Memorie d’artiste. Cento anni dopo. Louise Rayner 

L’8 ottobre 1924 a St Leonards-on-Sea moriva la pittrice impressionista britannica Louise Ingram Rayner, nata il 21 giugno 1832 a Matlock Bath, nel Derbyshire. I suoi acquerelli rappresentano con una precisione quasi fotografica alcune delle città britanniche durante l’epoca vittoriana, coi loro edifici spesso fatiscenti, le case signorili e i dintorni; sono scene di strade popolate che riproducono il “vecchio mondo” con una meticolosa attenzione ai dettagli architettonici e alla vivacità delle scene urbane, spesso animate da tante figurine di venditori ambulanti e acquirenti. Per gli storici sono documenti preziosi che offrono uno sguardo unico sulle città del tempo, anche se talvolta l’artista ha alterato la prospettiva per migliorare l’immagine. Peter Boughton, curatore del Grosvenor Museum di Chester, che possiede la più grande collezione pubblica dei suoi acquerelli, ha descritto i dipinti di Rayner come non solo pittoreschi, ma anche preziosi documenti storici che catturano l’architettura e la vita urbana dell’epoca vittoriana. Innegabile anche il loro valore artistico nell’attenzione alla luce e nella particolare resa dei materiali, i mattoni con cui sono costruite le case, le lastre di pietra che pavimentano le strade, i dettagli delle facciate delle chiese.  

Oxford (sin) – Minster Street, Salisbury (dex) – Louise Rayner 

Louise Ingram Rayner, il cui secondo nome, Ingram, deriva dalla famiglia della nonna, nacque, quarta di nove figli, in una famiglia di artisti: il padre, Samuel, un paesaggista inglese, era noto per le sue raffigurazioni di edifici e dei loro interni, abbazie, chiese e antiche dimore; la madre, Ann Manser Rayner, era un’esperta incisora di marmo; quattro delle sorelle di Louise e suo fratello furono artisti. L’ambiente familiare favorì quindi lo sviluppo delle sue abilità. Nel 1842 la famiglia si trasferì a Londra, dove Louise, quindicenne, iniziò a studiare seriamente pittura, dapprima con il padre e poi sotto la guida di artisti, amici di famiglia. 
Il diciannovesimo secolo vide in Gran Bretagna, ma anche nel resto d’Europa, un notevole aumento del numero di artiste professioniste. A Londra fu istituita nel 1842 la Female School of Art and Design; la Royal Academy ammise le sue prime studentesse nel 1860. La Society of Female Artists, fondata nel 1855 a Londra, offrì una preziosa piattaforma espositiva. E fu l’interesse della regina Vittoria a commissionare opere alle artiste britanniche che arricchirono la collezione reale, mecenatismo che proseguì anche con le generazioni successive di teste coronate. 
Queste opportunità rimasero però limitate solo alle classi più ricche, o a chi, come Louise, godeva del sostegno della famiglia. L’esercizio della copia dei dipinti di maestri antichi al British Museum, e i viaggi fatti con la famiglia, soprattutto il suo soggiorno in Italia, in particolare a Roma, Firenze e Venezia, completarono la formazione della giovane artista e affinarono la sua tecnica. Presentò per la prima volta all’esposizione della Royal Academy nel 1852 un suo dipinto a olio intitolato The Interior of Haddon Chapel. Nel 1860 espose i suoi acquerelli presso la Society of Female Artists, da poco fondata. 

L’interno della Cappella di HaddonLouise Rayner 

Numerose le città inglesi che Louise ha ritratto nelle sue vedute, come Londra, Bath, York, Chester, Oxford, Edimburgo, Windsor, Salisbury. 
Visitò per la prima volta Chester nel 1869; l’acquerello Watergate Street, Chester raffigura una vivace scena di strada nella città di Chester, dove Louise abilmente rende la complessità dell’architettura medievale, e nello stesso tempo la presenza di figure umane in abiti dell’epoca animano uno scorcio di vita vissuta. 
In Broad Street, Bristol l’artista cattura l’eleganza e la storicità dell’architettura gotica con un’acuta sensibilità per la luce e l’ombra.  

Via Watergate, Chester (sin) – Via larga, Bristol (dex) – Louise Rayner 

Nei suoi dipinti, infatti, c’è grande attenzione alle condizioni atmosferiche e alla luce del sole che, filtrando attraverso le stette viuzze, crea un contrasto tra le ombre profonde e le aree illuminate.  
Oltre ai soggetti urbani, Louise Rayner ha dipinto anche scene rurali e costiere, anche se meno frequentemente rispetto alle vedute di città. 
I suoi primi lavori sono generalmente considerati i migliori, e sono per lo più dipinti a olio; in seguito diventano ripetitivi, adeguandosi a una formula che aveva incontrato il favore del mercato. Dal 1860 il suo mezzo espressivo divenne l’acquerello, con cui produsse quadri per oltre cinquant’anni. 

