Donne e lavoro

Nel numero 17 di Bibliografia vagante torniamo a parlare di lavoro (vedi BV 2). Donne che lavorano nell’industria bellica nell’Italia fascista; il caso di un imprenditore che realizza un villaggio operaio per alloggiare famiglie e donne sole, e asili per accudire i bambini: sfruttamento del lavoro, controllo e welfare. Segue un articolo sulla formazione delle infermiere vietnamite nella “missione civilizzatrice” della Croce Rossa Francese e delle Figlie della Carità. Reti e corporativismo delle cucitrici londinesi nel XVII: un volume ne mostra le vite intricate, i diversi tipi di contratti, la formazione. Concludiamo con un articolo sulle operaie edilizie tra medioevo e prima età moderna nel mondo Basco.
Per informazioni sui criteri di scelta degli articoli/libri, vi rimandiamo alla BV 1.

La fabbrica bellica Lpd

Natascia Ridolfi: Donne e lavoro in un’industria strategica italiana (1920-1940), Rime. Rivista dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea, Vol. 11 n.s, n. I/2022.
La questione del ruolo giocato dalle imprese e dagli imprenditori nell’emancipazione della donna nella società e nel lavoro è un tema ancora aperto, soprattutto in Italia. La ricerca focalizza l’attenzione sul ventennio fascista, che sebbene dominato da una ideologia contraria alla lavoratrice, ne tollera la presenza a fronte di un sistema produttivo carente di manodopera maschile, soprattutto nei settori strategici, a causa delle guerre coloniali e degli eventi legati alla seconda guerra mondiale. Il saggio analizza il caso di Leopoldo Parodi Delfino, imprenditore fra i più importanti dell’industria bellica italiana, che ha scritto una pagina significativa nella storia del lavoro femminile. (Abstract dell’articolo. DOI: https://doi.org/10.7410/1580 ).

Immagine tratta dall’articolo

Marie de Rugy: Former des infirmières vietnamiennes. Le Filles de la Charité et l’école de la Croix Rouge de Saïgon, 1934-années 1950, Mélanges de l’École française de Rome – Italie et Méditerranée modernes et contemporaines (MEFRIM), Vol. 134, n. 2/2022.
Nel 1934 le Figlie della Carità divennero responsabili della formazione delle infermiere nella scuola-dispensario della Croce Rossa francese a Saïgon. Iniziata durante il periodo coloniale, l’opera proseguì dopo l’indipendenza del Viêt Nam nel 1954. Basandosi sull’analisi di archivi inesplorati, principalmente quello delle Figlie della Carità, ma anche di Propaganda Fide sotto il pontificato di Pio XII, l’articolo mette in luce il percorso formativo delle infermiere professionali da parte delle suore, in un momento di transizione tra “missione civilizzatrice”, aiuto allo sviluppo e aiuto umanitario. L’autrice esamina come l’attività di promozione femminile s’inscriva all’interno di queste tre categorie e presenti continuità in un contesto di guerra e rottura politica.

Copertina del libro di Laura Gowing: Ingenious Trade: Women and Work in Seventeenth Century London, Cambridge University Press, 2021

Laura Gowing: Ingenious Trade: Women and Work in Seventeenth Century London, Cambridge University Press, 2021. 284 pp. ISBN 9781108639323.
Il volume ripercorre le intricate storie di giovani donne che arrivarono a Londra nel tardo XVII secolo per guadagnarsi da vivere, spesso con l’ago, e delle signore che aprivano i negozi e supervisionavano il loro apprendistato. Seguendo le donne attraverso gli archivi cittadini, si scoprono l’estensione e la diversità dei loro contratti, formazione e competenze, dall’adolescenza alla vecchiaia. In contrasto con gli aspetti informali, non strutturati e marginalizzati del lavoro femminile, questo libro utilizza registrazioni legali e l’archivio della gilda per ricostruire la negoziazione delle donne con i regolamenti cittadini e la burocrazia. L’autrice mostra donne sole, mogli e vedove che si unirono in corporazioni sia insieme che separate dagli uomini, in una rete che si estendeva dalle élite ai poveri (tradotto dal sito dell’editore).
Indice e anteprima del volume su Amazon. Una recensione OA di Joseph P. Ward su Oak Trust. Open Access to Knowledge.

Immagine tratta da “La città delle dame” di Christine de Pizan

Janire Castrillo: «Moças que servieron en las calles». Mujeres en el sector de la construcción en el tránsito de la Edad Media a la Moderna: una revisión desde el caso vasco, Hispania. Revista Española de Historia, Vol. 83, n. 273/2023.
Questo studio analizza le donne che tra la fine del Medioevo e gli inizi dell’età Moderna esercitavano nel settore edile, in particolare come operaie murarie, a partire dall’esame del caso basco. Anche se le fonti evidenziano un’ampia presenza femminile in questo campo lavorativo, questo gruppo soffre ancora di una scarsa attenzione da parte della storiografia. I riferimenti documentali riguardanti queste lavoratrici si trovano principalmente nella documentazione di carattere municipale e contabile, e illustrano la loro partecipazione a lavori di copertura e acciottolato delle strade, rafforzamento di dighe e muri, rimodellamento di ponti o fonti, ecc. Soprattutto, queste operaie a giornata, generalmente giovani e di umile estrazione sociale, svolgevano compiti che non richiedevano una qualificazione specifica e venivano remunerate meno degli operai. Il loro impiego nel settore evidenzia la storicità degli incarichi di genere, e continua ancora oggi, rendendo necessario un ampio lavoro di indagine per essere meglio conosciuta e riconosciuta.

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Articolo di Rosalba Mengoni

Rosalba Mengoni 400x400

Laurea magistrale in Storia e Società, il suo principale argomento di studio riguarda l’interazione fra l’essere umano e il territorio. Collaboratrice tecnica all’Isem – Istituto di storia dell’Europa Mediterranea del Cnr, è nel comitato di redazione di Rime, la rivista dell’Istituto e fa parte del gruppo di lavoro sulla comunicazione. Cura la Bibliografia Mediterranea pubblicata sul sito istituzionale http://www.isem.cnr.it

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