«Lei e i suoi amici sono spazzatura. Non li vogliamo nel nostro Paese. La loro nazione fa schifo. Vengono dall’inferno, si lamentano, non fanno altro che lamentarsi. Non li vogliamo qui. Che tornino nel loro Paese e risolvano la situazione».
No, non è la trascrizione di una chat tra haters o i commenti da bar lanciati di fronte alla notizia di un omicidio o della crisi economica nel nostro Paese. Sono le parole pronunciate dal Presidente Donald Trump durante una riunione di governo alla Casa Bianca tenutasi pochi giorni fa, rivolte contro la comunità somala degli Stati Uniti: l’interlocutrice a cui parla è la deputata per il Minnesota di origini somale Ilhan Omar, a cui Trump si è rivolto usando il termine garbage, spazzatura per l’appunto. Non solo: per ordine del presidente, gli Stati Uniti hanno deciso di sospendere le richieste di immigrazione per i cittadini e le cittadine di diciannove Paesi ritenuti “preoccupanti”: Afghanistan, Birmania, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan, Yemen, Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela. Il provvedimento riguarda anche chi si trova già negli Usa e la segretaria alla Sicurezza Interna Kristi Noem ha affermato che la misura non è comunque sufficiente perché andrebbero aggiunti alla lista nera almeno altri dieci Paesi.
Ci siamo talmente assuefatti alle uscite mediatiche violente e rozze del milionario Presidente americano che quasi ci scivola addosso la gravità con cui nel mondo, sistematicamente ormai, si attuano vere e proprie violazioni di diritti umani. Di diritti umani, invece, non si dovrebbe mai smettere di parlare. Il 10 dicembre ricorre, per l’appunto, la Giornata mondiale dei diritti umani, data in cui nel 1948 a Parigi, con la risoluzione 219077, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Dal Preambolo della Dichiarazione leggiamo che «il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo; considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità», dunque è riconosciuto il legame stretto che intercorre tra rispetto dei diritti umani e condizione di libertà, giustizia e pace nel mondo.
Quanto oggi siamo lontani da questo assunto? L’umanità ha compiuto passi da gigante in termini di progresso scientifico, tecnologico, medico (spesso dimenticando, però, quei giganti sulle cui spalle ha potuto vedere al di là dell’orizzonte), possiede strumenti potentissimi di comunicazione e diffusione delle idee, eppure ci troviamo di fronte alla necessità di continuare a difendere i più basilari e universali diritti umani, sociali, civili, politici, di ogni sorta, e siamo chiamate/i a prendere consapevolezza che tale urgenza non può assolutamente essere considerata puramente retorica.
Il 4 dicembre 2025 Amnesty International ha diffuso un rapporto sui trattamenti disumani praticati all’interno di due centri di detenzione per persone migranti in Florida, l’Everglades Detention Facility (il tristemente famoso “Alligator Alcatraz”) e il Krome North Service Processing Center.
Nel rapporto vengono denunciate violazioni di diritti umani con crescente ostilità nei confronti delle persone migranti, ormai costantemente criminalizzate e arrestate in massa, da parte del Paese medaglia d’oro di esportazione di democrazia in tutto il globo terracqueo e che impunemente, per bocca del suo Presidente, chiama ‘spazzatura’ esseri umani con la sola colpa di non essere nati dalla parte giusta del mondo.
Un tempo erano le persone cristiane a sentirsi spazzatura: «Siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti» scriveva San Paolo nella prima lettera ai Corinzi. Oggi — in un mondo alla rovescia in cui si ha la sensazione di essere immersi sempre di più in una distopia — quelle stesse persone cristiane, integerrime e integerrimi cattolici, brandiscono crocifissi e ingaggiano crociate contro” poveri cristi” relegati/e ai margini della società. Nel nostro Paese non è tanto diverso: Rossano Sasso, deputato della Lega, intervenendo alla Camera sul ddl Valditara che limita l’educazione sessuale nelle scuole, ha concluso affermando: «Per la mia generazione, il mio gruppo, ma penso tutti i colleghi del centrodestra, Dio, patria e famiglia non è soltanto uno slogan. È un credo, un credo che guida la nostra azione politica». Ma il credo dei e delle cristiane non era Ama il prossimo tuo come te stesso?
Il 29 novembre dal 1977 si celebra la giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese e anche quest’anno c’è stata una grande manifestazione per questa occasione. Iniziamo la rassegna degli articoli, quindi, con Solidali con la Palestina che, oltre al percorso, racconta della conferenza tenutasi all’Università di Roma Tre con tante figure di spicco dell’opposizione al sionismo che poi hanno preso parte al corteo per le strade di Roma.
