Una pilota veloce come il vento

Veloce come il vento è un film italiano del 2016 diretto da Matteo Rovere, un giovane regista e produttore che sino dagli esordi (si ricordano ad esempio le pellicole Un gioco da ragazze del 2008 e Gli sfiorati del 2011) si dimostra molto attento sia alle tematiche femminili, che a quelle strettamente legate all’adolescenza: la famiglia, la droga, il bullismo. 

Il film racconta la storia di Giulia De Martino (interpretata dalla nota attrice Matilda De Angelis, che ha debuttato sul grande schermo proprio in questa occasione), una pilota automobilistica di diciassette anni che cerca di affermarsi in un contesto sportivo, quello delle corse, totalmente maschile ed estremamente maschilista. 
Storicamente, le pilote automobilistiche sono state ammesse in via ufficiale alle competizioni a partire dagli anni Cinquanta, ma vengono ancora discriminate in quanto donne. In Italia la prima ad aprire la strada in questo sport è stata Maria Teresa de Filippis (1926 – 2016), che ha ottenuto nel 1958 la qualificazione in Formula 1. Nel 1974 è stata invece Lella Lombardi (1941-92) a esordire nel Gran Premio di Gran Bretagna. 
A prescindere dagli antecedenti storici femminili della disciplina che devono sicuramente essere stati un punto di appoggio fondamentale per la messa a fuoco del personaggio di Giulia, la protagonista di questo lungometraggio ben rappresenta una condizione (quella appunto della partecipazione femminile alle corse d’auto) che ancora non è perfettamente definita e spesso è soggetta a numerosi ostacoli. Le difficoltà della ragazza non sono dovute solo alla sua scelta sportiva e professionale: infatti deve affrontare una serie di problemi familiari. Il padre, un famoso pilota, muore improvvisamente d’infarto, lasciandola da sola a dover affrontare il suo primo campionato Grand Tour. Giulia si sente persa, e proprio durante il funerale del suo familiare ricompare improvvisamente il fratello Loris (interpretato da Stefano Accorsi), un ex-pilota che ha gravi problemi di tossicodipendenza. L’uomo è senza casa e vuole tornare ad abitare, insieme alla sua nuova compagna Annarella (interpretata da Roberta Mattei), anche lei tossicodipendente, nella casa paterna, dove però vivono Giulia e il fratellino Nico. La necessità di Loris si coniuga bene con quella dei due minorenni, i quali, senza padre né madre, rischiano di essere separati dall’assistenza sociale. Fratello maggiore e sorella, dopo dei primi momenti complicati e ricchi di tensione, cercano di riavvicinarsi attraverso la loro passione comune, le corse: Loris infatti si offre di aiutare la ragazza nella preparazione delle tappe del campionato GT. Egli è ancora molto conosciuto e rispettato nell’ambiente, in cui è chiamato “il ballerino”. 
Durante la prima gara in cui Giulia è supportata dal fratello e dallo storico amico del padre, Tonino (interpretato da Paolo Graziosi), Loris viene a sapere che la loro casa è oggetto di un’ipoteca a causa dei debiti paterni con il signor Minotti e decide di aiutare più concretamente la sorella nel vincere le gare. Così “il ballerino” torna in pista, cercando di trasmettere tutto quello che sa alla ragazza, sempre desiderosa di vincere e migliorarsi. I progressi non si fanno attendere, nonostante i rapporti altalenanti tra i due che spesso devono fare i conti con i problemi di droga di Loris e con le fragilità di Giulia. Anche il signor Minotti è sorpreso dai risultati della pilota e le propone di prendere parte all’Italian Race, una corsa illegale che si svolge a Matera con un montepremi altissimo. Giulia però rifiuta di partecipare perché i suoi obiettivi principali sono di distinguersi nelle gare ufficiali del campionato GT e di provare a vincere il campionato per estinguere i debiti del padre. 

La situazione personale e sportiva della protagonista inizialmente migliora: gara dopo gara scala la classifica di campionato e i nodi tra lei e Loris progressivamente si allentano. Ma l’uomo è intrappolato nel tunnel della droga e ben presto arrivano i problemi, che culminano con un incidente e un infortunio di Giulia a una gamba proprio la sera prima dell’ultima corsa: perde così, insieme al campionato, la casa e il fratellino Nico, affidato ai servizi sociali.

