Olivo tra cielo, terra e infinito 

Alla pianta dell’olivo, dal 2019, grazie a Unesco, il 26 novembre si dedica una Giornata mondiale; ma perché proprio all’olivo e, ad esempio, non alla quercia, al salice o al fico? Basta a risolvere la questione la consapevolezza che si tratta di una pianta che accompagna da sempre la vita, il nutrimento e la storia del genere umano.
Strutturalmente inciso, contorto e complesso, l’olivo si presenta con un aspetto fragile solo all’apparire. Quando è giovane, fino ai dieci anni, il suo tronco è liscio, quasi etereo, ma nel corso del tempo, nell’accrescimento e nel divenire, la sua corteccia muta, sviluppando quella caratteristica ruvida e nodosa che fissa il passaggio di ogni stagione nei segni che scolpiscono quel tronco grigio cesellato, tanto caratteristico e familiare.
L’olivo è un albero forte e longevo che può vivere anche in suoli aridi o poveri. Resiliente, adattabile e capace di metamorfosi, allo stato incolto cresce come un cespuglio. Coltivato, invece, diventa albero. Spesso ultracentenario. A volte millenario. Gli olivi così antichi si chiamano Patriarchi e le forme alle quali siamo abituati sono il risultato della cura di chi li coltiva. 
Dal punto di vista botanico l’olivo cresce molto lentamente, sviluppando una trama lignea che si distingue per resistenza e densità, con particolarità che non consentono di contarne gli anni dagli anelli di accrescimento, come avviene invece per gli altri alberi. 

L’olivo è un sempreverde dalle foglie lanceolate, foglie dall’elevato potere curativo, coperte da un lato da un sottile strato di cera e dall’altro da una impercettibile peluria che aiuta a limitare la traspirazione e a resistere meglio durante le siccità estive. Particolarità queste, che conferiscono alla chioma, in condizione di luce particolari, quel singolare e caratteristico riflesso argentato tanto suggestivo. L’olivo è un essere vivente capace di rinascere e rigenerarsi dai germogli (i polloni) che spuntano dalla sua base, a volte anche dalle proprie ceneri: nuovi alberelli che racchiudono e tramandano il patrimonio genetico della pianta madre, che potrebbe anche essere antica di secoli.
Mediterraneo e solare, l’olivo è una pianta che necessita di poca acqua e che ha bisogno di tanto sole. 

Un po’ di storia — L’olivo, dono di Atena all’umanità, nei secoli si carica di significati mitologici, un albero cosmico, che collega terra e cielo, dai cui frutti si ricava un olio sacro che rigenera spiritualmente. Per gli antichi greci l’olivo è una pianta talmente preziosa che Aristotele fa inserire nella Costituzione degli ateniesi una legge che ne proibisce l’eradicazione. 

Simboli e simbolismi — Simbolo di rigenerazione, pace e prosperità per Cristiani, Ebrei e Musulmani, ancora oggi l’olivo è portatore di significati e di simbolismi laici e religiosi.
Nella Bibbia è immagine di pace, fecondità, benessere e benedizione e le sue citazioni sono numerosissime. 
Pianta medicinale e simbolo identitario culturale trasversale, per diverse Culture e Paesi diventa, di volta in volta, segno di luce divina, di sapienza, di vita, di prosperità e di pace. E ancora, l’olivo simboleggia democrazia, salvezza, riparo, compassione, memoria, bellezza, forza, purificazione, spiritualità, fede, fedeltà e grazie all’olio che si ricava dalle sue drupe si fa anche simbolo concreto di sostentamento, fertilità, vita, cibo e rigenerazione. 

Uno sguardo nell’arte Ieri come oggi, l’arte celebra e testimonia la centralità dell’olivo e ci dice che nel corso del tempo, sono innumerevoli gli artisti che lo raffigurano: Giotto, Botticelli, Renoir, El Greco. Van Gogh addirittura realizza una serie intera di dipinti dedicati agli olivi, proprio nel periodo che segna l’apice della sua sofferenza spirituale ed esistenziale, quando si trova internato ad Arles. 

