Parità di genere e medicina. Le protagoniste. Le europee. Parte seconda

Florence Nightingale (Gran Bretagna 1820-1910)
Nata a Firenze (da cui ha preso il nome) in una famiglia colta e benestante, manifesta molto presto il desiderio di dedicarsi all’assistenza e alla cura delle persone malate, rifiutando il matrimonio con il ricco nobile che la corteggia da anni.

Appoggiata dal padre e dall’ex fidanzato, diventato un fedele amico, inizia a prestare cure e assistenza prima tra la gente del vicinato poi presso istituzioni di sostegno ai poveri, mantenendo o allacciando molte relazioni con personaggi influenti, che saranno poi i suoi sostenitori. Promuove il miglioramento delle cure mediche negli ambulatori per le persone disagiate e studia i primi rapporti sulla salute pubblica inglese, propugnando riforme sociali da parte del governo.
A inizio anni Cinquanta visita un ospedale per poveri gestito da diaconesse luterane a Düsseldorf, realtà che descrive in un breve saggio e dove ritorna per prendere il diploma di infermiera. Nel 1853 va a vivere da sola a Londra, assume la direzione di un ricovero per gentildonne prive di risorse e ne rinnova strutture e gestione.
Allo scoppio della guerra di Crimea, ottiene dal Ministro della Guerra il permesso di partire con trentotto infermiere da lei istruite personalmente. L’ospedale militare britannico che la accoglie è in pessime condizioni: igiene inesistente, sovraffollamento, fogne a cielo aperto, cibo scarso e di pessima qualità, personale medico insufficiente, rifornimenti scarsi. Florence e le sue infermiere lavorano instancabilmente per migliorare la situazione, ma gli ufficiali non sopportano ingerenze, soprattutto da una donna, e tentano di farla richiamare in patria. Invece gli inviati di guerra, in particolare quello del Times, la descrivono come un’eroina e coniano per lei l’espressione “la signora della lampada” che «passa nella luce incerta veloce da una baracca all’altra».
Quando rientra in Inghilterra a guerra finita, viene accolta con tutti gli onori e la regina Vittoria vuole incontrarla. Florence ottiene anche una commissione che indaghi sull’assistenza medica militare perché se ne avvii una riforma, dimostrando l’utilità dell’applicazione di modelli matematici ai dati della mortalità tra i soldati. Continua queste ricerche anche in Inghilterra, gettando le basi per modelli assistenziali e sanitari basati sull’evidenza scientifica. Nel 1858 è la prima donna a essere ammessa alla Statistical Society of England, per il suo determinante contributo circa i metodi di raccolta sistematica dei dati epidemiologici.
Nel 1859 esce a Londra un suo breve manuale destinato alle aspiranti infermiere, Notes on Nursing, considerato ancora oggi un’introduzione alla professione infermieristica.
Nel 1860 realizza il suo sogno: apre la Training School of Nursing all’interno dell’ospedale St Thomas di Londra, l’attuale Scuola di infermieristica a lei dedicata del King’s College. Finalmente alle infermiere viene riconosciuta una vera professionalità; le diplomate della scuola aumentano di anno in anno e diventano un esempio per altri Paesi.
Mentre continua nel suo lavoro, riceve molte onorificenze e a ottantasette anni è la prima donna a ricevere l’Ordine al Merito del Regno Unito. La sua salute precaria, minata anche da una malattia contratta in Crimea e mai del tutto risolta, la allontana progressivamente dalla vita pubblica e negli ultimi anni è costretta a letto quasi cieca.
Alla sua morte vengono proposti funerali solenni a Westminster ma, come da sua volontà, viene sepolta con una semplice cerimonia.

Gerty Teresa Radnitz Cori (Repubblica Ceca 1896-1957)
Nata a Praga, si iscrive alla Facoltà di Medicina della sua città, dove si laurea nel 1920.

Nello stesso anno sposa il compagno di studi Carl Cori, con il quale condividerà vita e laboratorio per tutta l’esistenza.
Nel 1922 si trasferisce negli Usa, dove continua, insieme al marito, gli studi per la comprensione dei meccanismi molecolari attraverso i quali le cellule assimilano il cibo e lo convertono in energia chimica o in riserva cellulare sotto forma di glicogeno. Nel 1928 ottiene la cittadinanza statunitense. Nel 1929 annuncia lo studio sul metabolismo dei carboidrati e l’individuazione della funzione degli enzimi. Questa scoperta, fondamentale nella cura del diabete, apre le porte alla comprensione del ciclo dei carboidrati nel corpo umano. Nonostante ciò, essendo donna, solo nel 1946 le viene riconosciuto il ruolo di docente ordinaria presso la Washington University di St.Louis.
Nel 1947 le viene assegnato, insieme al marito, il Premio Nobel per la Medicina, prima donna al mondo, per la scoperta dell’enzima responsabile della conversione del glucosio in energia e viceversa.
Una sua biografia è stata pubblicata sul numero 209 di Vitamine vaganti.

