Ľudmila Pajdušáková. La signora delle stelle comete

«Le stelle sono illuminate perché ognuno un giorno possa trovare la sua», ipotizzava Saint-Exupery, ed in effetti questa “signora delle stelle” che da insegnante divenne la prima astronoma della moderna astronomia slovacca, di stelle ne ha trovate tante. Ľudmila Pajdušáková nacque il 29 giugno 1916 a Radošovce in una famiglia di commercianti; a sedici anni rimase orfana e dovette occuparsi dei fratelli. Dal 1929 al ’35 studiò alla Real Grammar School di Kláštor pod Znievom, quindi in un istituto privato ottenendo la qualifica di insegnante. Dal 1936 al ’44 fu docente in varie scuole, ma poi avvenne la svolta determinante, con la scelta di diventare astronoma. Maturò le sue prime esperienze scientifiche presso l’Osservatorio statale di Skalnaté Pleso, dove ha lavorato dal 1944 al 1953, svolgendo all’inizio mansioni tecniche. Lì conobbe il climatologo e astronomo dilettante Antonín Bečvář con cui ci fu una proficua intesa professionale e sentimentale, che tuttavia non portò al matrimonio. Nel frattempo studiava astronomia presso la facoltà di Scienze dell’Università Comenius di Bratislava.

Già nel maggio del 1946 la bella, giovane, intelligente astronoma scopre la sua prima cometa. Da quel momento spesso le sarà attribuito il soprannome “Kometa”. Le sue osservazioni sugli sciami di meteore pubblicate nello stesso anno si riferiscono a 11.000 meteore raffigurate in 10.000 immagini, con una media di una ogni 30 ore: si tratta della raccolta più numerosa al mondo dopo quella di Harvard. Il 7 marzo 1948 si iscrisse al Partito comunista e intanto andava avanti con le scoperte e gli studi. Nel 1950 ha conseguito il titolo di Rndr (equivalente alla laurea magistrale in Scienze naturali) e nel 1966 la laurea Csc (Candidata delle Scienze). Dal 1953 al 1979 ha lavorato presso l’Istituto Astronomico dell’Accademia delle Scienze slovacca, Tatranská Lomnica, dove è stata direttrice a partire dal 16 agosto 1958. Secondo alcune voci (maligne? invidiose? attendibili?) ha “governato” imponendo persone a lei gradite e licenziandone altre, con metodi piuttosto autoritari, avendo le spalle coperte dal Partito. Diversi conflitti interni la spinsero addirittura a dare le dimissioni, nel 1965, con il pretesto di occuparsi del figlio dodicenne, ma fu convinta dalla dirigenza del Partito a rimanere al suo posto; lasciò soltanto il 31 marzo 1979, pochi mesi prima della morte. Prima di procedere con le scoperte, occorre fornire qualche dettaglio in più sugli osservatori astronomici slovacchi. Sugli Alti Tatra erano sorti due osservatori: nel 1943 Skalnaté Pleso – che ha il motto latino Per aspera ad astra e ha dato il nome a un asteroide – dove ancora oggi si studiano asteroidi, meteoriti, stelle variabili e la loro evoluzione, e Lomnický Štít, situato a 2632 m.s.l.m., realizzato fra il 1957 e il ’62, dove a partire dal 1981 ininterrottamente si effettua il monitoraggio dei raggi cosmici. La loro posizione geografica sui monti omonimi spiega il perché della denominazione “Tatra” assegnata alla serie di stelle di cui stiamo per parlare.

