L’itinerario che proponiamo oggi è consigliabile in primavera e autunno. Noi lo abbiamo rifatto in luglio, per motivi contingenti: ci trovavamo nel Cilento per una breve vacanza e abbiamo voluto ripercorrere un sentiero amato nella nostra gioventù. L’occasione ce l’ha offerta Rossella, ragazza cilentana che è stata mia supplente due anni fa, durante una brutta polmonite che mi aveva messa quasi K.O. Non capita a tutte di trovare persone preparate e impegnate come lei, con cui mi confrontavo quasi quotidianamente durante la mia malattia e convalescenza e con cui si instaurò un rapporto di stima reciproca, come spesso accade tra donne. Sentirla parlare di quei luoghi con quel bell’accento campano mi ha fatto tornare la voglia di rivedere quella luce e quei colori, la potenza della natura selvaggia, il tripudio degli ulivi, il mare bellissimo. E ci siamo tornati, scoprendo con piacere che Marina di Camerota è Bandiera Blu ed è una cittadina pulitissima, divenuta Comune ciclabile.

Per fare questo sentiero in questa stagione, date le alte temperature, è assolutamente necessario partire di buon mattino (verso le 5.30) dalla spiaggia Lentiscelle di Marina di Camerota e portarsi una notevole scorta di acqua e sali perché il percorso, non particolarmente impegnativo dal punto di vista altimetrico, lo è per la resistenza al caldo e la capacità di adattamento.

La lunghezza del percorso, tra andata e ritorno, è di circa 13 chilometri. Il sentiero parte poco oltre la Grotta della Cala, dove finisce la spiaggia di Lentiscelle. La prima parte, in salita, è ombrosa e tutta immersa nel verde. Si passa poi su un tratto di strada asfaltata, sempre in leggera salita, in mezzo a bellissimi uliveti. Ci accompagnano il canto delle cicale e il ronzio delle api, che volano tutt’attorno a dei filari di pini. Si tratta di via Monte di luna, dove, a un bivio, svolteremo a destra seguendo le creative indicazioni per Pozzallo e Cala Bianca.
Qui comincia una strada sterrata con pochi alberi sotto i quali ci rifugiamo in cerca di ombra e che saranno punti di sosta obbligata al ritorno.
Da questo tratto cominciamo a incontrare delle auto, da cui scendono turisti con infradito e ombrelloni diretti alla spiaggia del Pozzallo, la prima e più frequentata delle Cale. Lo sterrato, in discesa, offre scorci panoramici di rara bellezza, in un tripudio di siepi di lentisco, rosmarino e di varie qualità di vegetazione mediterranea. All’inizio un simpatico spaventapasseri che ricorda Braccio di ferro indica una mescita di acqua che non c’è e serve di monito agli escursionisti improvvisati.

La spiaggia di Pozzallo è molto frequentata perché raggiungibile via mare con un servizio di barche. Inoltre è presente un ristoro, che può essere utile sia a chi frequenta la Cala come bagnante sia a escursionisti ed escursioniste assetati. Proprio qui notiamo che i cartelli sono poco leggibili e ormai consunti e andrebbero sostituiti. Ma i segnavia bianchi e rossi possono aiutare a orientarsi.

Procedendo verso Cala Bianca attraversiamo un bel bosco con una grande varietà di piante, molto ombreggiato e a saliscendi. Gradualmente il panorama cambia, con cespugli giganti di rosmarino a volontà, ginestre, ginepro, fichi d’India e vegetazione mediterranea. Il bivio per Cala Bianca porta a una discesa di terra rossa al termine della quale ci aspetta una spiaggia di sassi bianchi, una caletta deliziosa, anch’essa raggiungibile via mare. Scendere alla cala e farsi un bagno è un’opzione, ma consigliamo di continuare il cammino, che si presenta vario, con l’ulivo a farla da padrone. Da qui comincia la discesa verso il porto degli Infreschi, dove a un certo punto incontriamo una piccola azienda agricola, caratterizzata da un orto rigoglioso. Anche qui ci si può fermare, magari al ritorno, per degustare i prodotti dell’orto e le squisite prelibatezze locali.

Proseguendo nella discesa si arriva in vista del porto degli Infreschi, un luogo incantevole con acque limpide e due piccole spiaggette. Se siete stati mattinieri, vi potrà capitare, come a noi, di arrivarci per primi e di fare un bagno ristoratore e corroborante nelle sue fresche acque cristalline. La temperatura più fredda del mare si deve alla presenza di venature di acque dolci che sgorgano dalle grotte che contornano la baia. In passato queste grotte servivano ai pescatori per conservare il pescato. Il porto degli Infreschi è inserito nel Parco Nazionale del Cilento ed è un’area marina protetta. Su questo sentiero abbiamo incontrato tre ragazzi statunitensi che lo hanno percorso di prima mattina. Appagati da tanta bellezza ce ne torniamo verso Marina di Camerota, anche se un’alternativa può essere il rientro via mare con il servizio di barche. L’unico punto in cui bisogna prestare attenzione, quando, al ritorno, si incontra la strada asfaltata Via Monte di Luna, riguarda un bivio per la Torre di Zancale. Qui bisogna ricordarsi di prendere il sentiero che scende verso Marina di Camerota. Tra andata e ritorno il tempo impiegato è stato di circa quattro ore, comprese le soste per fare foto, con circa 400 metri di salita e altrettanti di discesa.
Un’esperienza da consigliare per assaporare la potenza della natura del Cilento.
In copertina: veduta verso la Baia del Pozzallo.
Video di Marco Peccenati Baia degli Infreschi
***
Articolo di Sara Marsico

Abilitata all’esercizio della professione forense dal 1990, è docente di discipline giuridiche ed economiche. Si è perfezionata per l’insegnamento delle relazioni e del diritto internazionale in modalità CLIL. È stata Presidente del Comitato Pertini per la difesa della Costituzione e dell’Osservatorio contro le mafie nel sud Milano. I suoi interessi sono la Costituzione , la storia delle mafie, il linguaggio sessuato, i diritti delle donne. È appassionata di corsa e montagna.