Editoriale. Tremate!

L’altro ieri, 6 novembre, è stato il giorno a mezza strada fra l’equinozio d’autunno e il solstizio d’inverno: siamo nel mezzo del dodekaemeron, le “dodici notti” fra il 31 ottobre e l’11 novembre, il periodo di demarcazione che sanciva la fine dell’anno agrario: la semina doveva finire per San Martino, quella fatta dopo era considerata inutile. Le sementi, ormai sottoterra, non avrebbero dato frutti se non mesi dopo; nel frattempo erano in consegna al mondo di sotto, quindi bisognava ingraziarsi i morti, che avrebbero potuto distruggerle e che avevano il permesso, proprio in questi giorni, di riemergere e andarsene a spasso. La festa celtica di Samhaim, oggi Halloween, che culmina nella notte fra il 31 ottobre e il 1° novembre, è stata cristianizzata in Tutti i santi. Come sappiamo, Halloween è arrivata da noi di recente, accolta dapprima con perplessità e poi con entusiasmo dai bambini e dalle bambine, cui non pareva vero avere il diritto di infrangere regole e capovolgere buone abitudini. Finalmente il Male, l’Abisso, l’Oscurità potevano essere festeggiate con gran divertimento in mezzo a dolcetti e a travestimenti macabri, sempre molto amati, come i film horror e la saga della famiglia Addams. Sappiamo anche che il Mercato, questo onnipotente dio contemporaneo, se n’è appropriato subito, ma questo non fa notizia perché al politicamente scorretto abbiamo fatto l’abitudine, e bambine e bambini, oggi, non dubitano che Halloween sia una festa tradizionale e antica, come il Natale e Capodanno. Fa notizia invece che l’Associazione internazionale esorcisti, fondata nel 1994 e riconosciuta dalla Chiesa cattolica, denunci la festa che «introduce e abitua i bambini e i giovani al “buio” sia fisico che morale, perché fa diventare per loro normale la “cultura di morte”»; L’Avvenire smaschera «tenebrose simbologie» in quello che, come tutti i giochi, irride e mette in burla il buonsenso quotidiano; la diocesi di Piacenza è stata messa sotto accusa per aver ospitato un “corso di stregoneria”, ovvero un evento commerciale ispirato a Harry Potter e alla sua famosa scuola di magia. 

Come scrive J.D. Salinger, «I fatti parlano da sé, ma quelli che ci toccano da vicino parlano, mi pare, una lingua un po’ più volgare degli altri». E i fatti sono, o almeno dovrebbero essere, altro rispetto alle opinioni. Nel nostro Paese la libertà di opinione è stabilita dall’articolo 21 della Costituzione, il quale, a farla breve, dice che chiunque può pensare quello che vuole e può manifestare il proprio pensiero purché non incorra in reato. In questo caso l’opinione diventa un fatto. Un fatto, per esempio, è stato la presentazione il 22 ottobre scorso di un libro sulla cosiddetta “macchina di Majorana”, un marchingegno che, tra gli altri prodigi, trasformerebbe la sabbia in grano e il polistirolo in oro, ringiovanirebbe i cani e anche lo stesso Ettore Majorana, la cui scomparsa il 26 marzo 1938 potrebbe dunque essere dovuta alla mutazione in un neonato. L’esistenza della macchina, epigona della tradizione alchemica, sarebbe suffragata da “fatti”, quali testimoni oculari (purtroppo irreperibili) e prove oggettive (purtroppo indisponibili): insomma, un’opinione a cui il mondo scientifico ha risposto con sdegno e/o ilarità, ma alla cui celebrazione il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio ha voluto concedere la sala di Palazzo Madama dedicata ai caduti di Nassirya. Le reazioni di una parte conservatrice del mondo cattolico a una festa per l’infanzia e l’azione di Centinaio per enfatizzare una bufala colossale sono fatti; l’influenza dei defunti sull’agricoltura e il loro deambulare liberamente sulla Terra erano fatti accettati, ma oggi solo solo opinioni; la “macchina di Majorana” è un’opinione ma ha generato fatti. E i fatti generano opinioni. Danny Dannon, rappresentante di Israele all’Onu, ha tacciato di stregoneria Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, in seguito al suo ultimo rapporto in cui parla di «crimine collettivo» per il genocidio del popolo palestinese e indica i complici di Israele in ben 63 Paesi, fra cui spicca il nostro. Il documento è corredato da centinaia di note bibliografiche e sitografiche. Ma Maurizio Massari, rappresentante permanente dell’Italia all’Onu, ha messo il carico da undici sostenendo che il rapporto di Albanese è «totalmente privo di credibilità». Opinioni tanto autorevoli, come quelle di Dannon e di Massari, generano fatti: per il suo operato all’Onu Albanese è stata colpita da pesanti sanzioni statunitensi e, nonostante il suo ruolo, le è stato impedito di raggiungere fisicamente il Palazzo di Vetro. Non risulta che Albanese, in barba al veto, abbia raggiunto l’aula dell’Assemblea a New York inforcando una scopa. «Se potessi fare incantesimi, li userei per mettere fine ai vostri crimini e assicurare che i loro responsabili finiscano dietro le sbarre», ha dichiarato. Peccato. Sarebbe stata un’ottima strega. Ne abbiamo bisogno, di streghe così.