Chiesa di Santa Maria e San Michele, Cambridge (sin) – Irongate (dex) – Louise Rayner
Aberconwy House – Louise Rayner  

Il dipinto Aberconwy House mostra, sullo sfondo di Conwy Castle, l’unica casa di mercanti medievale della cittadina gallese di Conwy sopravvissuta alla turbolenta storia della città fortificata nel corso di quasi sei secoli.  
La sua capacità di infondere un senso di vita quotidiana nei suoi dipinti è visibile anche in opere come Market day Chester, o The Bell Inn, Market Place, Cambridge, dove l’artista ritrae con grande vivacità il trambusto di un mercato.  

Market day Chester – Louise Rayner
The Bell Inn, Market Place, Cambridge – Louise Rayner 

In Fish Street, Shrewsbury c’è una frenetica attività a livello della strada, alcuni uccelli sui tetti e in lontananza due chiese catturano la nostra attenzione. 
Nel 1890 Louise alloggiava con sua sorella Margaret a Chester, dove entrambe insegnavano disegno ad acquerello. Louise è conosciuta come “l’artista preferita di Chester” per la sua capacità di rappresentare le strade e l’architettura con grande vividezza, immortalando la vita quotidiana della città in modo affascinante e dettagliato. Viaggiò molto in tutta la Gran Bretagna e visitò anche la Francia settentrionale. 
Nel dipinto che raffigura la Cattedrale di Reims la guglia della cattedrale si erge verso il cielo e in basso la strada popolata da gente del posto. Un bagliore di luce solare penetra tra gli edifici, e mette in evidenza un uomo che sta entrando in una casa. 

Fish Street, Shrewsbury (sin) – Cattedrale di Reims (dex) – Louise Rayner 

Con l’avanzare dell’età il talento artistico di Louise iniziò a svanire, probabilmente a causa della vista debole, delle mani instabili e dell’impossibilità di viaggiare per cercare nuovi spunti per il suo lavoro. Espose per l’ultima volta alla Royal Academy nel 1886, e a Londra nel 1893. Smise di dipingere all’età di 76 anni nel 1908. 
Intorno al 1910 si trasferì con la sorella a Tunbridge Wells; dopo la morte di Margaret nel 1920 Louise andò ad abitare a St Leonards-on-Sea, dove morì all’età di 92 anni. In vita ricevette un notevole apprezzamento per i suoi lavori, e le sue opere furono molto ammirate alla Royal Academy e alla Royal Watercolour Society. Espose anche a Birmingham, Dublino, Liverpool e Manchester. Dopo la sua morte fu dimenticata, sorte purtroppo comune a tante artiste. Negli ultimi decenni, c’è stato, però, un rinnovato interesse per il suo lavoro da parte di collezionisti e storici dell’arte, e le sue opere sono oggi presenti in importanti collezioni pubbliche e private. La riscoperta del suo lavoro conferma l’importanza e la bellezza delle sue raffigurazioni urbane, rendendola una pittrice di notevole rilievo nel panorama dell’arte britannica.
Gli acquerelli di Louise Rayner forniscono uno sguardo unico sulla vita quotidiana della classe media vittoriana; oltre a rendere il trambusto delle strade, comunicano la bellezza architettonica dell’epoca con tale precisione da essere un contributo significativo alla comprensione dell’estetica urbana vittoriana. Hanno la capacità di trasportare gli spettatori nel passato, mostrando loro come apparivano le città britanniche nel XIX secolo. 

High Street, Windsor – Louise Rayner
Bridge Street, Chester – Louise Rayner 

Peter Watson, corrispondente d’arte del quotidiano The Observer, così scrisse di Louise in seguito alla sua visita all’asta Christies a Glasgow nel novembre 1974, dove erano in vendita alcuni dipinti dell’artista: «Louise Rayner non piacerà a tutti: dipinti-disegni molto densi e dettagliati di strade vittoriane brulicanti di vita, gatti che litigano, cani che annusano, panni stesi, bambini che vomitano, genitori che sculacciano. E non è nemmeno un regalo (al prezzo di diverse migliaia), ma hanno una qualità gradevole che forse giustifica il prezzo». 

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Articolo di Livia Capasso

Laureata in Lettere moderne a indirizzo storico-artistico, ha insegnato Storia dell’arte nei licei fino al pensionamento. Accostatasi a tematiche femministe, è tra le fondatrici dell’associazione Toponomastica femminile. Ha scritto Le maestre dell’arte, pubblicato da Nemapress nel 2021, una storia dell’arte tutta al femminile, dalla preistoria ai nostri giorni.


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