Dal 2019, su input dell’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, il 26 novembre celebriamo la “Giornata mondiale dell’olivo” con iniziative per proteggerlo quale elemento fondamentale della cultura paesaggistica, apprezzarlo nei valori che incarna e di cui è universalmente simbolo e valorizzarlo nei suoi significati culturali, economici, ambientali e sociali.
Un bene culturale immateriale, l’olivo, che non è stato sempre come lo conosciamo. Prima di essere l’albero generoso e a volte monumentale e secolare che possiamo ammirare in diversi luoghi del nostro Paese, infatti, l’Olea Europea è stato un cespuglio globuloso originario probabilmente dell’Asia Minore, un oleaster spinoso, adorno di frutti piccolissimi anche un po’ avari di olio, diverso da quello che i Fenici diffusero in tutto il bacino del Mediterraneo.
Simbolo laico e religioso di rigenerazione, pace, prosperità, saggezza e armonia, per Cristiani, Ebrei e Musulmani, ancora oggi l’olivo è portatore di significati e simbolismi. Il Corano lo considera un albero benedetto che fornisce olio per l’illuminazione, sorgente di luce “nei cieli e sulla terra” (Sura della Luce). Simbolo dell’identità di Israele, dai frutti dell’olivo si ricava da sempre quell’olio sacro che rigenera spiritualmente e che serve a consacrare. Nel mondo cristiano e nei Vangeli, l’olivo rappresenta pace e protezione e nei sacramenti l’olio è il sigillo del votarsi al divino.

Pianta medicinale e simbolo culturale trasversale, l’olivo vede istituita dall’Unesco la sua giornata commemorativa, con voto all’unanimità, sotto la presidenza di Audrey Azoulay, seconda donna a ricoprire la carica. Classe 1972, oggi al suo secondo mandato, in occasione di una precedente celebrazione ha sottolineato come l’olivo sia «un albero universale che accompagna l’umanità da millenni incarnandone le aspirazioni e le speranze; perché con la sua leggendaria longevità e resistenza, va oltre l’egoismo miope: piantare un ulivo e mangiarne i frutti è davvero una forma di condivisione e scambio».
Oggi però che le vicende di troppe terre del mondo producono frutti amari di guerre, dove gli uliveti di Israele e Palestina, entrambi luoghi di olio e di olivi, sono teatri di odio e di scontri orribili, tornare all’essenza della nostra umanità e di quei simboli che l’olivo incarna universalmente, ci porta alla necessità di recuperarne i significati di resilienza, di pace e di speranza. In una situazione generale dove nessuno, da solo o da sola, ha il potere di riportare i teatri di guerra alla pace, continuare a dare un senso a una quotidianità che non può prescindere da tali sconvolgimenti, si realizza nell’impegno a vivere al meglio le nostre vite, dando senso e impulso al confronto nella dimensione culturale.
Per farlo non basterà di certo una giornata celebrativa, tuttavia, come afferma Maurizio Saggion, Direttore di agriacademy™, assaggiatore professionista, sommelier e divulgatore della cultura dell’olio: «dalle olive e con gli olivi si costruisce un mondo e abbiamo anche il compito sociale di ricordarlo». Nasce così, a partire dall’olivo e dall’olio, l’occasione di un incontro dal titolo “L’alterEVO” che proprio il 26 novembre porterà voci diverse a confrontarsi su olivicoltura, gusto e virtù dell’olio extravergine di oliva. Un seminario degustativo gratuito, aperto a tutte e tutti, con assaggi guidati di oli del territorio e talk informativi e culturali che toccheranno vari temi.

Si parlerà di agricoltura, con Tiziana Torelli, Presidente dell’associazione Vignaioli in Grottaferrata e produttrice di olio; di cucina, con lo Chef Fabio Campoli; delle qualità dell’olio EVO con Maurizio Saggion; della sana e corretta alimentazione con la Biologa nutrizionista e naturopata Marina Di Bari; di territori e qualità del cibo con Stefano Asaro, Presidente Slow Food Frascati e Terre Tuscolane e di tecniche di estrazione, con Marco De Dominicis, Frantoio Fontana Laura.
Per meglio comprendere la vera qualità e le proprietà benefiche dell’olio di oliva, per creare valore, cultura, benessere psicofisico, comunità e integrazione è importante, come spiega il progetto agriacademy™ «produrre conoscenza organizzata di qualità, attraverso un sistema di spazi e contenuti finalizzati alla generazione di saperi esperienziali legati al cibo sano e sostenibile». Non a caso, secondo Lilt-Lega italiana per la lotta ai tumori, la cultura della prevenzione anche a tavola si dovrebbe «impostare come metodo di vita partendo dall’utilizzo di prodotti alimentari quotidiani di provata qualità». Come l’olio extravergine di oliva, le cui caratteristiche protettive e molteplici proprietà antitumorali sono state dimostrate nei confronti di varie problematiche, in particolare quelle legate all’apparato digerente (colon incluso) e al seno, rendendolo un «alimento fondamentale per la prevenzione delle recidive», nonostante vi sia ancora molto da scoprire su come funzionino esattamente questi meccanismi.

Il «nuovo paradigma» dell’olio è iniziato più di vent’anni fa con il Manifesto in progress di Luigi Veronelli, dove si afferma: «l’oleicoltura italiana rappresenta uno sconosciuto patrimonio gustativo e propositivo. Si tratta di veri e propri giacimenti, tutti da scoprire. Una ricchezza immensa». «L’olivicoltura di oggi – aggiunge Saggion – rappresenta il tratto di congiunzione tra una storia antica e un futuro possibile e complesso. Per questo abbiamo la necessità di accrescere una consapevolezza diffusa del valore simbolico, ambientale, sociale ed economico che deriva dalla cura dell’olivo e di come il profondo legame che unisce le nostre storie sia destino comune, una interdipendenza che va ben oltre il rapporto pianta – coltivatore e diventa appunto di memoria, richiamo continuo alla responsabilità di preservare questo patrimonio prezioso».
Tutto quanto riguarda l’albero dell’olivo e l’olio EVO fatto a regola d’arte, insomma, è fonte di benessere, salute e serenità. Abbiamo tra le mani uno strumento semplice, pronto e a portata di mano per migliorare la qualità delle nostre vite.
Dobbiamo solo ricordarci tutti i giorni dei valori dell’olivo e di scegliere un buon olio.
In copertina: Vincent Van Gogh, Tronchi d’albero nell’erba (particolare), 1890, fotografato da Eva Panitteri.
Per approfondire:
Agriacademy https://agriacademy.it/alterevo/
Manifesto in progress di Luigi Veronelli
http://www.oliosecondoveronelli.it/it/press/dossier/56-manifestoinprogressperunanuovaculturadelloliodoliv.html
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Articolo di Eva Panitteri

Sono nata a Genova da una famiglia girovaga. Amo viaggiare alla scoperta di sapori, profumi, atmosfere e territori. Lettrice seriale, giornalista pubblicista, autrice, appassionata di Food & Wine ed esperta di questioni di Genere, scrivo di temi e passioni che sono le mie identità.
