C’era in Atene una bella donna

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Importanti sono quei libri che non finiscono all’ultima pagina, che chiamano a sé colleghi cartacei in un dialogo continuo e costante, che prendono di forza il mento di chi legge per indirizzarne lo sguardo verso punti e orizzonti che non si conoscevano, a mostrare zone di luce dove prima si pensava non ci fosse nulla. Importanti sono quei libri che rompono, prima di costruire, che spazzano via prima di sedimentare. C’era in Atene una bella donna è un libro di questi qui, di questi importanti e demolitori, di questi che parlano e se ne tirano dietro tanti altri, di libri, ripresentandoli e facendoteli conoscere di nuovo. L’autrice, Vittoria Longoni, propone un cammino, tutt’altro che banale, in quel mondo dell’Antica Grecia che troppo spesso pare essere percepito come monolite atavico e quasi immobile, come un nome tutto attaccato e confinante dal resto solo grazie alle lucide pagine di un libro di storia. Da Omero al secondo secolo dopo Cristo, dalle origini della letteratura occidentale fino a una Grecia ormai provincia romana, il viaggio ci fa muovere in Atene, Sparta, Corinto, Lesbo, Eleusi, Persia ed Egitto, dalle montagne dell’Attica alle pianure della Beozia fino alle coste egee dell’isola saffica.  Tante sono le donne che si incontrano in questo andare, molte note, altre appena conosciute, altre ancora estranee al comune sapere, ma tutte descritte con pennellate veloci e ritratti intensi, quasi a dare loro il cono di un riflettore e la solitudine del palcoscenico per raccontare e raccontarsi. E questo narrare muove i propri passi per tutta la linea di tempo che la Grecia Antica vive e costruisce: quella epica e mitologica dell’VIII secolo a.C., quella legislatrice e oligantropica delle póleis, quella possente della tragedia e quella irriverente della commedia, quella “contaminata” dei diadochi, quella centrifuga della provincia romana. Ciascuna epoca, ciascuna area geografica presenta caratteristiche peculiari e diversificate. E così scopriamo che le donne spartane sono decisamente più libere di quanto non lo siano le loro contemporanee ateniesi. Scopriamo che le mogli virtuose invidiano le etère e che le etère invidiano le mogli legittime. Scopriamo che la donna proba deve votarsi al silenzio, e che la donna libera – invece – parla, legge, compone, va a teatro, fa letteratura e politica.
Scopriamo le prostitute sacre di Corinto. Scopriamo Saffo e scopriamo che Saffo non è stata l’unica e che di poete ce ne sono state tante, molte davvero grandi, e che spesso – se paragonate ai loro colleghi uomini – esse hanno dimostrato uno slancio verso la modernità di assoluta innovazione.
Scopriamo, soprattutto, che le donne sono le principali nemiche di altre donne perché vittime consapevoli o meno del sistema patriarcale che tutte dirige, inquadra, definisce.
E scopriamo che sempre, e da sempre, esistono donne che tentano di scollarsi dalla posizione imposta della scacchiera sociale, muovendo passi stentati o profondamente rivoluzionari.
Regine, schiave, mogli. Etère, concubine, prostitute. Donne. Un universo variegato ma puntualmente descritto e raccontato. Una voce di donna, una penna di donna che si fa carico di tutte le voci e le penne che dal passato giungono ai nostri occhi, parlando di loro e con loro per mostrare cosa è stato, cosa è e cosa possiamo ancora fare.

Articolo di Sara Balzerano

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Laureata in Filologia Moderna, è giornalista pubblicista e ha collaborato, con articoli, racconti e recensioni, a diverse pagine web. Ama i romanzi d’amore e i grandi cantautori italiani, la musica di Einaudi, la poesia, i gatti e la pizza. Il suo obiettivo principale è avere, sempre, la forza di continuare a chiedere Shomèr ma mi llailah (“sentinella, quanto [resta] della notte”)? Perché crede nei dubbi più che nelle certezze; perché domandare significa — in fondo — non fermarsi mai. Studia per sfida, legge per sopravvivenza, scrive per essere felice.

 

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