Carissime lettrici e carissimi lettori,
mi sento umilmente carente in nozioni di Storia, il cui studio auspichiamo fortemente non abbandoni mai le aule scolastiche e gli esami finali di qualsiasi percorso pre-universitario. Ammessa la mia colpa, dimostro tutta la mia sorpresa di fronte a comportamenti che, parafrasando Walter Benjamin (del quale quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario della morte, il 26 settembre del 1940, in Spagna), in questa epoca della riproducibilità tecnica possono arrivare a tutte e tutti noi, giovani in primis.
Assistiamo ormai giornalmente a spettacoli non consoni alla logica di un mondo adulto e responsabile. Vediamo il Presidente di uno degli Stati più forti del pianeta lanciare a terra la mascherina che dovrebbe proteggere gli altri e sé stesso da un virus pandemico che ha già fatto milioni di vittime e che purtroppo sta continuando a vivere tra noi. Il presidente Donald Trump non è il solo e neppure è l’unico che si è ammalato di quel virus che da sempre deride, impunito. Gli hanno fatto e gli fanno compagnia in tanti e non unicamente alcuni responsabili politici di interi popoli che con tali comportamenti sono esposti maggiormente a rischio. Abbiamo visto a Roma, sabato scorso, una piazza piena di cosiddetti/e negazionisti/e. Questo termine mi riporta alla mente una situazione apparentemente diversa, ma che riflette uno stesso momento, ugualmente universale e grave: la negazione dell’esistenza dell’olocausto come non accaduto storicamente; e ciò fa capire quanto l’odio procuri cecità. La piazza di sabato a Roma invocava democrazia e libertà, di fronte a una pandemia. Come se alcuni accorgimenti sanitari (distanziamento/mascherina/lavaggio mani) potessero impedire la libera espressione. Giorni dopo abbiamo assistito alla performance di un noto comico che davanti al Parlamento rifiutava l’uso della mascherina anche in presenza delle forze dell’ordine preposte ai controlli.
Ma che cosa sono la democrazia e la libertà? Se esiste un pericolo per la salute di tutti e tutte noi è lecito alla politica dare indicazioni di base a cui attenersi? Cosa significa limitazione della libertà personale? Le leggi, “quelle che non vanno temute”, come dice il poeta che qui una volta abbiamo citato, sono di per sé limitazioni alla libertà di ciascuna persona perché indicano il lecito e il non lecito? Lasciamo la risposta a chi di competenza, alla giustizia, alla filosofia e alla politica, ma diciamo che comportarsi in modo da non permettere che il virus, protagonista di quest’anno bisestile, dilaghi, non comporta sacrifici così estremi e potrebbe essere una scelta salvifica.
Ma facciamo festa con il cinema! Con una direzione generale (Francesca Via) e una presidenza (Laura Delli Colli) al femminile, giovedì ha preso il via, seguendo, anche nella scelta di svolgersi in presenza, il corrispondente evento veneziano, la quindicesima edizione della Festa del Cinema di Roma: «Portare film e protagonisti, in assoluta sicurezza — ha detto Delli Colli alla presentazione dell’evento — oltre l’Auditorium, in alcune sale della città è il miglior modo per incoraggiare il pubblico a tornare finalmente in sala superando timori e difficoltà che fanno purtroppo ancora parte della quotidianità di tutti noi. Abbiamo superato le complicazioni di una Festa che è già scritta nella storia di quest’anno drammatico e difficile per tutti perché volevamo esserci, e ci siamo, anche per loro e per un settore di eccellenza del Paese. Festa numero 15 con mascherina, distanziamento, attenzioni e tante regole ma, in sintesi, con la volontà di non tradire le attese del pubblico e di riavvicinare gli spettatori alle sale in questi giorni e oltre la fine delle Festa».
La Festa del cinema quest’anno per la prima volta è apertamente dalla parte delle donne. In collaborazione con la Regione Lazio, il cinema entra nelle Case rifugio, dove sono accolte le donne vittime della violenza maschile e dove le donne abusate cercano di ricostruire la propria identità e autonomia. Grazie a una dotazione tecnica straordinaria, le ospiti delle Case rifugio potranno accedere gratuitamente alle proiezioni dei film trasmessi in anteprima durante questo evento.
Altra novità di questa quindicesima edizione 2020 riguarda alcune librerie indipendenti distribuite sul territorio romano: Altroquando, in centro, Libreria Piave vicina ai maggiori licei della città, Tomo Libreria Caffè, nel cuore del quartiere universitario di San Lorenzo, e Acilia libri, posizionata in uno dei quartieri periferici più attenti alle attività culturali.
Coinvolta anche la periferia con l’inaugurazione dello spazio all’aperto del Teatro di Tor Bella Monaca sotto lo scudo del Rif, il Museo delle periferie. Così viene interessata anche quella parte della città, più lontana dal centro nevralgico della Festa, con temi che gireranno intorno alla musica. Ritornando in centro e all’omaggio alle donne di questa edizione 2020, a un passo dalla via felliniana per eccellenza, in Largo Fellini appunto, sotto le Mura Aureliane, da giovedì è visibile un’installazione artistica, creata da un’idea di Paola Mainetti: quattro panchine, di cui una rossa, che ospita la scultura in bronzo di Anna Magnani, l’indimenticabile attrice romana, donna indomita e coraggiosa. Nannarella, come affettuosamente veniva chiamata, qui seduta, simboleggia la condanna contro ogni forma di sopraffazione sulle donne. Un tema, questo, centrale di uno dei più attesi film della Festa del cinema: La vita che verrà di Phyllica Lloyd, l’autrice di Mamma Mia, che parla proprio di violenza su una donna, ma anche della sua rinascita.