Loris, frastornato, dopo un primo momento di disperazione, inaspettatamente decide di rimettersi al volante proprio per correre la famosa Italian Race con la sua vecchia auto da rally con l’intento di aiutare la famiglia. Le scene finali si articolano proprio intorno alla corsa, durante la quale l’ex pilota taglia per primo il traguardo; tuttavia,non riuscendo a frenare, finisce per schiantarsi contro un muro. Sembra passato qualche tempo dalla gara e Giulia ha sistemato tutte le sue difficoltà: ha riavuto la casa e con essa è tornato anche Nico. Improvvisamente riappare Loris, salvo dall’incidente, e i due fratelli si riappacificano stringendosi in un abbraccio.

La figura di Giulia, la protagonista femminile di questa pellicola, per molti/e è riconducibile a quella di vere pilote automobilistiche: oltre alle campionesse già citate, senza dubbio possono essere state fonte di ispirazione Valentina Albanese (classe 1974), campionessa italiana GT, eMichela Cerruti (classe 1987), figlia d’arte, campionessa italiana GT Endurance e pilota di Formula E. Loris invece si ispira dichiaratamentealla storia del pilota di rally Carlo Capone.

A prescindere dai punti di contatto con la storia reale, Veloce come il vento è in ogni caso una pellicola coinvolgente e appassionante che riesce a combinare l’azione delle corse automobilistiche con la complessità emotiva dei personaggi e una trama incentrata su tematiche relative al genere femminile. Infatti il film non solo offre una rappresentazione realistica del mondo delle competizioni, ma pone anche attenzione agli aspetti umani e alle relazioni interpersonali, rendendo le figure delineate profonde e realistiche. Giulia De Martino, per esempio, è un ruolo di spicco, una ragazza forte e determinata, che lotta per affermare il suo valore in un mondo dominato dagli uomini. Nonostante la giovinezza, affronta la vita e le relative difficoltà con un’inaspettata maturità: è lei a prendersi cura affettivamente e in maniera concreta del fratello minore, della casa e della sua situazione sportiva; è lei che porta il peso dell’ipoteca e cerca di risanare la situazione finanziaria della famiglia. Al contrario, Loris si comporta quasi come un bambino: spesso inconsapevole e mentalmente assente a causa della droga, è in balia della sua stessa vita e si muove solo per interesse: tuttavia progressivamente nel corso della narrazione si compie in lui una crescita, che lo rende più adulto e responsabile. 

I rapporti tra fratello e sorella sono un nodo importante della pellicola di Rovere, che, come anticipato, pone sempre molta attenzione alle dinamiche familiari. Un altro tema centrale del film è il problema della droga: da ogni scena infatti è visibile quanto la tossicodipendenza sia un grande limite e un disagio per chi ne soffre, oltre che un vero e proprio dramma sociale. Su questa linea infatti, l’altro personaggio femminile, quello di Annarella, è un elemento pieno di ombre. La sua mancanza di lucidità, la totale dipendenza nei confronti delle sostanze stupefacenti rendono questa figura estremamente fragile e passiva rispetto agli eventi: una donna che si trova dunque all’estremo opposto rispetto a Giulia, che invece è sempre lucida, attenta, forte e decisa. E se in Annarella non c’è segno di alcun riscatto, in Loris invece possiamo intravedere uno spiraglio di luce: egli si accorge dei suoi errori, prova a rimediare, cerca una via d’uscita. 

Per quanto riguarda le tematiche di genere il film senza dubbio pone l’accento su una professione femminile, quella della pilota, abbastanza complessa: dalle scene del film tuttavia Giulia si mostra quasi sempre integrata nel contesto delle corse, nonostante alcune difficoltà. La vera sfida della protagonista non è vincere in quanto donna ma sopravvivere in un mondo che le sta crollando addosso. Lo sport è in questo caso lo sfondo e non il fulcro della vicenda, al cui centro possiamo trovare una giovane che cerca di affermarsi sulla scena della vita e di superare numerosi ostacoli.

Le scene delle corse d’auto sono ben realizzate: i luoghi dove sono state girate le sequenze più importanti sono Roma e Matera, insieme ai circuiti di Vallelunga, Imola, Monza e Mugello, e riescono a tenere alta l’attenzione e la suspense generando sicuramente una buona dose di adrenalina. 

Grazie a una trama originale, una regia avvincente e un cast di attori e attrici di rilievo Veloce come il vento si è aggiudicato numerosi premi, tra cui si ricordano tre Nastri d’argento nel 2016 e sei David di Donatello nel 2017. In queste occasioni sia Matilda De Angelis che Stefano Accorsi sono stati premiati come migliore attore e migliore attrice protagonista.

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Articolo di Marta Vischi

Laureata in Lettere e filologia italiana, super sportiva, amante degli animali e appassionata di arte rinascimentale. L’equitazione come stile di vita, amo passato, presente e futuro, e spesso mi trovo a spaziare tra un antico manoscritto, una novella di Boccaccio e una Instagram story!

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