Ancora una ricorrenza con Il riformatore Pietro Leopoldo, le sue donne e la nascita della Toscana moderna: «Il 30 novembre di ogni anno, a partire dal 2000, è la festa della Toscana: questa data è stata scelta dal Consiglio Regionale per celebrare un evento di portata storica eccezionale, ovvero la data in cui il granduca Pietro Leopoldo promulgò il nuovo Codice criminale».
«Non è purtroppo raro che nel tessuto intricato della storia le donne siano messe in ombra dai loro parenti maschili», è l’incipit di Tessere il futuro. May Morris, ricamatrice, disegnatrice e molto altro ancora, protagonista della rubrica Calendaria di questa settimana. Restando in tema, Kelly O’Brein e il lavoro domestico. In mostra a Bologna «reclama la visibilità delle donne lavoratrici, soprattutto esplora il lavoro domestico in cui persistono le disparità di genere».
Ancora a proposito di questioni di genere, Il bastone e la carota affronta gli stereotipi che ancora oggi colpiscono la società soffermandosi prima sul sessismo ostile, ormai piuttosto riconoscibile, e poi sul sessismo benevolo, considerato una variante più sottile e insidiosa che «punisce le donne che non si adeguano ai ruoli».
Proseguiamo, ora, con le nostre rubriche.
Per Leggere e Scrivere, una nuova intervista a Rossella Marangoni ai venerdì dell’arte a Lodi, studiosa di cultura giapponese che, in occasione della presentazione del suo ultimo libro, ci parla della Yamanba, da lei definita figura di liberazione. La lezione di Josephine è la recensione dell’ultimo lavoro di Grazia Messina, autrice di saggi e articoli che hanno sempre riservato particolare attenzione alle migrazioni femminili.
Ogni città un dono. Ottaviano è il racconto per il nostro laboratorio di scrittura creativa Flash-back: «Ottaviano cammina sul filo tra fede e tradizione: la prima viva nei cuori delle persone anziane, la seconda negli occhi delle più giovani, che si aggrappano ai rami secchi di una città che ha poco da offrire ma che è ricca di radici, dono prezioso che solleva e sostiene, dando certezza in un mondo di incertezze».
L’abuso verbale è la riflessione di un evento personale che si amplia fino a sottolineare quanto la violenza verbale sia dannosa per chi la riceve e quali possano esserne le conseguenze.
Ritorna, poi, H-Demica con Fascismi, per la serie Bibliografia vagante: «scritture tutte femminili che ci raccontano il cibo, l’amore, il giornalismo, la resistenza ai fascismi e ai nazi-fascismi in Italia, Spagna e Argentina».
Per i progetti di Toponomastica femminile Tutta mia la città. L’itinerario di genere a Roma descrive l’esplorazione toponomastica realizzata a Roma per Erasmus+Azione KA154-YOU; ancora, per il progetto cosmopolita, L’importanza delle intitolazioni. Orsola Occhinegro Protopapa, abile imprenditrice disobbediente che «ha rappresentato la possibilità di scegliere il proprio destino, perseguendo i suoi obiettivi nonostante la ritrosia della società del tempo e della famiglia»; infine, Pontremoli. Ascolta le nostre voci, per il progetto Voci di verità, riporta l’evento tenutosi presso l’Istituto Penitenziario femminile per minori di Pontremoli nel quale, in sei incontri, sono stati programmati due reading per stimolare sia l’esperienza passiva che quella attiva delle adolescenti.
Concludiamo con una nuova ricetta, La cucina vegana. Polpettone con funghi e broccoli.
Un pensiero sororale a Mabel Bocchi, che ci ha lasciate il 4 dicembre scorso, bellissima stella e leggenda del basket femminile, giornalista, laureata giovanissima in Scienze motorie, che declinò in tempi non sospetti l’offerta di posare per Playboy e fu tra le prime sportive a battersi per la parità di retribuzione delle atlete. Una vera ribelle, anche nelle sue scelte sentimentali.
Buone letture ribelli a tutte e tutti!
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Articolo di Valeria Pilone

Già collaboratrice della cattedra di Letteratura italiana e lettrice madrelingua per gli e le studenti Erasmus presso l’università di Foggia, è docente di Lettere al liceo Benini di Melegnano. È appassionata lettrice e studiosa di Dante e del Novecento e nella sua scuola si dedica all’approfondimento della parità di genere, dell’antimafia e della Costituzione.
