Ci sono eventi che non fanno notizia perché non colpiscono la fantasia, ma sono in realtà forieri di cambiamenti profondi e duraturi.
Uno di questi — ricordato su Vitamine Vaganti qualche tempo fa — è stato la modifica del regolamento per la toponomastica di Torino, grazie al quale hanno fatto ingresso, tra i membri consultivi della Commissione incaricata di decidere i nomi degli spazi pubblici, ben quattro donne, tra cui la sottoscritta, referente piemontese di Tf. E non basta, perché le nuove disposizioni (ed è questa la novità più importante) obbligano la Commissione a tenere conto del riequilibrio di genere, stabilendo che «a ogni gruppo di intitolazioni maschili dovrà corrispondere un gruppo di intitolazioni femminili superiore di almeno un’unità, riducendo gradualmente il divario».
Giustamente la notizia è passata quasi sotto silenzio, ma martedì 20 luglio, pochi giorni fa quindi, la prima seduta con il nuovo regolamento della Commissione toponomastica, che doveva decidere su un consistente numero di intitolazioni, ha accolto ben sette intitolazioni femminili contro cinque maschili, rispettando quindi in pieno il dettato del nuovo regolamento. E questa, sì, è una notizia, specie in una città come Torino dove le intitolazioni a donne celebri o comunque meritevoli si sono sempre dosate con il contagocce, quando non sono state completamente assenti.
Mi sono presa la briga di recuperare tutti gli articoli, comparsi su varie testate, in cui negli anni scorsi ho dato notizia di ciò che succedeva nella mia città nel campo della toponomastica, e mi sono accorta di non essere stata per niente tenera con la Commissione che decideva a chi intitolare strade, piazze, giardini e spazi pubblici in genere. D’altra parte non solo i risultati del suo lavoro, deludenti finora dal nostro punto di vista, ma anche la narrazione proveniente da fonti autorevoli mi aveva convinta che a Torino la toponomastica fosse ridotta a un agone dove le diverse forze politiche continuavano la loro battaglia e misuravano le proprie forze, senza nessun vero interesse per i personaggi — quasi tutti uomini — che si consegnava alla memoria della Città né per il valore delle loro azioni.
Ora invece sono felice di poter dire che l’esperienza fatta martedì scorso — quando con una certa emozione, condivisa dalle mie compagne (Luisa Ricaldone per Sil, Daniela Adorni per Sis, Eva Desana per Cirsde), ho partecipato anche se a distanza alla seduta della Commissione — mi ha fatto capire che molto è cambiato dai tempi in cui in quella sede si mercanteggiavano tra i diversi gruppi consiliari le intitolazioni, tristemente degradate a bandiere, anzi a bandierine politiche. Ho trovato infatti un clima di civile confronto e fattiva collaborazione nella componente deliberante della Commissione, costituita dalla conferenza dei capigruppo del Consiglio comunale. Un clima che mi ha positivamente colpita. Insomma l’impressione, confermatami da chi ha seguito in questi ultimi anni il lavoro della Commissione, è che il “mercato delle vacche” — mi si conceda l’espressione — che in altri tempi caratterizzava l’operato della Commissione sia stato sostituito da una correttezza istituzionale non solo formale, che non a caso ha permesso al Consiglio comunale di accogliere finalmente la richiesta giunta dalla società, di tener conto anche della memoria femminile e del riequilibrio di genere nell’odonomastica cittadina.
Ma vediamo i risultati di questa decisione nelle delibere del 20 luglio.
Quattro strade risultanti da un ampliamento nella Circoscrizione 3, nella periferia Ovest di Torino, saranno intitolate a quattro donne, come era stato deciso dal Consiglio circoscrizionale: Lidia Menapace, staffetta partigiana, dirigente politica e intellettuale impegnata soprattutto sul tema del pacifismo; Teresa Mattei, partigiana, politica, pedagogista; Aida Ribero, scrittrice, docente, giornalista e femminista torinese; Ernestina Prola, pilota automobilistica e prima donna italiana a conseguire la patente di guida, nel 1907.
Un giardino della Circoscrizione 2 sarà dedicato a Tina Anselmi, se la prefettura concederà la deroga alla legge dei dieci anni dalla morte.
Un altro giardino in San Salvario sarà intitolato alla botanica Eva Mameli Calvino, mentre nella Circoscrizione 1 una zona verde, che sarà denominata “Passeggiata Virginia Woolf”, ricorderà la scrittrice e attivista inglese, un’icona ormai per il movimento delle donne. Riguardo a quest’ultima intitolazione, per la quale è stato richiesto, come per tutte le altre, il parere della Circoscrizione in cui sorge il giardino, l’associazione proponente (SeNonOraQuando? Torino) ha lanciato l’idea di corredare possibilmente la targa con un QRCode che consenta l’accesso al link della pubblicazione on line della tesi di laurea magistrale vincitrice del Primo Premio della categoria Tesi universitarie nel concorso nazionale “Sulle vie della parità” promosso da Toponomastica femminile in collaborazione con Virginia Woolf Project.
Il risultato ottenuto a Torino, che attesta la volontà di questa Amministrazione di voltare pagina lasciando un segno durevole del proprio impegno, ci riempie di soddisfazione. Certo non possiamo non vedere quanto, nel nostro Paese, la condizione delle donne rischi di scivolare indietro, tra machismo arrembante e crisi economica che penalizza soprattutto le donne, ma fa bene, ogni tanto, vedere che non manca il lavoro serio delle persone di buona volontà, e che, quando c’è, produce risultati.
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Articolo di Loretta Junck

Già docente di lettere nei licei, fa parte del “Comitato dei lettori” del Premio letterario Italo Calvino ed è referente di Toponomastica femminile per il Piemonte. Nel 2014 ha organizzato il III Convegno di Toponomastica femminile, curandone gli atti. Ha collaborato alla stesura di Le Mille. I primati delle donne e scritto per diverse testate (L’Indice dei libri del mese, Noi Donne, Dol’s ecc.).