Come scienziata, Pajdušáková è diventata famosa per la scoperta di cinque nuove comete e la partecipazione ad altre scoperte collettive. Negli anni dopo la Seconda guerra mondiale, insieme al personale dell’osservatorio di Skalnaté Pleso – Antonín Mrkos, Ľubor Kresák, Antonín Bečvář e MargitaVozárová-Kresáková – si dedicò alla ricerca di nuove comete: gli sforzi comuni produssero risultati eccezionali. Delle 70 comete individuate negli anni dal 1946 al 1959 in tutto il mondo, 18 scoperte avvennero negli osservatori citati poco sopra. Per fare un confronto, basta sapere che il celebre osservatorio di Monte Palomar negli Stati Uniti registrò 13 scoperte e altri osservatori mondiali non più di cinque ciascuno. Si deduce che in quegli istituti slovacchi è avvenuto quasi un terzo di tutte le scoperte, comprese quelle che potevano essere osservate solo dall’emisfero meridionale. La risposta della comunità scientifica si rivelò straordinaria. Al Congresso dell’Unione astronomica internazionale, tenutosi a Roma nel 1954, la Cecoslovacchia fu dichiarata una “potenza cometa” grazie alle scoperte. La prima cometa della serie “Tatra” fu la stella 1946 K1 Pajdušáková-Rotbart-Weber scoperta il 30 maggio 1946 a Skalnaté Pleso, l’ultima, la IX Mrkos, fu scoperta il 3 dicembre 1959 a Lomnický Štít. Secondo le fonti disponibili, tre erano di breve periodo. La cometa 45 P/Honda-Mrkos-Pajdušáková infatti ha un periodo orbitale di poco più di cinque anni ed è probabilmente correlata allo sciame meteorico Alpha Capricornidi. La P/Tuttle-Giacobini-Kresák è una delle comete che interrompono lunghi periodi di riposo con una improvvisa e inaspettata crescita di luminosità: nel 1973 la aumentò temporaneamente con due esplosioni fino a 4.000 volte. Questa, così come la P/Perrine-Mrkos, consiste nella scoperta di comete periodiche perdute da tempo e non osservate dall’inizio del secolo. La più bella delle “Tatra” è stata senza dubbio la cometa del 1957 attribuita all’astronomo Mrkos. Per il suo affascinante aspetto somigliava alla celebre Hale-Bopp in una struttura di plasma con una lunga coda di polvere. Insieme alla III Mrkos (1955) è stata osservata ad occhio nudo al tramonto vicino al Sole. Attribuite a Pajdušáková sono le scoperte di C/1948 E1 (insieme a Mrkos), di C/1951 C1 e di C/1953 X1; inoltre le si deve una “riscoperta”: quella di 27 P/1956/S1 Crommelin. Gli osservatori di Skalnaté Pleso e Lomnický Štít hanno ottenuto il riconoscimento mondiale per i loro atlanti del cielo stellato e le scoperte di comete.

È indiscutibile che Ľudmila Pajdušáková abbia dato un consistente contribuito grazie alle sue capacità. Già come ricercatrice, ha portato all’introduzione dell’osservazione e determinazione delle posizioni degli asteroidi e allo studio delle meteore. Come direttrice dell’Istituto Astronomico dell’Accademia delle Scienze slovacca, ha studiato l’atmosfera del Sole; si è occupata della metodologia e dell’interpretazione delle relative osservazioni, della decomposizione dei fenomeni variabili nel Sole e delle loro relazioni coni cambiamenti ciclici. Si è poi dedicata con successo a una vasta gamma di fenomeni astronomici, ha ampiamente contribuito alla divulgazione delle conoscenze scientifiche e allo sviluppo dell’astronomia amatoriale in Slovacchia. Si racconta che non ci fosse scuola, fabbrica, centro culturale dove non si recasse; non c’era manifestazione scientifica a cui non fosse presente, sempre elegante e dotata di fascino e di una parlantina vivace. Ha pubblicato vari libri, più di 20 articoli scientifici originali su riviste nazionali e straniere, dozzine di articoli professionali e più di 100 articoli di natura divulgativa su problemi di astronomia, cosmonautica e visione del mondo. Scienziata attenta e operosa, impegnata nel lavoro ma anche in molteplici attività sociali, è stata coinvolta in modo significativo nei movimenti per la pace e a favore dell’emancipazione femminile. È stata membro del Comitato centrale dell’Accademia delle scienze socialista (1955-1960) e del Consiglio mondiale per la pace (1961-1973), presidente della Società astronomica slovacca della Sas (1962-1974), membro dell’Unione delle donne slovacche (1964-1974), dell’Unione astronomica internazionale (Iau, 1967) e della Commissione sulle radiazioni e la struttura dell’atmosfera solare (1967). Era una formatrice di successo che ha stimolato e incoraggiato la carriera e gli studi di diversi scienziati e colleghi. Il presidente della Società astronomica slovacca Ladislav Hric ha detto: «Da ragazzino, ero con mio padre a una delle sue numerose lezioni di astronomia. La sua presentazione bella e piena di sentimento mi ha convinto che studiare astronomia è una bella cosa. Ed è per questo che la dottoressa Ľudmila Pajdušáková si è affermata nel mondo, perché era appassionata della causa, molto tenace e determinata». Ľudmila Pajdušáková morì all’età di 63 anni il 6 ottobre 1979 a Vyšné Hágy, una frazione di Vysoké Tatry.

Nella brillante carriera ha ricevuto premi prestigiosi: la 215° Donohoe CometMedal (1947), il Premio Consiglio del lavoro (1956), il Premio cecoslovacco per la Pace (1971), la Medaglia Keplero dell’Accademia delle Scienze Cecoslovacca (1973), la Medaglia Copernico dell’Accademia delle Scienze Cecoslovacca (1973), la Targa d’Oro dell’Unione delle Donne Slovacche(1974). A lei è stato dedicato l’asteroide 3636, scoperto il 17 ottobre 1982 dall’ex marito, il collega astronomo Antonín Mrkos.

Qui le traduzioni in francese, inglese.

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Articolo di Laura Candiani

Ex insegnante di Materie letterarie, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate al suo territorio: una sul capoluogo, l’altra intitolata La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne.

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