Éliane Vogel-Polsky

Per chi, come me, ha fatto la sindacalista, Éliane Vogel-Polsky rimane senza dubbio una delle figure di riferimento. Sebbene sia stata anche una brillante ricercatrice e una docente universitaria, nonché un’esperta di istituzioni internazionali, il suo nome è indissolubilmente legato alla sua professione di avvocata e al caso Defrenne che sostenne davanti alla Corte di Giustizia Europea per la diretta applicabilità dell’art. 119 del Trattato di Roma, relativo alla parità salariale. Europeista convinta, si occuperà anche della armonizzazione delle legislazioni sociali nazionali con quelle europee.

Nata nel 1926 a Gand, in Belgio, da genitori russi ha la fortuna di frequentare l’Émile Jacqmain Lycée, una scuola che ha l’obiettivo di educare le donne emancipate a svolgere un ruolo efficace nella società di domani con un’istruzione equivalente a quella degli uomini. Per le sue origini ebree conosce, tuttavia, la persecuzione ed è costretta a completare gli studi umanistici presso le suore benedettine di La Paix Notre Dame a Liegi, sotto falsa identità. Alla fine della guerra, inizia a studiare legge alla Facultés Universitaires Saint-Louis e ottiene il dottorato alla Libera Università di Bruxelles nel 1950. In quel periodo il mondo universitario cominciava ad aprirsi gradualmente alle donne ma le facoltà di diritto erano prevalentemente a frequenza maschile. Tuttavia, Éliane Polsky e alcune altre si cimentano nell’impresa e lei sarà la prima donna a ottenere il premio dell’eloquenza. Durante gli studi universitari forma un proficuo trio con Marie-Therese Cuvelliez – che ritroveremo insieme a lei in tante battaglie- e Odette De Wynter. Non avendo alcuna propensione verso le mansioni domestiche, come lei stessa ricordava, annoiata dal tran tran portato dal matrimonio, avvenuto nel 1952, e dalla cura dei suoi tre figli, decide di tornare a studiare. Éliane Vogel-Polsky si laurea dunque in diritto sociale, nel 1963, con una tesi sulla legislazione sociale internazionale e sui problemi connessi per risolvere pacificamente i conflitti collettivi di lavoro. Ha studiato diversi sistemi di diritto del lavoro, romano-germanico, anglosassone, nordico e comunista e nel 1965 le viene conferito il titolo speciale di esperta in Studi internazionali.

Il 16 febbraio 1966 è una data importante per la storia della Comunità europea. A Herstal entra in sciopero la Fabrique Nationale, di proprietà statale, con 3.550 operaie. Viene rivendicata l’applicazione dell’articolo 119: «Ogni stato membro (…) dovrà assicurare e di conseguenza garantire l’applicazione del principio che uomini e donne devono ricevere una uguale retribuzione a fronte di un uguale lavoro».
La vertenza non avrà una conclusione felice, ma per Éliane sarà uno stimolo per continuare la sua battaglia contro «l’influenza del pregiudizio e dei valori che autorizzano e giustificano la differenza di trattamento legale tra lavoratrici e lavoratori per lo stesso lavoro» e contro le clausole risolutive dei contratti di lavoro legate all’età o allo stato civile delle lavoratrici. Negli anni successivi, porta dinanzi alla Corte di Giustizia europea il caso della hostess Gabrielle Defrenne, licenziata dalla società aerea Sabena in quanto aveva compiuto 40 anni (mentre agli uomini era consentito di volare fino ai 55). Vogel-Polsky ritiene che non sia stato applicato l’art.119 del Trattato istitutivo della Cee e la Corte, nel dispositivo, scrive fra l’altro che: «il principio della parita di retribuzione, di cui all’ art . 119 , può essere fatto valere dinanzi ai giudici nazionali e questi devono garantire la tutela dei diritti che detta disposizione attribuisce ai singoli, in particolare nel caso di discriminazioni che traggano direttamente origine da norme di legge o da contratti collettivi di lavoro, come pure nel caso di retribuzione diversa di lavoratori di sesso femminile e di lavoratori di sesso maschile per lo stesso lavoro, qualora questo venga svolto nella stessa azienda o ufficio, privato o pubblico». Il dispositivo sancisce, in pratica, la diretta applicabilità dell’articolo 119. Si devono alla ostinazione di Éliane Vogel-Polsky anche la Direttiva 75/117/Cee del Consiglio, del 10 febbraio 1975, per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative all’applicazione del principio della parità delle retribuzioni tra i lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile e la Direttiva 76/207/Cee del Consiglio, del 9 febbraio 1976, relativa all’attuazione del principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne per quanto riguarda l’accesso al lavoro, alla formazione e alla promozione professionali e le condizioni lavorative.

Lucidamente critica nei confronti della società patriarcale, Éliane ebbe a dire: «Tutte le strade che portano al potere — esercito, produzione, tecnologia, università, scienza, polizia — sono nelle mani degli uomini». Si vede chiaramente come una delle cause della disparità di trattamento sul lavoro come pure nella vita sociale sia la sottorappresentazione delle donne nei tavoli di contrattazione e negli scranni della politica. Questa piaga, tuttora presente in quasi tutti i Paesi europei, condiziona l’accesso delle donne alla vita pubblica e il pieno riconoscimento dei loro diritti.
Negli anni Ottanta e seguenti il paradigma della parità si diffonde a livello internazionale a istituzioni come il Consiglio d’Europa o le Nazioni Unite. Molto rapidamente, Éliane Vogel-Polsky si unisce a questa lotta che non mira più solo alla parità retributiva tra uomini e donne, ma soprattutto alle pari opportunità e all’inclusione a pieno titolo delle donne in tutti i settori della vita sociale, politica e culturale. Éliane partecipa alla Rete europea delle donne e si batte, dunque, per rompere il soffitto di cristallo e portare finalmente le donne nei luoghi della politica e delle Istituzioni. Vuole che siano le donne a rappresentare gli interessi della società visto che fino a quel momento i loro interessi sono stati scarsamente rappresentati. Lei stessa deciderà di candidarsi alle elezioni europee del 1994 nella lista della Sinistra unitaria. Negli anni seguenti continuerà a svolgere un’intensa attività di studio, divulgazione e pubblicazioni sempre legate alla parità di genere.

Éliane Vogel-Polsky è morta il 13 novembre 2015; il suo costante impegno la rende una figura centrale nella storia dell’Europa sociale e nell’emancipazione femminile. La sua eredità verrà portata avanti con la creazione di una task force sull’uguaglianza di genere all’interno della Commissione europea.

Qui le traduzioni in francese e inglese

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Articolo di Ester Vitale

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Laureata in Giurisprudenza e in Scienze Politiche, è stata Segretaria Generale della Uilca Sicilia, segretaria Regionale della Uil Sicilia, parte del Consiglio Nazionale della Uil — militando nel Coordinamento Pari Opportunità — e membro della Commissione per l’Imprenditoria femminile della Cciia di Caltanissetta. Consigliera del Comitato Economico e Sociale Europeo fino a settembre 2020, oggi è portavoce dell’Associazione “Onde donneinmovimento” di Caltanissetta.

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