Le tesi delle prime donne laureate a Firenze

In Italia, la frequenza ai corsi universitari è stata concessa alle donne solo dal 1875 grazie a un nuovo Regolamento che estendeva anche al genere femminile l’opportunità di accedere all’alta formazione attraverso la frequenza ai corsi universitari. Il Regolamento, firmato dall’allora Ministro della Pubblica Istruzione Ruggiero Bonghi, fu pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n. 247 del 22 ottobre.

L’Università di Firenze ha promosso la diffusione dei risultati della ricerca avviata nel 2018, condotta da bibliotecari e bibliotecarie, riguardante l’analisi delle tesi storiche conservate nelle biblioteche Biomedica, di Scienze e Umanistica dell’Ateneo. In aggiunta, ha reso consultabili le tesi delle prime donne laureate presso l’ateneo fiorentino. Le tre biblioteche sopra citate appartenevano alle tre sezioni dell’Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento, istituito nel 1859 dal Governo provvisorio della Toscana e trasformato in Università nel 1924.

Foto di alcune tesi conservate all’Università di Firenze

La ricerca ha riguardato tutte le tesi delle donne laureate dal 1875 al 1940. Alla fine dell’Ottocento le donne laureate a Firenze erano solo 14, intorno al 1940 erano aumentate fino a diventare poco più di mille. I corsi da loro frequentati spaziano dalle materie scientifiche a quelle umanistiche, anche se il numero delle laureate in ambito umanistico sarà di gran lunga superiore a quello delle laureate in ambito scientifico. Oltre alle studenti italiane, numerose quelle straniere tra le prime a frequentare l’Università, tra queste vi erano soprattutto giovani donne appartenenti alla comunità ebraica.
La prima donna ad essersi laureata a Firenze nel 1888 è stata Fiorina Salvoni presso la sezione di Filosofia e Filologia.

Le tesi a noi pervenute sono più di 150 e sono state tutte catalogate, digitalizzate e pubblicate sul database online del sito del sistema bibliotecario fiorentino (https://www.sbafirenze.it/impronte_digitali/tesi.php). Alcuni testi (in totale 24) sono consultabili in maniera integrale: ciò è stato reso possibile grazie alle concessioni ottenute dagli eredi delle laureate. Si tratta delle tesi di Bice Agnoletti, Anna Barile, Amy A. Bernardy, Brunetta Butassi, Aida Calvani, Emma Castelbolognesi, le sorelle Caterina e Silvia Comboni, Emmelina Da Cunha, Matilde Dvorchin, Clara Francese, Aldina Francolini, Marcella Frankenthal, Ines Gardini, Ada Levi, Laura Luzzato, Annalena Pelleschi, Alba Pigatto, Maria Francesca Priuli Bon, Elisa Provenzal, Martina Radici, Gemma Sgrilli, Renata Socal, Laura Weber, tutte laureatesi fra il 1891 e il 1937.
Laddove il testo risulta ancora vincolato al diritto d’autore si è reso visualizzabile online solo il frontespizio e si rimanda alla consultazione della tesi cartacea custodita in biblioteca. La conservazione dei testi originali rientra nei progetti di valorizzazione del patrimonio culturale dell’università. Oltre al lavoro di digitalizzare e catalogare le tesi, vi è quello di mantenere i documenti fruibili attraverso un’idonea conservazione dei materiali che passa anche dalla loro aerazione e spolveratura. Sfortunatamente non è stato possibile reperire tutte le tesi delle prime laureate a Firenze, molte sono andate perse anche a causa di eventi tragici (come l’alluvione del ’66).

