Nel 1997 un gruppo di giovani artisti e artiste dell’estrema periferia di San Paolo in Brasile si riunisce in un collettivo chiamato Grupo Opni, con l’ideale comune di dare voce agli “invisibili” attraverso l’arte. L’utopia diventa realtà e circa dieci anni dopo nasce il progetto Favela Galeria (Galleria Favela): iniziativa in cui l’arte urbana è utilizzata come forma di protesta, come gesto rivoluzionario che va oltre il concetto di arte per l’arte.


È così che la favela di Vila Flavia inizia a prendere colore, grazie agli interventi del Grupo Opni e di artiste e artisti da loro invitati.


«C’è una selezione precedente degli artisti, una vera e propria curatela» racconta Anselmo, direttore del progetto. «Col fatto che il Grupo Opni è cresciuto qui, si è instaurata una buona relazione con gli abitanti e quindi è più facile parlare con loro. Se non avessimo avuto questo legame positivo nessuno sarebbe stato qui col cellulare o con la macchinetta fotografica. C’è sempre un dialogo preventivo sul tipo di disegno che verrà realizzato. La casa appartiene a qualcuno che sta cedendo il suo spazio e, dunque, bisogna averne rispetto.»


Nel 2008 il collettivo fonda la Ong “São Mateus in movimento”, che realizza laboratori gratuiti per la popolazione e nel 2014 merita il premio “Territori culturali” assegnato dal governo di San Paolo, il quale ne riconosce le iniziative artistiche che si distinguono per il lavoro sociale sul territorio. Un anno prima il progetto era già riuscito a richiamare l’attenzione del municipio sullo stato di un ruscello contaminato dalle acque reflue. «Il corso d’acqua è otturato dallo scarico della fogna e l’acqua non viene pulita.» spiega Kari, una delle artiste del collettivo.

«Il nostro quartiere ha più di settant’anni e questo sistema fognario è stato realizzato solo sei anni fa. Se adesso la situazione non è buona, prima era certamente peggiore. Solo grazie agli interventi artistici siamo riusciti a farci ascoltare dal governo: è ciò che significa per noi migliorare la qualità della vita attraverso l’arte e questo è l’obiettivo principale di Favela Galeria».


La mancanza di adeguati impianti di smaltimento idrico non è una novità in Brasile, secondo l’Agenzia Nazionale delle Acque (Ana) l’80% delle città brasiliane non dispone di un adeguato sistema di raccolta delle acque reflue che vengono scaricate direttamente nei fiumi. Questa condizione è la principale forma di inquinamento idrico del Paese. Anche l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) segnala la presenza di acque contaminate come una delle le principali cause di morte di un/a bambino/a su quattro al di sotto dei cinque anni d’età. Gli interventi artistici nella Favela aspirano anche a muoversi contro il razzismo e i pregiudizi. «Caratteristica del Grupo Opni è l’essere costituito da artisti neri che dipingono persone nere».


Il progetto è la dimostrazione che, grazie alla creatività, un luogo come la favela può andare oltre la violenza ed il pericolo.

Articolo di Livia Fabiani
Livia Fabiani nasce a Roma nel 1994. Si appassiona all’arte urbana mentre frequenta il liceo classico al Socrate, curando la realizzazione del murales ispirato al filosofo che dà il nome alla scuola. Si laurea in Scienze dell’Architettura, organizza live panting e mostre di street art, in particolare l’expo collettiva “Italian Urban Art” a Lipsia, in Germania e la prima mostra personale dello scultore urbano Andrea Gandini. Nel 2019 vince il Bando Regionale “Torno subito” arrivando fino in Brasile per realizzare un progetto sulle donne nell’arte urbana..