Inaugurata a Palazzo Piacentini, sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la mostra Made in Italy impresa al femminile vuole essere un tributo a oltre cento imprenditrici italiane che hanno contribuito alla crescita del Paese, donne pioniere, che hanno creato valore, lavoro e sviluppo, messe a confronto con imprenditrici di oggi, con uno sguardo alle giovani startupper che si stanno affermando nei settori più innovativi e tecnologici. La mostra, organizzata dal Mimit in collaborazione con la Fondazione Bellisario, il Comitato impresa donna e la Federazione nazionale cavalieri del lavoro, è a ingresso libero e aperta al pubblico nel fine settimana, sabato e domenica, dal 15 aprile al 25 maggio, presso la sede del Ministero (Palazzo Piacentini, via Veneto 33 — Roma).
Oggi sono già un milione e trecentomila le imprese italiane guidate da donne, su un totale di sei milioni, pari al 22,2% del totale. E la concentrazione è soprattutto al Sud: dal 27,2% delle imprese molisane al 24,2% di quelle siciliane. Molte di loro sono state insignite dell’onorificenza di Cavaliere del lavoro e del Premio Marisa Bellisario, riconoscimento che dal 1989 celebra il valore femminile nel mondo del lavoro e delle istituzioni.
Scardinando regole e stereotipi che vedevano le donne escluse dal fare impresa, sono riuscite ad affermarsi, e ora sono un modello per le nuove generazioni.


Ognuna di loro racconta storie individuali e familiari di grande responsabilità e di resilienza, ma anche di innovazione e successo in tutti i settori del Made in Italy, anche in quelli ritenuti finora inaccessibili alle donne. Operano nel settore dei servizi, ma anche in quello della moda, nella sanità, nei servizi turistici e nella ristorazione, nell’editoria, nella cinematografia, nell’arredamento e nel design, nella farmaceutica e nell’elettronica, nella cantieristica, nella siderurgia ed altro ancora. In alcuni settori le donne hanno trovato abbastanza facilmente uno spazio di azione, in altri è stato più difficile farsi strada. Sono storie che mettono in evidenza talento e determinazione in un cammino tortuoso di emancipazione, di conquiste, di sacrifici. L’impresa al femminile è anche amore per il territorio, attenzione al benessere di chi vi lavora, e alla valorizzazione di ogni competenza, rispetto della tradizione e sguardo verso l’innovazione.
Giannola Nonino, la “Regina della Grappa”, nota per aver rivoluzionato l’arte della distillazione in Italia e nel mondo, così si racconta: «Sono stata educata a essere un individuo pensante, a non ragionare come maschio o femmina, e questa è ancora oggi una lezione fondamentale».

Lella Golfo, fondatrice e presidente della Fondazione Marisa Bellisario, descrive l’impresa femminile come un bellissimo percorso che partendo dalle pioniere, come Luisa Spagnoli, Adele Fendi, Inge Feltrinelli, Wanda Ferragamo, arriva alle tante imprenditrici di successo di oggi.
Nel passato le donne hanno gestito piccole attività familiari e botteghe artigianali; nei primi decenni del Novecento hanno cominciato ad ampliare il raggio delle loro attività e con il boom economico degli anni ’50 e ’60, hanno intrapreso attività commerciali, in particolare nel settore della moda, della gastronomia e del turismo. Nella fine del secolo il numero delle imprenditrici ha continuato a crescere.
La prima donna cavaliere del lavoro, Gilberta Gabrielli Minganti, è stata nominata solo nel 1964, quando l’onorificenza fu creata nel 1901. «Purtroppo, esistono ancora disuguaglianze significative — sottolinea Lella Golfo — in termini di accesso al credito, alla formazione e alla rete di contatti. C’è ancora strada da compiere e sostegno economico e formativo da assicurare».
Ne voglio citare qualcuna, per dare un nome a questa schiera di donne coraggiose.
Pina Amarelli è l’attuale presidente della storica azienda Amarelli, produttrice di liquirizia dal 1731, e direttrice del Museo della liquirizia, prima donna in Calabria Cavaliere del Lavoro. Lady Liquirizia, così è chiamata, è nata a Napoli, è stata docente universitaria e avvocata, poi è arrivata in Calabria, sposando Franco Amarelli. Subito si è appassionata alla storia del territorio, della famiglia e dell’azienda plurisecolare, che già nel Cinquecento si occupava della coltivazione, raccolta e lavorazione della liquirizia, trasformando l’antica fabbrica e rendendo la liquirizia calabrese un prodotto di eccellenza.