Diverse iniziative si sono susseguite per rendere nota la ricerca, per promuovere la visibilità delle tesi e, soprattutto, la memoria delle donne protagoniste di questa innovazione epocale. Nel 2019 è stata allestita, nei locali universitari, una mostra con l’esposizione dei testi originali delle tesi, di documenti d’archivio e bibliografici, fotografie e altre opere delle autrici. L’ultimo evento in ordine temporale, si è svolto il 25 maggio nei locali della Biblioteca umanistica di Piazza Brunelleschi e ha riguardato la presentazione del libro Le tesi delle prime donne laureate a Firenze, edito dalla Firenze University Press, a cura di Floriana Tagliabue. Anche questo testo è scaricabile gratuitamente all’indirizzo https://books.fupress.it/catalogue/le-tesi-delle-prime-donne-laureate-a-firenze/9608.
Il libro, oltre a riportare l’evoluzione della ricerca e l’esperienza della mostra, è concepito come catalogo e memoriale per celebrare il vissuto delle donne protagoniste dell’epoca per conferire loro adeguata visibilità e onore al merito. Vi sono raccolte le testimonianze delle/degli ultimi discenti delle pioniere dell’alta formazione femminile, la documentazione biografica con l’analisi del contesto cittadino e nazionale, che hanno caratterizzato i loro vissuti, altrettanto importante da riportare alla luce per comprendere meglio gli sviluppi delle loro esistenze.

Il progetto aggiunge, così, un ulteriore tassello alla ricostruzione della storia dell’emancipazione e della condizione femminile in Italia, restituendo l’identità di queste antesignane. Riportare alla luce la storia misconosciuta di queste donne aiuta a conoscere gli ostacoli che hanno dovuto affrontare e superare per poter aspirare a ottenere un’istruzione, prima, ed esercitare, poi, una professione. Ad esempio, Aldina Francolini, laureata in medicina a Firenze nel 1899, scriveva e denunciava le discriminazioni di genere che subiva durante gli studi universitari. Giulia Sacconi dovette vincere non poche resistenze quando riuscì a ottenere l’iscrizione al liceo e in seguito, dopo essersi laureata con 110 nel 1900, quando divenne la prima bibliotecaria ad aver vinto un concorso governativo.

Fondamentale è stato ricostruire anche le vite delle studenti ebree dell’ateneo che, dopo essersi laureate e divenute docenti, subirono la discriminazione delle leggi razziali: furono costrette ad abbandonare la cattedra e a portare avanti la professione in maniera clandestina o nelle scuole per studenti ebrei. Tra queste, ricordiamo Piera Scaramella, Enrica Calabresi e Marcella Frankenthal. Donne dal vissuto straordinario, la cui perseveranza non è stata scalfita da ogni sorta di discriminazione e pregiudizio che hanno incontrato, hanno segnato la strada a tutte le altre arrivate solo in seguito a occupare quei banchi, quelle cattedre e quelle professioni tanto agognate. Donne condizionate dal solo fatto di essere donne nel poter ottenere l’istruzione superiore e poter condurre una vita professionale appagante. Diverse di loro, infatti, si sono ritrovate a mettere da parte le proprie aspirazioni dopo esser diventate mogli o madri, ma nessuna ha mai smesso di trasmettere caparbietà e tenacia.

Enrica Calabresi

Considerata l’evidenza della discriminazione di genere e degli stereotipi tuttora subiti e interiorizzati dalle donne contemporanee nella scelta degli studi e delle professioni, questa ricerca vuole essere intesa come un progetto permanente che, attraverso la memoria delle pioniere dell’emancipazione femminile, di coloro che per prime hanno tentato e sono riuscite a rompere il soffitto di cristallo, mira a incoraggiare le nuove leve nel perseguire le proprie aspirazioni, nel sostenere e conoscere in senso critico le conquiste acquisite e quelle ancora da perseguire.
Oggi, come allora, nella scelta degli indirizzi di studio e della professione, per le donne incidono fattori come l’appartenenza a una famiglia di ceto medio-alto, la supposizione di essere maggiormente inclini a esercitare lavori di cura e allo studio delle materie umanistiche e l’essere, inoltre, madri o mogli.

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Articolo di Michela Di Caro

Originaria di Matera, vivo a Firenze da 15 anni. Studente, femminista, docente di sostegno di Scuola Secondaria di II grado, sono fisioterapista libera professionista e mamma di tre piccole donne.

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