Melina Mercouri

Melina Mercouri (1920-1994) era una donna poliedrica e talentuosa, cosmopolita con una forte identità greca. La stampa internazionale l’aveva definita l’Ultima Dea Greca. Attrice, cantante, attivista e politica, è stata la prima, tra le donne, a essere nominata Ministra della Cultura in Grecia (1981-1989) e “ambasciatrice” del Paese nel mondo. Melina era conosciuta e amata in Grecia e all’estero; però aveva anche dei nemici. Una combattente assertiva, una rivoluzionaria di un ambiente borghese, una personalità vivace e affascinante: la sua memoria e la sua influenza sono ancora vive.

Il Ministero della Cultura greco ha dichiarato il 2020 Anno Melina Mercouri, commemorando i 100 anni dalla sua nascita. Il suo lavoro per la Cultura, che lei considerava costituire “l’industria pesante del Paese”, ha lasciato un segno indelebile: tra gli altri progetti, ha introdotto l’istituzione delle Capitali Europee della Cultura, progettato e realizzato la pedonalizzazione collegata dei siti archeologici di Atene e ha avviato il progetto per il Museo dell’Acropoli.

In qualità di ministra della Cultura (1981-1989) ha richiesto con passione il ritorno dal British Museum dei Marmi del Partenone (la decorazione scultorea del tetto del tempio). Aveva detto: «Spero di rivedere i Marmi di nuovo ad Atene, prima di morire. Ma se torneranno più tardi, sarò nata di nuovo».

Melina Mercouri

Melina Mercouri è nata il 18 ottobre 1920. Tra i suoi antenati c’erano combattenti per la libertà nella Guerra d’Indipendenza Greca contro i Turchi Ottomani nel 1821. Suo padre, Stamatis Mercouris, era un ex ufficiale di cavalleria e un membro del Parlamento Greco, la madre era Irini Lappa, nata in una famiglia ateniese benestante. Il nonno, che lei amava, era Spyros Mercouris, il sindaco in carica più a lungo di Atene (1899-1914, 1929-1934).

Nel 1938, tenendolo segreto ai suoi genitori, sostenne l’esame di ammissione alla Scuola di recitazione del Teatro Nazionale e lo superò. Nel 1939, di nuovo segretamente, sposò il ben più anziano proprietario terriero Panagis Harokopos. Le aveva promesso — e poi mantenuto — che le avrebbe dato la totale libertà di dedicarsi al teatro, che era la sua passione. Divorziarono molti anni dopo.

Durante l’occupazione nazista, usando i suoi contatti, aiutò a salvare combattenti antinazisti e attori impoveriti. Nascose a casa sua il fratello Spyros e i suoi compagni, tutti partecipanti alla Resistenza. Poco prima di morire, con la sua rinomata sincerità, parlando dell’occupazione ha ammesso in un’intervista televisiva «sono stata coraggiosa nella mia vita privata, non ero devota alla Grecia: non ho partecipato alla Resistenza e questo è probabilmente l’unico rimorso della mia vita».

Nel 1971, la dittatura dei colonnelli (1967-1974) la privò della cittadinanza e le impedì di entrare in Grecia. Nella sua autobiografia Sono nata greca, pubblicata in quel periodo, scrive: «Durante la guerra non ho superato gli esami, ma ora non lo farò. Combatterò la dittatura fino alla morte».

Fuoco sul palco e sullo schermo

Dopo aver completato i suoi studi alla Scuola di recitazione del National Theatre, ha debuttato nel 1945, nei panni di Lavinia, nella commedia di Eugene O’Neill Il lutto si addice ad Elettra. Il suo primo grande successo coincise con un altro debutto: nel 1949, fu la prima donna nel teatro greco a interpretare l’impegnativo ruolo di Blanche Dubois in Un tram che si chiama Desiderio di Tennessee Williams; messo in scena dall’Art Theatre di Karolos Koun. Presto si trasferì a Parigi, iniziando la sua carriera internazionale sul palcoscenico teatrale francese.

Nel 1955 tornò in Grecia e recitò nel Macbeth di Shakespeare, Lark di Jean Anouilh e La gatta sul tetto che scotta di Tennessee Williams. Quello stesso anno, il 1955, fu l’inizio della trionfante carriera di Melina nel cinema, con Stella di Michael Cacoyannis, in cui impersona una donna dinamica ed emancipata, che paga la sua libertà con la vita. Il film è stato molto apprezzato e nominato per il Premio come Migliore Attrice al Festival di Cannes nel 1956. Lì, Melina incontrò il regista americano Jules Dassin che diventerà l’uomo della sua vita. Nello stesso anno recitò nel suo film Christ Recrucified (L’Uomo che deve morire) e da allora lavorò in molti dei suoi film (Never on Sunday, Phaedra, Topkapi, ecc.), nonché in film di altri illustri registi, come Vittorio de Sica, Norman Jewison e Carl Foreman.