C’è tanto bisogno di streghe in questi tempi cupi di backlash, il contrattacco continuo a tutto quello che è stato conquistato, con tenacia e mitezza, dalle donne e dalle minoranze nelle società, nel tentativo, neanche tanto celato, di cancellarlo riducendo gli spazi di democrazia. Ne scrive per noi in La pazienza una delle relatrici più apprezzate al I Convegno internazionale di Toponomastica femminile, che si è tenuto a Roma nello scorso ottobre. Sulla crisi della democrazia e sulle sue cause si sofferma anche Democrazia e contraddizioni, con lo sguardo allargato alla scuola. Della sistematica violazione delle regole democratiche da parte del Presidente francese Macron, che si ostina a non dimettersi, racconta L’alternativa francese. Quinta parte, il dettagliato approfondimento del nostro corrispondente dalla Francia. Nei conflitti bellici saltano tutte le regole e le prime ad accorgersene e a farne le spese sui propri corpi sono le donne. L’autrice dell’articolo La violenza sessuale come arma di Guerra, per la nostra rubrica “Tesi vaganti”, «si impegna a dichiarare nero su bianco che le donne stuprate in guerra non sono solo numeri, ma sono persone i cui diritti sono stati gravemente violati e la cui sofferenza merita giustizia e riconoscimento». 

Cambiamo argomento e andiamo a Londra alla scoperta del Marie Antoinette Style, la mostra ospitata al Victoria and Albert Museum su una figura storica complessa e controversa, divenuta icona simbolica. In parte inglese è anche Women’s Tower. Una mostra tutta al femminile allestita a Buje, in Croazia, all’interno di un progetto articolato e interessante che vuole dare visibilità all’arte delle donne. Nello stesso senso va anche il racconto biografico della donna delle arti cosiddette minori di Calendaria 2025, Ines Morigi Berti, ambasciatrice dell’arte antica del mosaico di Ravenna nel mondo. Ancora a un’artista delle arti minori si collega il progetto meritevole del primo premio ex aequo per la sezione A1 di una classe terza del Liceo Artistico Callisto piazza di Lodi. Se ne parla in Diana Scultori Ghisi attraverso i loro occhi. Sono due i racconti che condividiamo in questo numero, uno per il nostro Laboratorio di scrittura creativa Flash-back Stoffe, sarte, cappelli d’altri tempi e uno che descrive un viaggio esistenziale e terapeutico a Procida, L’isola di Arturo. Il consiglio di lettura della settimana, particolarmente apprezzato anche per la sua utilità, riguarda il libro di Eve Cambreleng e Blanche Sabbah, Ammutinate. Guida pratica per rispondere agli stereotipi sul femminismo, recensito in Una guida per imparare ad ammutinarci. 
Continuano gli approfondimenti sull’intelligenza artificiale con L’Ia tra bias, dipendenza e responsabilità etiche, un approfondimento che riflette sui pregiudizi veicolati dalle macchine pensanti. Per chi non ha potuto seguirci dal vivo 1° Convegno internazionale di Toponomastica Inclusiva. Giorno 1, prima parte inaugura la serie dei report delle due intense giornate ottobrine. 
Chiudiamo con una ricetta adatta ai mesi autunnali: Pasta con pesto di cavolo nero, facile e squisita. Riconfermando la nostra solidarietà alla Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati dal 1967 Francesca Albanese (https://vitaminevaganti.com/2025/07/19/francesca-albanese-una-di-noi/), in attesa di leggere il suo secondo rapporto sulla situazione dei diritti nei territori palestinesi, auguriamo a tutti e tutte buone letture paritarie. 

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Articolo di Mauro Zennaro

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Mauro Zennaro, grafico, è stato insegnante di Disegno e Storia dell’arte presso un liceo scientifico. Ha pubblicato numerosi articoli e saggi sulla grafica e sulla calligrafia. Appassionato di musica, suona l’armonica a bocca e qualcos’altro in una blues band.ciali Internazionali” su I nuovi scenari socio-linguistici in Italia.

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