Nadežhda Suslova (Russia 1843-1918)
Figlia di un servo della gleba emancipato, con il sostegno del padre si trasferisce prima a Mosca poi a San Pietroburgo, dove partecipa alle lezioni dell’Accademia medico-chirurgica imperiale, per scoprire poi che l’ammissione all’università delle donne era solo come uditrici.

Mentre inizia a frequentare ambienti femminili emancipazionisti e gruppi nihilisti, decide di trasferirsi all’Università di Zurigo, dove si laurea nel 1867, unica donna immatricolata in tutta l’università e prima russa ed europea a laurearsi in Medicina. Nel 1868 sposa un compagno di corso e rientra con lui a San Pietroburgo, dove ottiene il riconoscimento della laurea, apre uno studio ginecologico e pediatrico e pubblica la sua tesi sulla fisiologia del sistema linfatico. Dopo la separazione dal marito, ritorna nella città natale, Nižnij Novgorod, e nel 1883 si risposa con un collega, con cui apre uno studio medico. Nel 1893 si trasferisce con lui in Crimea, dove trascorrerà il resto della vita, occupandosi della scuola elementare gratuita e di quella per infermiere da lei fondate.
Nel 2017, in occasione del centocinquantesimo anniversario della sua laurea, le donne iscritte alla Facoltà di Medicina dell’Università di Zurigo erano il 55% del totale.

Marie Vögtlin Heim (Svizzera 1845-1916)
Cresciuta a Bolzano, figlia di un pastore protestante, si prepara privatamente alla maturità.

La sua decisione di iscriversi a Medicina a Zurigo desta grande scalpore, ma Marie non deflette e diventa la prima donna medica svizzera. Dopo l’esame di stato, diventa assistente di Ostetricia a Lipsia e a Dresda, poi, terminato il dottorato, torna a Zurigo, dove è la prima donna ad aprire uno studio ginecologico.
Il matrimonio con il noto geologo Albert Heim e i tre figli (di cui uno adottivo) non limitano la sua attività professionale: nel 1896 entra nella commissione per l’assistenza ai malati della Società femminile svizzera e promuove la scuola per infermiere di Zurigo, che apre nel 1901 e dove lavorerà fino a poco prima della morte.
Simpatizza per il movimento femminista e, attraverso pubblicazioni e conferenze, promuove una presa di coscienza nell’ambito della salute ed è una delle prime ad evidenziare il problema della conciliabilità fra lavoro e famiglia. Per questo, la Fondazione nazionale scientifica svizzera (Snsf) nel 1993 ha istituito a suo nome una borsa di studio destinata a ricercatrici altamente qualificate che hanno dovuto abbandonare o ridurre la loro attività professionale per motivi famigliari, per consentire loro il reinserimento nel mondo del lavoro. Le è stata intitolata una strada vicino all’ospedale di Zurigo e nel 2016, in occasione del centenario della morte, le Poste svizzere le hanno dedicato un francobollo.

Christiane Nüsslein Volhard (Germania 1942)
Si iscrive a Biologia presso l’Università di Francoforte, per trasferirsi poi all’Università di Tubinga, dove nel 1969 si laurea in Biochimica.

Acquisito nel 1974 il dottorato, inizia a lavorare nei più importanti laboratori di biologia molecolare di Heidelberg e Tubinga. Nel 1985 viene nominata Direttrice dell’Istituto Max Plank per la Biologia dello sviluppo. Le sue ricerche insieme al biologo statunitense Eric Wieschaus si concentrano sull’analisi dei geni mutanti della Drosophila, di cui ne identifica un buon numero. Quanto scoperto per la Drosophila si rivela modello di sviluppo anche per organismi più evoluti. Per queste scoperte sul controllo genetico delle fasi precoci dello sviluppo embrionale, nel 1995, insieme a Eric Wieschaus e al genetista statunitense Edward Bok Lewis, viene insignita del Premio Nobel per la Medicina.
Una sua biografia è stata pubblicata sul numero 223 di Vitamine vaganti.

Leggi qui tutti gli articoli precedenti su questo argomento.

In copertina: Florence Nightingale.

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Articolo di Roberta Pinelli

Ho lavorato per 42 anni nella scuola pubblica, come docente e dirigente. Negli anni fra il 2019 e il 2024 sono stata Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Modena. Mi occupo da sempre di tematiche femminili e ho pubblicato un Dizionario biografico delle donne modenesi.

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