Marie Laurencin

Protagonista indiscussa della scena artistica e sociale dell’Europa degli inizi del Novecento, amica di Pablo Picasso, Francis Picabia, Georges Braque, Marie Laurencin così è descritta da Guillaume Apollinaire: «È allegra, è brava, è spirituale, e ha tanto talento». Nei suoi dipinti trasmette la gioia e la sensualità della giovinezza tanto da venire chiamata da Cocteau “la gazzella”. Parlando di lei si incrociano le vite di tanti pittori, scrittori, artisti del suo tempo, ma lei non è stata “l’amica di” o “la musa di”, ha saputo farsi spazio in un mondo dominato dal maschilismo, e ha lasciato il proprio segno, come donna, e come artista. Senza dubbio ha promosso il coinvolgimento delle donne nel mondo dell’arte contro il potere maschile delle accademie e ha esposto più volte alla Societé des Femmes Artistes Modernes, creata a Parigi nel 1930 come associazione per le artiste, attiva dal 1931 al 1938. Le sue opere includono dipinti, acquerelli, disegni e stampe.

Autoritratto, 1906 – Marie Laurencin

Marie Laurencin nasce a Parigi il 31 ottobre 1883, figlia illegittima di una ricamatrice e di un diplomatico; riceve un’ottima educazione: il padre, infatti, pur non riconoscendola ufficialmente, la sostiene economicamente; la madre è una donna molto colta e cresce la figlia seguendo i dettami dell’educazione tradizionale, e principi molto rigorosi. Marie a diciotto anni si avvicina al mondo della pittura e a Sèvres studia i decori su ceramica. Torna a Parigi e perfeziona i suoi studi all’Accademia Humbert, dove si interessa alla pittura a olio.
Frequenta l’ambiente cubista, e a partire dal 1907 espone al Salon des Indépendants soprattutto ritratti, autoritratti e gruppi di personaggi. Nello stesso anno Picasso le presenta il poeta e critico d’arte Guillaume Apollinaire. Dall’incontro nasce una relazione sentimentale che durerà, tumultuosa, fino al 1912, per la quale Marie è stata spesso identificata come la musa ispiratrice del poeta. A questo amore dobbiamo opere molto conosciute, da una parte e dall’altra: Apollinaire le dedica scritti e poesie, lei lo ritrae nei suoi quadri. Il più celebre, in due versioni, è Apollinaire e i suoi amici, che secondo una leggenda il poeta morente avrebbe chiesto che fosse appeso nella sua stanza d’ospedale.

Réunion à la campagne (Apollinaire et ses amis), 1909 – Marie Laurencin

Il legame tra Marie Laurencin e Guillaume Apollinaire fu una delle grandi storie d’amore dell’epoca, tanto da far scrivere al poeta: «Il mio destino, Maria, è di vivere ai vostri piedi, ripetendo senza fine quanto vi ami». La pittrice fa da modella per alcuni artisti e intanto inizia a sperimentare un proprio stile, che svilupperà nei dipinti successivi: lo sfondo è appena accennato, i colori iniziano a farsi più tenui, i volti più luminosi. Bal élégant, La Danse à la campagne fu esposto al Salon des Independants del 1913.

Bal élégant, La Danse à la campagne, 1913 – Marie Laurencin

Entra nel gruppo dei cubisti associati alla Section d’Or, espone con loro, ed è l’unica pittrice a essere messa sotto contratto per oltre trent’anni dal notissimo mercante d’arte Paul Rosenberg. Il suo successo cresce, tanto da essere chiamata a ritrarre personalità del calibro di Coco Chanel e Jean Cocteau.

Ritratto di Coco Chanel, 1923 (sin) – Ritratto di Jean Cocteau, 1921 (dex) – Marie Laurencin

L’artista dipinge Coco Chanel seduta, in una posa sognante, con il braccio sollevato a sorreggere la testa, un barboncino bianco accucciato sulle sue ginocchia, mentre un altro cane, sul lato destro del dipinto, balza verso una tortora. Nei quadri di Marie Laurencin sono spesso ritratti animali domestici e selvatici. La stilista non apprezzò l’opera e si rifiutò di acquistarla. Marie Laurencin, furiosa, non volle dipingere un secondo ritratto e tenne per sé l’originale.

Nel 1914 sposa il barone Otto von Wätjen. La coppia si trasferisce in Spagna dopo la dichiarazione di guerra, poiché a causa del suo matrimonio Marie aveva perso la cittadinanza francese ed era diventata cittadina tedesca. Sono prima a Madrid e poi a Barcellona, dove frequentano Sonia e Robert Delaunay, poi brevemente a Düsseldorf. Dopo il divorzio nel 1920, la pittrice torna a Parigi e trova definitivamente il suo stile. Laurencin rappresenta senza censure l’amore tra donne, e non nasconderà mai le sue relazioni omosessuali, come quella durata quarant’anni con la stilista Nicole Groult, o l’altra, che porterà avanti fino alla sua morte, con Suzanne Moreau, che invita a vivere con lei, adottandola infine come figlia.