Per rimanere nella capitale, ma spostandoci in Vaticano, Papa Francesco conduce a un altro passo rivoluzionario la Chiesa, attraverso non poche e fortissime opposizioni. Parlando nel suo intervento domenicale dalla finestra degli appartamenti vaticani, Bergoglio invita ad «allargare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa, e di una presenza laica, si intende, ma sottolineando l’aspetto femminile, perché in genere le donne vengono messe da parte». Il Papa raccomanda di «promuovere l’integrazione delle donne nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti». Perché c’è il pericolo — aggiunge — di «cadere nei clericalismi che annullano il carisma laicale e rovinano anche il volto della Chiesa». Dopo la nomina di una donna sottosegretario nella Sezione per i Rapporti con gli Stati, il programma riformatore di Papa Francesco recentemente ha registrato un nuovo capitolo con l’introduzione, nel Consiglio per l’Economia, di sei laiche, scelte tra docenti universitarie e manager della finanza. Un passo non da poco per una Chiesa fino a oggi sempre molto gerarchica e maschilista.
Ancora di donne, di Corpi, di disparità di Genere si parla in questo numero 84 di Vitaminevaganti.com. Le disparità di genere, il modo diverso di “educare” il bambino e la bambina sono illustrati da un articolo di Graziella Priulla sulle differenze educative di genere. È intitolato Io Tarzan tu Jane, con un non involontario accenno al mondo della pubblicità, sempre ancora troppo macho. Comincia questa settimana una nuova serie inserita in A Tavola. Pane ed Olio. La prima puntata sull’Olio Evo parlerà di questo prezioso alimento che sta per essere raccolto e lavorato. Se ne parlerà via via sotto tanti aspetti, da quello culturale ai benefici per la nostra salute al riconoscere un buon prodotto e a distinguerlo da altri, non solo più commerciali, ma addirittura non autentici e dannosi. Le ritrattiste e “non solo”, come recita il titolo, sono le protagoniste dell’odierna puntata della serie sulle artiste fiorentine che ci hanno fatto entrare e, di conseguenza, scoprire un mondo di bellezza e di operosità degna di essere nella Storia. Una delle Mille è Jane Addams, la prima donna americana a ricevere il premio Nobel per la Pace (nel 1931), la donna più pericolosa d’America, come è stata chiamata. Una figura meravigliosa ed emozionante, combattiva, che si è schierata, non ascoltata, con tutte le sue forze contro la guerra e in particolare la prima guerra mondiale. Fondatrice di associazioni a favore degli ultimi e delle donne è stata tra le promotrici del Congresso internazionale delle donne (L’Aja, 1915). Rimasta poco conosciuta, o almeno non tanto quanto meritava, ha fondato la Women’s International League for Peace and Freedom.
Tutta da leggere la storia di Lucia Stasio, che a 38 anni ha lasciato il suo impiego da ragioniera e ha preso in mano da sola l’officina lasciata dal padre, diventando Arrotina, a Ercolano, sotto il Vesuvio e a un passo dagli scavi che si dice siano superiori, per importanza e bellezza, a quelli di Pompei. La Tesi di questo mese arriva dall’università di Macerata. Parte dalla scrittura di Dacia Maraini e dilaga come un torrente in piena, adattandosi alla biografia impegnata dell’autrice di Fiesole e coinvolgendo altre voci, in un lavoro tutto da scoprire. Una passeggiata a Montecatini ci porta di nuovo in Toscana e gli occhi si inebriano di bellezza e Storia scorrendo i medaglioni, testimoni di presenze illustri tra regnanti, attori e soprattutto attrici, italiane e straniere che ornano il viale (viale Verdi) verso lo stabilimento per antonomasia, il Tettuccio. Ne troviamo tante menzionate, da Olivia De Havilland (vi ricordate Via col vento?) a Mary Pickford ad Audrey Hepburn fino alla bellissima Grace Kelly, vera principessa e non solo della scena, ad Ingrid Bergman e Anouk Aimée. Poi le italianissime Sofia Loren, Silvana Mangano, Gina Lollobrigida e Giulietta Masina. Un luogo di incontri mondani all’ombra di passaggi termali.
Tutta da leggere, per conoscere meglio la Cina in un momento così delicato di giudizi e indicazioni contrastanti, la recensione del libro della giornalista Karoline Kan, Diario di una millennial cinese, così come è sottotitolato Sole rosso. Un’altra bella recensione è quella che riguarda Carnaio, il romanzo di Giulio Cavalli, che l’autrice definisce come un colpo allo stomaco necessario: «Chi non si adatta diventa straniero. Chi è straniero diventa un impiccio, anche se un’ora prima era tua moglie, tuo fratello, tua figlia. […] Quando se ne va l’umanità, anche il vero diventa un lusso: non è per ignoranza, come potrebbe sembrare, ma per un rimescolamento avvelenato delle priorità».
Buona lettura a tutte e a tutti
Editoriale di Giusi Sammartino
Laureata in Lingua e letteratura russa, ha insegnato nei licei romani. Collabora con Synergasia onlus, per interpretariato e mediazione linguistica. Come giornalista ha scritto su La Repubblica e su Il Messaggero. Ha scritto L’interpretazione del dolore. Storie di rifugiati e di interpreti; Siamo qui. Storie e successi di donne migranti e curato il numero monografico di “Affari Sociali Internazionali” su I nuovi scenari socio-linguistici in Italia.