Vincent van Gogh, 1889, Olive Trees, Image courtesy of The Nelson Atkins Museum of Art, Media Services Photo Gabe Hopkins
Vincent van Gogh, 1889, Collection Kröller Müller Museum, Otterlo, The Netherlands
Vincent van Gogh, 1890, Tronchi, Foto di Eva Panitteri

Nella letteratura classica — La cultura letteraria classica ci dice che sull’olivo hanno scritto alcuni fra i più noti poeti e autori latini e greci. Omero, nell’Odissea, racconta del talamo nuziale di Ulisse e Penelope costruito sul ceppo di un olivo secolare e intorno al quale è realizzata la camera da letto. Ed è proprio rivelando questo segreto che Ulisse, rientrato a casa in incognito dal suo lungo viaggio, riesce a farsi riconoscere dall’amata moglie dopo un’assenza durata oltre dieci anni. 

Curiosità della Lingua italiana — In epoca più moderna, una curiosità sul corretto uso della parola ci porta a scoprire un parere (che è quasi uno studio), che nel 2008 porta l’Accademia della Crusca a pronunciarsi Sull’oscillazione nell’uso tra olivo e ulivo, svelando così il «percorso delle due forme attraverso la lessicografia». Forme che oggi si usano in maniera pressoché equivalente, pur con qualche prevalenza e differenziazione interessante. Il lessico tecnico in agricoltura, la botanica, le università e gli istituti scientifici, infatti, scelgono maggiormente la forma “olivo”. La tradizione letteraria e la liturgia cattolica, invece, generalmente preferiscono la forma “ulivo”. 

Giornata mondiale Unesco — Con tutti questi simbolismi, non è un caso, allora, se all’olivo, dal 2019, il 26 novembre si dedica una Giornata mondiale con l’obiettivo di proteggerlo e di promuovere i valori universali di pace, saggezza e armonia che da sempre simboleggia. La Giornata mondiale dell’Olivo viene istituita dall’Unesco, con voto all’unanimità, sotto la presidenza di Audrey Azoulay, all’epoca seconda donna a ricoprire tale carica. 
Ci dice Unesco: «Conservare e coltivare l’olivo è un imperativo crescente ora che il mondo combatte e si adatta ai cambiamenti climatici. La protezione del patrimonio culturale e naturale, compresi i paesaggi, è al centro della missione dell’Unesco e la celebrazione della Giornata mondiale dell’Olivo rafforza gli sforzi di sostenibilità ambientale». 

Potenziale terapeutico — Ma c’è di più. La scienza oggi ci dice che nel contatto con l’olivo, inteso e cercato come influenza benefica per la salute di corpo e mente, noi esseri umani riusciamo a coglierne l’essenza e il valore. L’olivo, infatti, possiede e rivela a chi sa percepirlo, un profondo potenziale terapeutico che trascende il suo innegabile valore curativo scientifico.  
La sua semplice presenza nell’ambiente che ci circonda, infatti, per non parlare dell’interazione energetica che offre al contatto con i suoi tronchi e rami, stimola nella persona una connessione diretta con le vibrazioni della natura, influenzando positivamente i meccanismi biologici del corpo umano.  
In fitoterapia, si dice che l’olivo agisca profondamente sul cuore, armonizzandone il ritmo ed evocando un senso di pace e di benessere.  

Albero cosmico — Questo patriarca degli alberi, questa matriarca delle piante da frutto, questo simbolo di relazione tra umanità e mondo spirituale, di connessione tra sopra e sotto, rispecchiate anche in un’estensione delle radici che naturalmente emula l’estensione della chioma, con la sua resilienza millenaria e la sua capacità di rigenerare e rigenerarsi, incarna equilibri anche tra forze contrapposte, che diventano invito a ricercare e ritrovare la propria stabilità e le proprie armonie. In un abbraccio di scambio olistico, tra cielo, terra, umano e infinito, attivo, consapevole e introspettivo, tanto imperdibile quanto inimitabile. 

In copertina: Olivo. Foto di Eva Panitteri. Riproduzione Riservata© 

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Articolo di Eva Panitteri

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Sono nata a Genova da una famiglia girovaga. Amo viaggiare alla scoperta di sapori, profumi, atmosfere e territori. Lettrice seriale, giornalista pubblicista, autrice, Sommelier del Vino e dell’Olio di Fondazione Italiana Sommelier, appassionata di Food & Wine ed esperta di questioni di Genere, scrivo di temi e passioni che sono le mie identità.

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