Ha recitato in 19 film e il cinema è diventato una buona opportunità per mostrare a livello internazionale il suo talento nel canto. Le canzoni che ha cantato in Stella “L’amore è diventato un’arma a doppio taglio”, in Mai di Domenica, “Guys of Piraeus”, in Phaedra “My star, my moon”, “I fed you rosewater”, e in altri film ancora rimangono indimenticabili fino ad oggi.

Il 1960 fu il suo anno. Mai di Domenica, venne nominato per cinque Oscar e ne vinse uno per la musica di Manos Hadjidakis ed è allora che Melina cantò “Guys of Piraeus”, famosa in tutto il mondo. Al Festival di Cannes di quell’anno, condivise il Premio alla Migliore Attrice per Mai di Domenica con Jean Moreau in Moderato Cantabile. Si esibì anche al Karolos Koun’s Art Theatre di Atene. Il suo co-protagonista era Giannis Fertis e lo spettacolo, Sweet Bird of Youth di Tennessee Williams fu un grande successo. Le recensioni furono trionfanti: un giornale scrisse: «Melina non ha interpretato Alexandra del Lago, era Alexandra del Lago sul palco».

Nel 1967 prese il volo per Broadway con Jules Dassin che dirigeva Ilya Darling, la versione teatrale del film Mai di Domenica. Lo spettacolo, annunciato con una copertina sulla rivista LIFE, fu ampiamente acclamato.

Il 21 aprile 1967, data del colpo di stato in Grecia, la coppia si trovava negli Stati Uniti. In lacrime, Melina disse ai media americani: «Per favore, non andate nel mio Paese». Il 12 luglio la giunta rispose privandola della cittadinanza greca. La sua replica rimane leggendaria: «Sono nata greca e morirò greca. Pattakos (uno dei golpisti) è nato fascista e morirà fascista». Per tre mesi, nel 1967, l’FBI la seguì per tutti gli Stati Uniti, dopo che ricevette una minaccia di morte. Nel 1969 fu piazzata una bomba in un teatro a Genova dove doveva parlare. Ne seguì un’esplosione, fortunatamente senza vittime.

L’attività politica

Insieme al famoso compositore greco Mikis Theodorakis, Jules Dassin e altri amici, Melina divenne l’incubo della giunta. In quel periodo incontrò Andreas Papandreou, poi fondatore del Partito Socialista PASOK e Primo Ministro della Grecia. Viaggiò in tutta Europa aumentando la consapevolezza politica dei crimini della dittatura, una campagna organizzata da suo fratello, Spyros; partecipò a manifestazioni, scioperi della fame, concerti e manifestazioni politiche, rilasciando interviste e cantando contro il regime dei colonnelli.

Comitati di sostegno politico e artistico furono organizzati in tutta Europa. Persone importanti sostennero lei e la sua causa, tra cui André Malraux, Jean-Paul Sartres, Oriana Fallaci, Amalia Fleming ecc. Edward Albi propose che nessun artista partecipasse al Festival di Atene fintanto che permanesse la dittatura.

Dopo il 1967 si trasferì a Parigi, e da allora Melina e Jules Dassin offrirono rifugio e ogni tipo di aiuto a chiunque fuggisse dalla dittatura greca. Uomini e donne di lettere e arti riempivano la loro casa ogni notte. Tra loro c’erano Costas Gavras, Nikos Poulatzas, Iannis Xenakis, Nikos Koundouros, George Sevastikoglou, Vassilis Vasilikos, Alki Zei, Simon Signoret e Yves Montand.

La giunta reagì vietando le canzoni di Melina in Grecia e sequestrando la sua proprietà. Il 26 luglio 1974, due giorni dopo la restaurazione della Repubblica, tornò in Grecia e si dedicò prima alla politica e poi all’arte. Nel 1977 venne eletta per la prima volta parlamentare con PASOK, il partito di centrosinistra, di cui fu co-fondatrice, ottenendo il maggior numero di voti in tutto il Paese. Nel 1980, recitò nuovamente con Giannis Fertis in Sweet Bird of Youth, sotto la direzione di Jules Dassin. In estate, con la sua Clitennestra in Orestea di Eschilo, diretta da Karolos Koun, trionfò nel teatro di Epidauro.

Nel 1981, dopo la vittoria elettorale del PASOK, il Primo Ministro, Andreas Papandreou, le assegnò il Ministero della Cultura, incarico che mantenne ininterrotto fino al 1989 e di nuovo, poco prima della sua morte, nel 1993-1994. Melina perseguì una politica dinamica, organizzando grandi mostre e incontrando importanti leader stranieri come Jacques Lang, Giulio Andreotti, Hans-Dietrich Genscher, François Mitterrand, Indira Gandhi e altri, cercando in tal modo di promuovere la cultura greca a livello internazionale.

