Lovere. Il lungolago di Mary

Nel 2016 Lovere, amena cittadina bergamasca sul lago d’Iseo, ha intitolato il nuovo lungolago a lady Mary Wortley Montagu (1689-1762), la scrittrice inglese che ha fornito un decisivo contributo all’immunologia nel Settecento.

La Promenade Lady Mary Wortley Montagu
La passerella di legno della Promenade

Lungo la suggestiva Promenade Lady Mary Wortley Montagu, una passerella sospesa tra lago e cielo, è riportata una sua frase tratta dal carteggio con la figlia: «Mi trovo ora nel luogo più romantico che abbia mai visto in vita mia». Lady Mary, raffinata intellettuale poliglotta e cosmopolita e protagonista della vita culturale londinese, fa parte a pieno titolo dell’élite delle persone dotte europee del “secolo dei lumi” ed è in stretto rapporto con i suoi protagonisti, a partire da Voltaire, che la stima e la apprezza. Illuminista, femminista e grande viaggiatrice, agli inizi del Settecento lady Mary attraversa l’Europa per raggiungere Istanbul, città in cui il marito è stato nominato ambasciatore e nella quale trascorre due anni, osservando con attenzione, empatia e senza pregiudizi una cultura tanto differente dalla sua. Ne è intrigata e incuriosita al punto di imparare la lingua turca ed esplorare a fondo la città sul Bosforo, andando in giro velata come le donne locali, in modo da non essere riconosciuta. Le sue lettere di quegli anni confluiscono nelle Turkish Embassy Letters, primo resoconto etnografico di una donna sulla civiltà islamica e fonte di ispirazione per molte scrittrici viaggiatrici di epoche successive e per gli orientalisti, pubblicate postume nel 1763, grazie alla sua amica Mary Astell. Inoltre, lady Mary, al suo ritorno in Inghilterra, introduce, contro le fiere resistenze dei medici, l’inoculazione contro il vaiolo da lei osservata in Turchia. Tale pratica consentirà, settant’anni dopo, a Edward Jenner di sviluppare la vaccinazione. Nel 1739, stanca di un matrimonio da tempo arido, lady Montagu lascia il marito e l’Inghilterra e fino al 1745  si divide tra Italia, Svizzera e Francia; nel 1746 si trasferisce nuovamente in Italia, seguendo il conte bresciano Ugolino Palazzi, nobile squattrinato e violento, che non si fa scrupolo di estorcerle denaro con ogni mezzo, compreso il furto, e le impedisce di organizzarsi una vita autonoma, ospitandola presso il proprio palazzo di città e relegandola a Gottolengo, nella campagna bresciana, in un edificio cadente che l’ha persuasa ad acquistare. Per curarsi la nobildonna si reca a Lovere, località in cui nel corso degli anni bresciani trascorre lunghi periodi, e scopre così «un villaggio per molti aspetti simile a Turnbridge Wells, non solo per la qualità delle acque (che è la stessa) ma nella maniera degli edifici; la maggior parte delle case sono separate da brevi intervalli, e tutte costruite sui fianchi di colline, che per la verità sono assai diverse da quelle di Tunbridge, essendo sei volte più alte. Sono in realtà grandi rocce di sagome diverse coperte di muschio verde o erba corta, diversificate da ciuffi di alberi, boschetti e qua e là vigne, ma senza altre coltivazioni che giardini come quelli su Richmond Hill. Tutto il lago, che è lungo 25 miglia e largo 3, è circondato da questi monti invalicabili, i cui lati, verso il fondo, sono così fitti di villaggi (e nella maggior parte di questi, di dimore di gentiluomini) che non credo ce ne sia nessuno a più di un miglio di distanza dall’altro, il che aggiunge parecchio alla bellezza della vista. Qui abbiamo l’opera, che viene eseguita tre volte la settimana. Vi sono stata ieri sera e se non mi fossi ricordata che ero in Italia sarei rimasta sorpresa dal nitore delle scene, dalla bellezza delle voci e dalla bravura degli attori».

Negli anni del soggiorno italiano, in particolare tra il 1747 e il 1761, la nobildonna intrattiene una fittissima corrispondenza con la figlia in cui figurano entusiastiche descrizioni di Lovere, che contribuiscono a far entrare questa località nei circuiti turistici europei. Solo nel 1756 lady Mary riesce finalmente a trasferirsi a Venezia. Questa donna brillante, colta, protofemminista si lascia plagiare da Palazzi, che approfitta per ben dieci anni della sua fragilità, fino a che non è bandito dalla Serenissima, cui Brescia è soggetta, per la sua condotta violenta e i suoi reati, nel 1760. Lady Mary torna a Londra e vi muore nel 1762.

La targa dell’intitolazione a Lady Mary Wortley Montagu

Ad aprile 2021 Toponomastica femminile ha lanciato la campagna nazionale “Se ti puoi vaccinare, ringrazia lady Mary Wortley Montagu e intitolale una strada” per restituirle il ruolo che storicamente le compete, riconoscere i suoi meriti nella diffusione della pratica vaccinale e conferire, attraverso questa figura esemplare, il dovuto riconoscimento a tutte le donne che con il loro lavoro misconosciuto si sono prese e continuano a prendersi cura, nella più ampia e nobile accezione del termine, della collettività durante la pandemia. A Brescia, città in cui la nobildonna inglese ha soggiornato per una decina d’anni, la richiesta di intitolarle una via, oltre che da Toponomastica femminile, è stata sottoscritta pure da altri gruppi ed associazioni: Gruppo donne di Sant’Eufemia, Bresciacittaperta, Libertà e Giustizia, Snoq (SeNonOraQuando) e Adpi (Associazione Donne, Politica e Istituzioni). A Sabbio Chiese, in provincia di Brescia, andrà in scena il 25 agosto 2021 la prima rappresentazione dello spettacolo A Lady Mary Wortley Montagu, (https://www.acqueterrefestival.it/lady-mary-wortley-montagu/), che vuole riportare all’attenzione, attraverso le parole vergate di suo pugno, un’acuta e lucida voce di donna, ancora oggi in grado di proporre uno sguardo mai banale sul mondo, sull’altro da sé e sulla condizione femminile. L’attrice Giuseppina Turra, voce recitante, darà vita alla viaggiatrice e vaccinista attraverso alcuni testi, ricercati e selezionati da Claudia Speziali all’interno del suo ricchissimo epistolario, pubblicato postumo contro il volere della famiglia. La voce della protagonista si alternerà agli interventi musicali del mandolino barocco di Talia Benasi e alla chitarra barocca di Anna Compagnoni in un concerto-spettacolo o spettacolo-concerto, tributo a una donna straordinaria ancora troppo poco ricordata, che avrà luogo nella suggestiva piazzetta di Pavone, una frazione di Sabbio Chiese.

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Articolo di Claudia Speziali

Nata a Brescia, si è laureata con lode in Storia contemporanea all’Università di Bologna e ha studiato Translation Studies all’Università di Canberra (Australia). Ha insegnato lingua e letteratura italiana, storia, filosofia nella scuola superiore, lingua e cultura italiana alle Università di Canberra e di Heidelberg; attualmente insegna lettere in un liceo artistico a Brescia.

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