francese François Georges Picot e da quello inglese Mark Sykes, viene stabilito di creare in futuro una confederazione di Stati arabi sotto la guida di un capo arabo ma con un forte potere decisionale europeo per quanto riguarda la politica economica. Con questa promessa si spera in un’insurrezione araba filooccidentale che abbatta del tutto l’Impero Ottomano e acceleri la vittoria della guerra, insurrezione che però non si verifica.*Il diritto di ingerenza europea sarà diviso per zone: alla Russia spetterà il Nord-Est del Medio Oriente (attuali Armenia e Kurdistan turco), alla Francia la parte centrale e occidentale dell’area (attuali Siria e Libano) e alla Gran Bretagna le parti meridionali chiamate Mesopotamia, Transgiordania e Palestina (attuali Iraq, Giordania, Kuwait, Israele e territori occupati palestinesi).
Nel 1922 la guerra è finita e l’Impero Ottomano è definitivamente crollato. La nuova politica isolazionista statunitense lascia a Francia e Gran Bretagna una larghissima egemonia internazionale.
La nuova repubblica turca kemalista viene riconosciuta come entità indipendente. La Società delle Nazioni, che fa principalmente gli interessi inglesi e francesi, conferma quanto già deciso, apportandovi però una modifica: la Russia non ottiene alcun territorio in quanto si è ritirata dalla guerra prima della sua conclusione e le zone a lei destinate vengono divise tra le potenze europee e la Turchia. Le aree sotto il controllo francese e inglese vengono riconosciute ufficialmente sotto forma di protettorati. Da questo momento, gli stati mandatari dei protettorati hanno diritto di amministrare a propria discrezione le aree a loro affidate.
Il diritto all’autodeterminazione dei popoli è dunque nuovamente sospeso.
Articolo di Andrea Zennaro
Andrea Zennaro, laureato in Filosofia politica e appassionato di Storia, è attualmente fotografo e artista di strada. Scrive per passione e pubblica con frequenza su testate giornalistiche online legate al mondo femminista e anticapitalista.