Ogni anno, il Super Maxi Studio ospita la Fiera nazionale dell’Editoria indipendente italiana, promossa dall’Adei (Associazione degli editori indipendenti) in collaborazione con il comune di Milano e con il patrocinio della regione Lombardia. Le date tradizionali dell’evento sono state 8, 9 e 10 marzo. Quest’anno, il tema della fiera è stato Cosa Vogliamo.
«In un mondo che scorre troppo rapidamente, abbiamo deciso di fermarci per comprendere “Cosa Vogliamo”. Non si tratta semplicemente di un tema su cui basare la programmazione dell’evento, ma di un invito a interrogarci su come viviamo il presente. Le proposte culturali presenti in fiera affrontano le sfide del nostro tempo: lavoro, ambiente, famiglia, attualità, sesso, soldi, scuola, cultura in tutte le sue sfaccettature e relazioni. Sono temi su cui è necessario trovare risposte ora, perché il presente è l’unico tempo in cui possiamo scegliere», hanno dichiarato Laura Pezzino e Marco Amerighi, che hanno organizzato l’evento.
Anche quest’anno il Book Pride ha confermato la sua importanza nell’ambito dell’editoria italiana, con oltre 19.200 visitatori e visitatrici che hanno partecipato all’ottava edizione dell’evento.

Ho avuto l’opportunità di dedicare del tempo al volontariato e durante la giornata di sabato 9 marzo ho assistito alla presentazione del libro Da Wenling di Gemma Ruiz Palà, pubblicato dalla casa editrice indipendente Voland. La presentazione del libro è stata un esordio sorprendente, poiché ha suscitato un grande interesse, tanto che la sala era gremita. All’interno degli eventi dedicati al femminismo, è stato presentato il romanzo. L’incontro ha visto la partecipazione dell’autrice, la traduttrice italiana, Tiziana Camerani, e la moderatrice Ursula Beretta.
Chi è Gemma Ruiz Palà? È una giornalista e scrittrice, nota per la sua collaborazione con Televisió de Catalunya, specializzata in cronaca culturale. Esordisce con il suo primo romanzo nel 2016 con il best seller Argelagues, che racconta le vicende di tre donne impiegate nell’industria tessile durante la Guerra Civile. Nel 2020 pubblica il suo secondo romanzo, Da Wenling, mentre nel 2022 vince il premio Sant Jordi con Les nostres mares.
La sinossi del libro ci introduce la storia di Wenling, una donna originaria della Cina che si trasferisce a Barcellona incinta di sei mesi, alla ricerca di un futuro migliore per i suoi figli. Dopo dieci anni, gestisce con il marito un centro estetico nel quartiere Gràcia, frequentato anche da una regista di documentari eccentrica e curiosa. Tra una manicure e l’altra, nasce una profonda amicizia tra le due donne, alimentata dalle sfide di una società che ostacola l’integrazione e promuove il pregiudizio. Nel salone di bellezza di Wenling, tra le cure di bellezza, si affrontano i grandi temi del presente.

Il dialogo tra l’autrice e la moderatrice si concentra su vari temi, tra cui la scelta del centro estetico come luogo di ambientazione. Gemma Ruiz Palà considera il centro estetico come un luogo di riparazione, dove è possibile affrontare questioni importanti come il maschilismo, il femminismo e il classismo. Chi sono le donne che frequentano il centro estetico? Donne giovani e meno giovani, frequentatrici del locale, che insieme a mani e piedi e teste da sistemare, portano a Wenling le loro storie personali. La sua narrazione pone l’accento sulle caratteristiche legate al femminismo, richiamando le riflessioni di Simone de Beauvoir sui costrutti sociali di genere e sull’esperienza di essere donna.

«Perché mi faccio la manicure? Per Simone de Beauvoir!» L’autrice ci racconta come all’interno del salone di bellezza, assistiamo alla nascita di un’amicizia tra una documentarista ossessionata dalla manicure e tra una donna cinese proprietaria del salone dove lei si reca regolarmente. E a partire dalla figura di Wenling, da suo marito Yang e dai suoi loro figli, per poi proseguire con la signora Gripi, la signora Eulalia e altre, l’autrice scrive un racconto in cui si susseguono tante voci. Tante voci che ci permettono di leggere in merito ai tanti lati meno piacevoli di una società, la nostra, che ancora molto spesso è intrinseca di razzismo, classismo ed egoismo. Infatti, la protagonista funge da veicolo principale per esplorare tematiche legate all’antirazzismo.
«Il razzismo è un po’ come l’aglio: è scandaloso, indigesto e se non lo mangi spesso, lo senti. Se invece lo consumi a colazione, pranzo, merenda e cena e non te ne privi nemmeno nello spuntino di mezzanotte, non ti accorgi di averlo ormai nel sangue».
Importante è per la scrittrice evidenziare che le reti sociali e le organizzazioni sono cruciali. Inoltre, ci tiene a sottolineare come, durante la transizione da società rurali a società industriali, le donne perdano non solo spazi di lavoro e di vita, ma anche spazi emotivi e relazionali. Quindi, creare luoghi come i saloni di bellezza diventa importante, non solo per la solidarietà femminile, ma anche per l’integrazione. L’integrazione, di fatto, è cruciale perché porta all’umanizzazione reciproca. Spesso siamo portate/i a guardare con sospetto gli altri e le altre, specialmente se sono diverse da noi. Il razzismo è alimentato da questa mancanza di prossimità emotiva e umana. È più difficile demonizzare gli altri/e quando si riconosce la comune umanità e i sentimenti condivisi.
«Ricordo — racconta la scrittrice — uno studio di neurologia che ho letto tempo fa, il quale sosteneva che le donne, dopo aver trascorso del tempo con le amiche, hanno una reazione neurale simile a quella che si verifica dopo un orgasmo». Questo sottolinea l’importanza delle connessioni sociali. Sappiamo tutti che questi incontri ci portano benessere, energia e un senso di appagamento emotivo, che sono benefici per la nostra salute mentale e il nostro cuore. L’intento della scrittrice è considerare i centri estetici come centri di riparazione.
La presentazione del libro ha suscitato interesse in me perché ho avuto modo di notare come con quanta passione la scrittrice ha affrontato questi temi legati al femminismo e al razzismo. Inoltre, la copertina è interessante perché fa sì che l’attenzione di chi legge ricada su di essa. Perché una serie di rossetti uno dopo l’altro? Tanti rossetti per tante donne, che hanno tutte storie diverse e si raccontano quando si incontrano nel centro estetico.
Il libro è stato pubblicato dalla casa editrice Voland, lo scorso novembre 2023. Tradotto per la prima volta in Italia, il romanzo si presenta come un inno al femminismo, con l’obiettivo di unire sarcasmo, denuncia antirazzista e rivendicazione sociale. Inoltre, la casa editrice durante il mese di marzo ha organizzato una serie di eventi di presentazioni in diverse città come Bologna, Cantù, Roma, Venezia e Rovereto.
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Articolo di Alessandra Paternò

Siciliana, studente di Comunicazione digitale. Tra i miei interessi giornalismo, editoria, film e arrampicata.