Giuseppina Rallo, detta Josè nei primi anni ‘90 entra in Donnafugata, l’azienda vitivinicola di famiglia fondata nel 1983 dai genitori Giacomo e Gabriella. Donnafugata ha cinque cantine ed oltre 400 ettari di vigneti in varie zone della Sicilia.
Dalla Calabria e dalla Sicilia al Trentino con Sonia Beltrami, nata e cresciuta a Darzo tra scavi e betoniere dell’azienda di famiglia. Ancora piccolissima accompagnava il padre alle fiere e da lui ha appreso tutto sui motori. Entra in azienda a venti anni, facendo una scelta coraggiosa e difficile. «Le donne hanno davvero molta tenacia, per distinguersi devono impegnarsi di più. L’imprenditoria è ancora piena di pregiudizi».
Ed ecco le artigiane: Barbara Tomassini, presidente Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato) Marche ha realizzato per la mostra La scarpa di Eva, un’opera in ceramica in chiave femminile, volutamente lasciata grezza, eccezion fatta per delle rose, che la adornano e simboleggiano la natura e la bellezza che prendono il sopravvento sulla materia attraverso la pittura.

Quella della famiglia Cassetta, che a Vietri sul Mare ha cominciato a produrre ceramica già nel sedicesimo secolo, è una storia lunga. Vincenza Cassetta, figlia del ceramista vietrese Giuseppe, dopo gli anni della formazione presso la manifattura del padre, conosce il ceramista Francesco De Maio che sposa e con il quale gestisce la manifattura “De Maio Ceramiche”.
Grazia Zucaro amministra Grecy creation gioielli, azienda che nasce a Corato, in provincia di Bari nel 2004.
Ester Passiatore è Maestra Liutaia specializzata nella costruzione di strumenti musicali ad arco. Il suo laboratorio è situato a Bari.
La storia di imprenditrice di Claudia Matta, scomparsa nel 2021, comincia nel 1953. A diciannove anni entra in azienda come unica figlia del socio di maggioranza della Carrara e Matta, fondata a Torino nel 1940, azienda di arredo bagno che già allora esportava in cinquanta Paesi nel mondo.
Cristina Zucchetti è responsabile Risorse Umane del gruppo Zucchetti, azienda con sede a Lodi, che produce soluzioni software, hardware e servizi per aziende, banche, assicurazioni e liberi professionisti.
Fabiana, Francesca e Federica Roncato sono la terza di una generazione nata tra bauli e valigie negli anni Cinquanta. Grazie allo speciale apprendimento ricevuto dal nonno paterno Antonio, che nel 1956 fondò la società madre, hanno deciso di continuare l’attività di famiglia costituendo il nuovo Baulificio italiano sorelle Roncato.
Anche Furla è gestita da Giovanna Furlanetto, bolognese, figlia di Aldo che fondò l’azienda di pelletteria nel 1927. Il marchio è sinonimo di lusso accessibile, un binomio risultato vincente.
Poi ci sono le editore come la palermitana Elvira Giorgianni che alla fine degli anni Sessanta con una scelta davvero coraggiosa fonda insieme al marito la casa editrice Sellerio.
E le imprenditrici di grandi case di moda come Rosita Missoni, scomparsa nel gennaio di quest’anno, che insieme al marito Ottavio ha fondato la casa di moda italiana di lusso Missoni.
C’è il settore dello spettacolo, con la musica e il cinema: Caterina Caselli, dopo il matrimonio con Piero Sugar, responsabile dell’omonima casa discografica, lascia l’attività di cantante e si dedica a quella di talent scout e produttrice discografica. Federica Lucisano è amministratrice delegata di Lucisano media group, società che controlla tutte le attività di produzione cinematografica e di gestione sale cinematografiche della famiglia Lucisano.
E ancora candele e pennelli: Alessia Di Giorgio, amministratrice delegata dell’omonima fabbrica di candele, fornisce anche lo Stato Pontificio. Ne prende le redini nel 2018 e la porta a diventare una delle protagoniste nel mondo internazionale delle candele artigianali di qualità. Eleonora Calavalle, nipote del Commendator Boldrini, che nel 1945 fondò l’azienda Pennelli cinghiale a Cicognara, in provincia di Mantova, ha trasformato sotto la sua guida l’azienda proiettandola in contesti sempre più internazionali.
Infine Maria Criscuolo dal 1986 è Presidente di Triumph group international, gruppo dedicato alla costruzione di eventi di comunicazione per aziende, organizzazioni e istituzioni, il cui quartier generale è a Roma ma con uffici a Milano e società a Shanghai, Londra e Bruxelles.
***
Articolo di Livia Capasso

Laureata in Lettere moderne a indirizzo storico-artistico, ha insegnato Storia dell’arte nei licei fino al pensionamento. Accostatasi a tematiche femministe, è tra le fondatrici dell’associazione Toponomastica femminile. Ha scritto Le maestre dell’arte, uno studio sull’arte fatta dalle donne dalla preistoria ai nostri giorni e curato La presenza femminile nelle arti minori, ne Le Storie di Toponomastica femminile.
