Strèuse. Donne in Sicilia

Nel dialetto siciliano Streuse” significa strane, insolite, eccentriche, stravaganti.

La scrittrice e storica Marinella Fiume dopo accurate e non sempre facili ricerche, ha pubblicato la storia di alcune di queste donne che vissero nell’isola in vari luoghi e in vari contesti storici nel libro Strèuse. Strane e straniere in Sicilia, edito da Iacobelli editore.

Marinella Fiume, oltre ad aver insegnato nei licei ed essere stata sindaca di Fiumefreddo, in provincia di Messina, da decenni si occupa di recuperare la memoria delle donne mettendone in luce il valore, il coraggio e l’apporto dato alla crescita economica e culturale dei territori. Nel 2006 ha curato la pubblicazione del dizionario biografico Siciliane, contenente 333 profili di donne: «Uno strumento indispensabile per chi voglia conoscere o approfondire la storia delle siciliane nate nell’isola o di adozione». Tra i suoi tanti pregiati lavori ricordiamo Di Madre in figlia. Vita di una guaritrice di campagna (2014), La bolgia delle eretiche (2017), e Ammagatrici (2019). Streuse può essere definito la continuazione di questo affascinante viaggio in un mondo che vede le donne audaci, coraggiose, fuori dagli stereotipi. Donne libere dalle regole, che pretendono di esistere, di essere visibili, che rompono lacci e catene con cui spesso il genere femminile viene incatenato. Unica punizione possibile diventa l’oblio. Si cerca la giustificazione del loro agire in un senno malfunzionante. Quella loro “eccezionalità” non può essere emulata se non incorrendo in un giudizio negativo dato dai posteri.

Scrive Marinella Fiume: «In generale sappiamo bene che nei libri di Storia le donne ci sono molto poco e altrettanto nella toponomastica delle nostre città che, se si escludono le sante o le regine o le madri e le mogli di eroi e personaggi illustri, sono sembrate nei secoli abitate solo da uomini». Il libro diventa così una «piccola opportunità […] a toglierle dai margini a cui il sesso, la storiografia e la geografia ha relegato le siciliane […] la memoria contro l’oblio, la memoria come resistenza […] un modo anche per le donne del nostro tempo di intrecciare un dialogo con chi le ha precedute, comprendere le dinamiche del cambiamento, contribuire a creare una genealogia». E così, pagina dopo pagina, conosciamo Thea, il primo scheletro umano dell’Isola, vissuto tra 14 e 11 mila anni fa, ritrovata negli Anni Trenta del secolo scorso ad Acquedolci in provincia di Messina. «Nel volto di questa nostra preistorica antenata possiamo leggere le ansie e i sogni di una donna…ma anche la responsabilità e l’orgoglio di un essere in cui il corpo femminile era considerato sacro e il cui ruolo era dominante in una società pacifica ed egualitaria, come quella minoica o quella sicana, matrifocale e matrilineare, che venerava la Grande Madre, rappresentata nel multiforme aspetto delle dee della nascita, della morte e della rinascita, e in ogni donna ne scorgeva il riflesso».

Poi Sant’Agata a cui l’indagine antropologica attribuisce la trasformazione in chiave cristiana di antiche divinità pagane, di Iside e delle Veneri locali. Tra il 1200 ed il 1300, troviamo Macalda di Scaletta (in copertina), una donna definita «protagonista della grande Storia e per questo azzannata dalla storiografia coeva e posteriore come ninfomane, incestuosa, prepotente, arrogante», un astio talmente pungente che evidenzia invidia e necessità di punizione per tanto ardire da parte di una donna. Uno spazio è riservato alle eroine risorgimentali come le messinesi Rosa Donato e Giuseppina Vadalà, la popolana siracusana ma di adozione palermitana Lucia Salvo, l’ aristocratica Maria Caterina Compagno Ugdulena, le varie poete, scrittrici e le attiviste politiche.

Specifici e interessantissimi profili sono quelli delle viaggiatrici straniere che nell’Ottocento arrivarono in Sicilia e spesso restarono incantate dalla bellezza dei luoghi nell’isola e decisero di stabilire fissa dimora, diventando generose benefattrici come Helen Thovez, disegnatrice di pregio e animatrice del “Casino dei Civili”, o Jeannette Villepreux Power, una vera pioniera delle Scienze del mare, che percorrerà a piedi tutta la costa siciliana raccogliendo oggetti di storia naturale, catalogandoli provincia per provincia, trasformandosi in Ipazia di Sicilia nel campo delle scienze naturali, della biologia marina, della botanica e dell’astronomia. È lei che a Messina, nel 1832, inventa il moderno acquario per studiare i pesci e i molluschi dello Stretto. Jeannette è ritornata alla luce in questi ultimi venti anni e le è stato dedicato un cratere sul pianeta Venere, ma la sua storia rimane per molti sconosciuta. Sempre tra le straordinarie figure di viaggiatrici Florence Trevelyan che trasformò Taormina in una bellissima città-parco. Lei che ha creato tanta bellezza recentemente ha avuto l’intitolazione dei Giardini: un atto postumo, seppur molto tardivo, di giustizia. Poi la straordinaria figura di Miss Mabel Hill, filantropa che istituì varie scuole di ricamo per le ragazze più povere o Margaret Daphne Hawthorn Phelps, custode di Casa Cuseni, scrigno dei ricordi di viaggio di intellettuali, di artisti, di storici da Denis Mack Snith a Danilo Dolci per citarne solo due.

Tra le pagine di Streuse troviamo le storie di Alessandra Starrabba Di Rudinì, passata ingiustamente alla storia come una delle amanti di Gabriele D’Annunzio o Bianca Garufi, anche lei ingiustamente e sommariamente ricordata solo come la “Leucò” di Cesare Pavese. Il libro racconta di altre donne straordinarie ricordate solo come madri di, mogli di, amanti di: un’ingiustizia alla quale Marinella Fiume pone fine. E tra Lucia, la duchessa di Floridia e la “Donna di fora” Cathalina, si snoda questo percorso di genere che abbraccia vari campi raccontando ben 32 storie quasi sconosciute. Sono storie di donne non più in vita,ma che hanno ancora tanto da insegnare nel presente.

Solo gli ultimi tre profili sono dedicati a tre nostre contemporanee: la sarda Chiara Vigo, l’ultima donna che lavora il bisso con il metodo tradizionale; Venera Chiarenza, l’unica pittrice di carretti siciliani; ed Elsa Emmy, scrittrice e pittrice impegnata nel sociale, soprattutto nelle battaglie politiche a favore delle e degli artisti. Finendo di leggere queste storie, istintivamente traduco“Streuse” in “Straordinarie”.

In copertina: Macalda di Scaletta.

Marinella Fiume Strèuse. Strane e straniere in Sicilia
Iacobelli editore, 2023
pp. 216

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Articolo di Ester Rizzo

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Giornalista, laureata in Giurisprudenza, è docente al CUSCA (Centro Universitario Socio Culturale Adulti) nel corso di Letteratura al femminile. Collabora con varie testate on line, tra cui Malgradotutto e Dol’s. Ha curato il volume Le Mille: i primati delle donne ed è autrice di Camicette bianche. Oltre l’otto marzoLe Ricamatrici, Donne disobbedienti Il labirinto delle perdute.

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