Una storia emblematica: le sorelle Milanollo

Il 21 ottobre ricorre l’anniversario della morte di Maria Milanollo, il 25 quello di Teresa. Due date vicine, anche se le sorelle, entrambe enfant prodige del violino, scomparvero a distanza di molti anni l’una dall’altra. Erano nate a Savigliano, nel Cuneese, Teresa nel 1827, Maria nel 1832. Il padre faceva il falegname: pare costruisse carri e macchine per la lavorazione della seta, ma tra i contemporanei c’è chi lo dà per liutaio. Certo fu lui a procurare alla primogenita il piccolo violino che lei gli chiedeva con insistenza, dopo aver assistito a un concerto nel duomo di Savigliano, e ancora non aveva quattro anni. In ogni caso, la famiglia era di condizioni modeste, e quando si trasferirono in Francia, in cerca di occasioni migliori per la piccola Teresa che aveva rivelato un talento musicale d’eccezione, i Milanollo viaggiarono a piedi, con i muli. Era la primavera del 1836, Teresa aveva nove anni, aveva studiato il violino prima a Savigliano sotto la guida di un contrabbassista e poi a Torino e aveva già tenuto concerti in varie località del Piemonte. Maria aveva quattro anni e già imparava a suonare sotto la guida della sorella, che rimase sempre la sua unica maestra.

A Marsiglia, dove giunse dopo una tappa a Nizza, Teresa sbalordì il pubblico dei teatri, così la famiglia fu mandata a Parigi, con l’indirizzo di un famoso violinista, Pierre Lafont. Questi si rese conto subito di avere di fronte un talento eccezionale e già alla fine di quell’anno l’allieva seguiva il maestro in una tournée in Belgio e Olanda, esibendosi con lui a Bruxelles e ad Amsterdam, prima di essere chiamata addirittura alla corte dell’Aja. E poi Utrecht, Delft, Rotterdam e ancora Amsterdam nel 1837. Dopo un periodo in Inghilterra, dove i Milanollo si erano trasferiti, Teresa ritornò in Francia. Qui, nel 1839, Maria a soli sei anni si esibì per la prima volta in pubblico a fianco della già affermata sorella e fu un successo: da quel momento le due ragazze suonarono sempre più spesso insieme.

Nel 1840 il padre di Teresa, che ne amministrava oculatamente il talento cercando per lei le migliori occasioni di crescita artistica, la affidò al Conservatoire di Parigi sotto la guida di Habeneck, direttore della stessa Société des concerts del conservatorio. Teresa ebbe quindi il privilegio di esibirsi nei concerti del conservatorio insieme a Maria, suscitando l’apprezzamento di critici e musicisti, tra cui Berlioz, che in una recensione del 1841 attribuisce il suo straordinario successo non alla giovane età (Teresa ha solo 14 anni) ma al livello delle qualità squisitamente musicali del suo violinismo. Il clamore suscitato dalla popolarità delle due sorelle le porta ad esibirsi, nell’estate del 1841, nel castello di Neuilly di fronte a Luigi Filippo e alla famiglia reale.

Fino al 1848 è un trionfo in tutte le città dove le due suonano insieme in una serie di tournée  sempre più fitte: Anversa, Liegi, Bruxelles, Colonia, Francoforte, Düsseldorf. E poi Vienna e altri centri dell’impero austroungarico fino a Trieste e Milano, in una puntata in Italia durante la quale le Milanollo hanno l’occasione di tornare a Savigliano, dopo sei anni di assenza, e di suonare anche al Regio di Torino. Le corti di tutta Europa si contendevano le loro esibizioni, e il fascino che la loro immagine esercitava sul pubblico sfiorava il limite dell’isteria: quello delle sorelle Milanollo  fu un fenomeno artistico ma anche divistico che solo le cantanti dell’Opera fino ad allora avevano conosciuto e che, come scrive Piero Faustini nel ricco profilo del Dizionario Biografico degli Italiani di Treccani, «ebbe enorme eco nell’Europa degli anni Quaranta dell’Ottocento, e può essere accostato forse solo a quello analogo e di poco precedente rappresentato da Niccolò Paganini. Come al celebre precursore, alle M. venivano imputate qualità quasi soprannaturali, stavolta di segno positivo, con connotati angelici e di miracolosa purezza».