Danzatrici spagnole, 1921 (sin) Il bacio, 1927 (dex) – Marie Laurencin
Femmes au chien, 1924-1925 – Marie Laurencin

I suoi dipinti conquistano i salotti parigini e la pittrice è gratificata dal successo fino alla depressione economica degli anni Trenta. In questo periodo lavora come insegnante d’arte presso una scuola privata. Nel 1935 riceve la Legione d’onore e un paio di anni dopo alcuni dei suoi dipinti vengono scelti per l’Esposizione Universale. La Seconda guerra mondiale segna il declino dell’artista, che deve anche difendersi dall’accusa di collaborazionismo. In realtà, tale accusa non fu mai provata, anche se qualcuno suggerisce malignamente che le indagini non furono approfondite perché il presidente della commissione giudicante era Picasso. Dopo la guerra, Marie Laurencin si ritira a vita privata. Vivrà a Parigi fino alla morte, avvenuta l’8 giugno 1956, a 72 anni, nella propria abitazione, per arresto cardiaco. Secondo le sue ultime volontà, riposa in un abito bianco, nelle mani una lettera d’amore di Guillaume Apollinaire. Marcel Jouhandeau, amico della pittrice, pronuncia queste parole al suo funerale: «È morta: quale racconto di fate si conclude!». Per quanto compagna dei pittori astrattisti, non fece mai pittura astratta, nella ricerca di un’estetica specificamente femminile. Le sue tele sono poetiche, malinconiche, hanno colori pallidi come il rosa, l’azzurro, il bianco e le tinte pastello. Le sue pennellate tenui, le forme curvilinee, le figure femminili flessuose ed eteree, una composizione semplice, evocano un mondo incantato. La maggior parte delle sue opere sono ritratti, di committenti, ma anche di amici. Non mancano però nature morte e composizioni floreali.

Jeune fille la guirlande de fleurs, 1935 (sin) –La Dame et le Bouquet, 1938 (dex) -Marie Laurencin

I suoi dipinti sono presenti nei più importanti musei e nelle collezioni di tutto il mondo. Nel centenario della nascita, nel 1983, in Giappone, a Nagano, è stato fondato un museo dedicato unicamente a lei, con le opere collezionate da Masahiro Takano, un industriale giapponese innamorato della visione del mondo sensuale e lirica di Laurencin. Dopo la sua chiusura nel 2011, è stato riaperto in una nuova sede a Tokyo, con oltre 600 opere che vanno dalla pittura, agli acquerelli, ai disegni, fino alle stampe e ai libri illustrati che coprono tutta la sua vita lavorativa dall’inizio fino agli ultimi anni. Il Musée Marie Laurencin ad oggi è l’unico museo al mondo che contiene esclusivamente opere di una pittrice.

Femme allongée, circa-1938 – Marie Laurencin
Tre giovani donne, 1953 – Marie Laurencin

Nel 2023, la Barnes Foundation ha aperto, a Filadelfia, una retrospettiva del lavoro di Laurencin, intitolata Marie Laurencin: Sapphic Paris, la prima grande mostra americana del lavoro dell’artista francese. Eppure, Marie Laurencin è stata a lungo dimenticata, considerata una pittrice frivola. In realtà la sua è una ricerca che ha come obiettivo quello di rappresentare l’universo femminile non filtrato dall’occhio maschile o da pregiudizi sociali. Parallelamente alle opere pittoriche realizza delle opere grafiche, incisioni, crea scenografie e costumi per il balletto; illustra testi di numerosi scrittori. E scrive Cahiers des nuits, lo scrive per sé stessa nella sua casa parigina. Non si tratta di un diario, ma di una raccolta di pensieri, con in mezzo poesie, frammenti di frasi e una serie di disegni estremamente personali.

Qui le traduzioni in francese, spagnolo e inglese.

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L’articolo di Livia Capasso

Laureata in Lettere moderne a indirizzo storico-artistico, ha insegnato Storia dell’arte nei licei fino al pensionamento. Accostatasi a tematiche femministe, è tra le fondatrici dell’associazione Toponomastica femminile. Ha scritto Le maestre dell’arte, uno studio sull’arte fatta dalle donne dalla preistoria ai nostri giorni e curato La presenza femminile nelle arti minori, ne Le Storie di Toponomastica femminile.

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