Creare universi. È proprio questo che i grandi scrittori e le grandi scrittrici riescono a fare. Possiamo immergerci in mondi reali o fantastici, sentirne gli odori, parlarne la lingua; possiamo riconoscerci nei/nelle protagonisti/e, sentirli/e vicini/e.
In ogni caso, quando leggiamo, ci sentiamo parte dei libri-universo da loro creati e ogni distanza geografica, temporale, linguistica, si azzera.

Ecco, John Ronald Reuel Tolkien rientra senza alcun dubbio nella categoria dei/delle grandi scrittori/scrittrici, proprio per aver generato un mondo letterario nuovo, che ha ispirato e tuttora ispira milioni di persone nel mondo. I suoi capolavori sono costantemente ai primi posti delle classifiche, a dimostrazione del fatto di quanto le sue pagine siano attuali, e , intorno ai ‘mondi’ di Tolkien, ruotano ormai numerose dimensioni trasversali: a partire dai kolossal cinematografici, per arrivare fino agli eventi che ricreano le atmosfere, gli usi e i costumi degli/delle abitanti dei libri tolkieniani, e che attirano ogni volta centinaia di migliaia di persone.

Il 3 gennaio del 1892, quindi, nasceva non solo uno scrittore straordinario, ma anche il padre di un genere letterario che continua ad avere oggi, 130 anni dopo, un successo senza fine: il fantasy.
Oltre alle migliaia di pagine, saggi e recensioni scritte su questo grandissimo personaggio, forse non tutti/e sanno che nella sua vita sono state fondamentali due donne, la madre Mabel Suffield e la moglie Edith Bratt.
Mabel è stata un punto di riferimento essenziale per la vita dello scrittore, è con lei che ha iniziato sin da piccolo ad appassionarsi a favole e leggende fantastiche e a coltivare gli studi religiosi. E ogni frammento dell’universo tolkeniano è intriso proprio di questi due elementi: mito e religione. La madre Mabel ha anche veicolato il figlio verso lo studio e la passione per le lingue, come testimonia l’attenzione nei suoi libri non solo verso la filologia, ma anche verso nuove lingue e linguaggi.
Ma Tolkien è stato ispirato nella sua vita da un’altra amatissima donna, sua moglie Edith.

Ronald Tolkien ed Edith Bratt si conoscono ed innamorano giovanissimi, e trascorrono tutta la loro vita insieme, da quando hanno rispettivamente 15 e 19 anni fino agli 80 anni. Il loro rapporto è talmente intenso che alla morte di lei, Tolkien chiede di essere in seguito seppellito con la moglie con i nomi di Beren e Lùthien, i due protagonisti principali dell’opera Il Silmarillion. Nel Legendarium dello scrittore infatti Lùthien era la più bella delle figlie di Llùvatar e rinunciò alla sua immortalità per amore dell’uomo Beren. Una storia d’amore, quella tra Ronald ed Edith, che vive dunque ancora nelle pagine dei suoi libri.
Insomma Tolkien è uno scrittore che ama le donne, sia che abitino la sua vita reale, sia che escano dalla sua penna. Ricordo infatti che, anche se poco presenti, le figure femminili degli universi tolkieniani sono tutte figure positive, amate ed elogiate; come ad esempio la bellissima Arwen, nel suo capolavoro Il signore degli anelli.
Insomma uno scrittore unico (ma questo non serve specificarlo) che con le sue parole incanta generazioni di lettori e lettrici.
E in qualunque epoca storica vivremo, viviamo o abbiamo vissuto non possiamo non cogliere il fascino dei mondi e delle suggestioni create da questo autore. Né dobbiamo essere obbligatoriamente amanti del genere fantasy per immergerci in un mondo, sì, di favole leggende, ma anche di storie “umane” in cui poterci immedesimare. E, alla fine, gli amanti e le amanti della lettura, a prescindere dal genere letterario, non possono che ammirare uno scrittore che, a 130 anni di distanza, riesce ad essere ancora attuale e a farci vivere nei suoi racconti.
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Articolo di Marta Vischi

Laureata in Lettere e filologia italiana, super sportiva, amante degli animali e appassionata di arte rinascimentale. L’equitazione come stile di vita, amo passato, presente e futuro, e spesso mi trovo a spaziare tra un antico manoscritto, una novella di Boccaccio e una Instagram story!