Ma mentre l’aura, un po’ diabolica, che circondava la figura di Paganini non si è dissolta, tanto che certe caratteristiche del personaggio sono entrate nel mito e abitano stabilmente l’immaginario popolare (“Paganini non ripete”), il clamore suscitato dal duo violinistico delle ragazze Milanollo terminò presto, nonostante la loro eccellenza, lasciando il posto all’oblio.  All’infuori forse di chi abita a Savigliano, dove a loro è dedicato, fin dal 1899, il teatro cittadino, oggi ben poche persone in Italia hanno idea di chi siano state le sorelle Milanollo. Certamente meno che nel Regno Unito, dove porta il loro nome una notissima marcia militare scritta da un musicista inglese nell’800, mentre un approfondito profilo biografico su Wikipedia in lingua inglese rivela un interesse non superficiale da parte degli studiosi d’oltre Manica. E comunque la fama di Teresa e Maria, al di qua delle Alpi, fu sempre inferiore a quella che arrise loro negli altri paesi europei, dove le due sorelle giunsero a ispirare molta letteratura del secolo.

Colpisce, questo diverso destino di Paganini e delle due Milanollo,  e suscita qualche interrogativo. Certamente una qualche influenza ebbe, su Teresa, la morte precoce di Maria, uccisa a soli 16 anni da una tisi galoppante, resa forse più aggressiva dalla stanchezza prodotta da un superlavoro decennale in età troppo precoce. Ripresasi dalla crisi che seguì la tragica scomparsa della sorella, Teresa continuò da sola, per qualche anno, la sua carriera di violinista, cui si aggiunse quella di compositrice, ma a trent’anni smise di esibirsi. Il 6 aprile del 1857  tenne l’ultimo concerto a pagamento: il 15 di quel mese ebbe luogo, nella villa acquistata dalla famiglia a Malzéville, vicino a Nancy, il matrimonio con il capitano d’artiglieria Teodoro Parmentier.

Con tutta probabilità non era pensabile, allora, che la moglie di un ufficiale di carriera potesse avere un’occupazione autonoma e ancor meno un’occupazione che la portasse in giro da sola per l’Europa; fu il matrimonio quindi a bloccare bruscamente l’attività artistica di Teresa Milanollo, a ulteriore riprova che a quel tempo il costume sociale relegava  le donne, soprattutto se di condizione elevata, nell’ambito della famiglia, mettendo ai margini della loro vita ogni altro interesse.

Che cosa ci siamo persi, dunque? Quali risultati artistici, quali gioielli creativi ci avrebbe lasciato la comprovata abilità di Teresa come compositrice, se solo si fosse sentita autorizzata a continuare la sua attività? Se non fosse stata costretta a scegliere tra carriera e affetti? Vero è che, continuando a citare dal Dizionario Biografico degli Italiani, «la parabola artistica di Teresa contribuì in maniera determinante alla popolarità della pratica violinistica nel mondo femminile di metà Ottocento»: prova ne è, per esempio, la carriera concertistica di Teresina Tua, “l’angelo del violino” della generazione successiva. Un effetto imitazione simile a quello che produce oggi, per ora naturalmente solo nelle aspirazioni di tante ragazze, l’esempio di Samantha Cristoforetti.

Quella delle sorelle Milanollo è comunque una vicenda emblematica, uno dei tanti esempi da riscoprire per una storia delle donne ancora da capire del tutto, forse, nella realtà dei suoi snodi fondamentali e soprattutto da diffondere per creare, nelle donne e negli uomini, la consapevolezza che ancora manca

Fonti:

http://www.treccani.it/enciclopedia/milanollo_(Dizionario-Biografico)/

https://en.wikipedia.org/wiki/Milanollo

Articolo di Loretta Junck

qvFhs-fCGià docente di lettere nei licei, fa parte del “Comitato dei lettori” del Premio letterario Italo Calvino ed è referente di Toponomastica femminile per il Piemonte. Nel 2014 ha organizzato il III Convegno di Toponomastica femminile. curandone gli atti. Ha collaborato alla stesura di Le Mille. I primati delle donne e scritto per diverse testate (L’Indice dei libri del mese, Noi Donne, Dol’s ecc.).

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