Le sculture del Partenone

Alla Conferenza Internazionale dei Ministri dell’UNESCO, nel 1982, sollevò per la prima volta la questione della restituzione dei marmi del Partenone. Queste belle sculture, parti estremamente importanti di un monumento unico, furono spogliate da Lord Elgin nel XIX secolo e sono esposte oggi al British Museum. Melina aveva ribadito più volte che non avrebbe chiesto la restituzione di altri tesori greci custoditi da vari musei stranieri. «Dovete capire», aveva detto, «cosa significhino per noi i marmi del Partenone. Sono il nostro orgoglio… un tributo alla nostra filosofia democratica… l’essenza del nostro essere Greci».

I marmi del Portenone

A sostegno della sua iniziativa e per negare le argomentazioni di coloro che si opponevano al loro ritorno, concepì l’idea di un nuovo Museo dell’Acropoli, che avrebbe ospitato le sculture. Indisse un concorso internazionale di architettura per la sua costruzione. Per finanziare il progetto, attivò l’antica istituzione degli sponsor e a questo scopo organizzò vari eventi, tra cui concerti di V. Papathanassiou, M. Rostropovich.

Promosse il restauro dei monumenti dell’Acropoli ed ebbe la brillante idea di creare un collegamento pedonale dei siti archeologici del centro storico di Atene sull’asse Lera Odos-Plaka-Colonne di Zeus Olimpio, mirando alla creazione di un parco archeologico

Nel 1983, su invito dei Ministri della Cultura della CEE, sottolineò l’importanza vitale della cultura: «Com’è possibile che una comunità si sviluppi senza una dimensione politica? La definizione di identità europea sta proprio nel rispetto dell’individualità e nel creare un esempio vivente attraverso il dialogo delle culture europee… La cultura, l’arte e la creazione non sono meno importanti del commercio, dell’economia o della tecnologia».

È così che è nata l’Istituzione delle Capitali Europee della Cultura, con Atene eletta per prima, nel 1985. Altre due iniziative altrettanto importanti sono state lanciate da Melina: l’istituzione dei teatri regionali municipali, in modo che uomini e donne di tutta la Grecia potessero godere dell’arte teatrale, e il programma “Introduzione alla Cultura e all’’Educazione Teatrale nelle Scuole”.

Nel febbraio 1994, salutò i suoi colleghi del ministero e partì per una cura contro il cancro al Memorial Hospital negli Stati Uniti, portando con sé una piccola lanterna — regalo del suo buon amico e grande pittore Giannis Tsarouchis — che suonava in Mai di domenica. Se n’è andata in silenzio. L’ultimo saluto è stato dato il 10 marzo 1994. I suoi funerali si sono svolti con gli onori riservati a un Primo Ministro. Un piccolo omaggio per il suo contributo è il Premio Teatrale Melina Mercouri. A partire dal 2007, il premio viene assegnato annualmente a una giovane artista con la migliore interpretazione nella precedente stagione teatrale.

Melina Mercouri

Il testo originale, in lingua greca, è opera di Katerina Kapernarakou, editrice del quotidiano greco I Kathimerini, ex presidente della sezione greca di Amnesty International.

Traduzione in inglese di Simon Hamilton, scrittore, e dall’inglese in italiano di Piera Negri.

Qui le traduzioni in francese, inglese e greco.

Fonti

Melina Mercouri Foundation, biography, in English https://melinamercourifoundation.com/en/melina-mercouri/biography-2/

“Kathimerini” Newspaper, Melina, a Bourgeois Revolutionary, Yota Sikka, 21/09/2020  https://www.kathimerini.gr/culture/theater/561084265/melina-mia-asti-antartissa/

“To Vima” Newspaper, Melina’s Life: A Woman who Wanted to Be Loved, Marilena Astrapellou 21/2/2014 https://www.tovima.gr/2014/02/21/vimagazino/i-zwi-tis-melinas-i-gynaika-poy-ithele-na-tin-agapoyn/

Melina: A Goddess with a Demon Inside her, Frida Biubi, Terzo Books, 1996

Melina Mercouri (1920-1994): I was Born Greek. Interview to Giorgos Duatzis, June   1990 https://www.fractalart.gr/melina-merkouri Wikipedia:https://en.wikipedia.org/wiki/Melina_Mercouri

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Articolo di Danila Baldo

Laureata in filosofia teoretica e perfezionata in epistemologia, coordina il gruppo diade e tiene corsi di aggiornamento per docenti, in particolare sui temi delle politiche di genere. È referente provinciale per Lodi dell’associazione Toponomastica femminile. Collabora con con Se non ora quando? SNOQ Lodi e con IFE Iniziativa Femminista Europea. È stata Consigliera di Parità provinciale dal 2001 al 2009 e docente di filosofia e scienze umane sino al settembre 2020.

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