Gerty Theresa Radnitz Cori. Nobel per la medicina

La prima scienziata a vincere il Premio Nobel per la Medicina. Una vita caratterizzata da discriminazioni di genere. Il premio le fu conferito per la scoperta degli enzimi coinvolti nelle reazioni di conversione del glicogeno in glucosio e viceversa. La loro sintesi di glicogeno nel test tube è senza dubbio uno dei più brillanti raggiungimenti della biochimica moderna.

Gerty Theresa Cori

Gerty Theresa Radnitz nacque a Praga, allora parte dell’Impero Austro-Ungarico, il 15 agosto del 1896 da una ricca famiglia ebraica. Crebbe in condizioni agiate: suo padre Otto era un chimico che divenne direttore di raffinerie di barbabietole dopo aver trovato un metodo efficace per ottenere lo zucchero. Questo probabilmente portò la figlia a fare dello studio degli zuccheri il centro delle ricerche future. Sua madre Martha, amica di Franz Kafka, era una donna colta e distinta. Gerty fu educata in casa fino all’età di dieci anni; successivamente si iscrisse a un liceo femminile e decise di voler diventare medica. Su consiglio dello zio materno, professore di Pediatria, frequentò la scuola di medicina, così studiò e superò l’esame di ammissione all’università. Crescendo in un’epoca in cui le donne erano emarginate nella scienza e venivano concesse loro poche opportunità educative, Gerty scoprì che le mancavano i prerequisiti in latino, fisica, chimica e matematica per accedere alla facoltà. Materie che non aveva mai studiato prima, dato che nella scuola femminile si insegnavano solo discipline ritenute allora idonee a una ragazza. Nel corso di un anno riuscì a recuperare l’equivalente di otto anni di latino, cinque di scienze e cinque di matematica. Fu ammessa al corso di Medicina della Karl-Ferdinands Universität di Praga nel 1914. Un risultato straordinario per una ragazza di quei tempi. Finalmente entrò nella facoltà di Medicina dell’Università Tedesca della sua città, dove in seguito conseguì il dottorato.

Gerty Theresa Cori e suo marito

Nel 1920 sposò il suo compagno di corso e collega Carl Ferdinand Cori, le cui doti si compensavano reciprocamente e con il quale condivise la passione per la ricerca. Durante lo stesso anno si laurearono entrambi; intanto Gerty si era convertita alla fede cattolica, così da potersi sposare in chiesa. Di lì a poco, nel 1922, sia per le conseguenze della Prima guerra mondiale che per la difficile situazione economica in Europa, nonché per il diffuso antisemitismo, Carl e Gerty emigrarono negli Stati Uniti, dove il marito ricevette diverse offerte di lavoro presso importanti laboratori e poté procedere con la ricerca medica presso il Roswell Park Cancer Institute a Buffalo, New York. In quell’epoca, nella comunità scientifica, la posizione delle donne era difficile e discriminata: Gerty fu dunque assunta come semplice volontaria, pur di continuare a lavorare col marito, senza alcun compenso né possibilità di avanzamento per la sua carriera scientifica. A Roswell, la coppia fu più volte scoraggiata dal lavorare insieme, invece continuarono a farlo, specializzandosi nello studio del metabolismo dei carboidrati. Negli Usa ebbero un figlio, Tom, che non proseguirà la carriera dei genitori e dal 1928 ottennero la cittadinanza americana.

Nel 1929 proposero il ciclo teorico per il quale vinceranno entrambi il Premio Nobel, ovvero il Ciclo Cori. Questo ciclo è concentrato sullo studio del metabolismo dei carboidrati, con particolare attenzione a come l’organismo umano assorba il glucosio, e al conseguente ruolo di ormoni come l’insulina e l’adrenalina. Nel 1931 lasciarono Roswell, ma mentre Carl ricevette interessanti proposte di lavoro da parte di diverse università, tutte rifiutarono di assumere sua moglie. Allora era considerato “anti-americano” per una coppia sposata lavorare insieme: ciò era avvertito come una minaccia per la carriera dell’uomo. Nello stesso anno si trasferirono a St. Louis, nel Missouri, poiché la Washington University offrì a entrambi lavoro, anche se il grado e lo stipendio di Gerty erano decisamente più bassi, addirittura le fu offerto un posto come associata di ricerca, con un compenso pari al venti per cento rispetto a quello del marito. Nel 1931 Carl ottenne la carica di presidente del Dipartimento di Farmacologia della Washington University School of Medicine.

Gerty Theresa Cori in laboratorio

Solo molto tempo dopo, nel luglio del 1947, Gerty, mentre Carl dirigeva il dipartimento di Biochimica, acquisì il titolo di professoressa in Chimica biologica e, poco prima di vincere il Premio Nobel, fu promossa professoressa ordinaria, incarico che mantenne fino alla morte. Nello stesso anno scoprì casualmente di essere affetta da displasia mieloide, una rara malattia del midollo osseo; nonostante ciò, continuò a lavorare accanto al marito, rifiutandosi di abbandonare il suo minuscolo laboratorio dove si riposava di tanto in tanto su una semplice brandina. Nel 1955 fu nominata membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze e nell’estate del 1957 pubblicò il suo ultimo studio sulle malattie legate alla sintesi del glucosio nell’infanzia. Morì a Cambridge, nel Missouri, nell’ottobre seguente all’età di 61 anni con il marito al suo fianco, come sempre.

Il fulcro della ricerca dei coniugi Cori fu il meccanismo con cui il corpo trasporta energia ai tessuti, anche durante il digiuno o durante l’esercizio fisico. La coppia trovò risposta nel glicogeno, zucchero di riserva in grado di immagazzinare il glucosio nella cellula. Inoltre, fu notata l’esistenza di un legame fra il glucosio presente nei muscoli e il glicogeno immagazzinato nel fegato. Questa correlazione venne descritta e prese il nome di Ciclo di Cori. Si tratta di un meccanismo biochimico che mette in relazione muscoli e fegato, impedisce al lattato (prodotto metabolico del corpo durante la produzione di energia) di rimanere nel muscolo, cosicché attraverso un meccanismo di trasporto sanguigno raggiunge il fegato e attraverso specifici enzimi viene riconvertito in glucosio. Successivamente ritorna in circolo o viene immagazzinato come zucchero di riserva sotto forma di glicogeno. La coppia  descrisse anche le molecole coinvolte nel ciclo.

Gerty Theresa Cori e suo marito Carl Cori

Gerty e Carl Cori vinsero il Premio Nobel per la Medicina nel 1947 «per la loro scoperta del corso della conversione catalitica del glicogeno», insieme al fisiologo argentino Bernardo Houssay «per la sua scoperta del ruolo svolto dall’ormone del lobo pituitario anteriore nel metabolismo degli zuccheri». Oltre al Ciclo di Cori, Gerty e Carl s’interessarono anche all’enzimologia e compresero quanto fosse importante studiare e isolare gli enzimi. Purificare, cristallizzare e caratterizzare gli enzimi coinvolti nel metabolismo del glucosio portò a un metodo innovativo di fare ricerca: partendo dallo studio di una via metabolica o di un enzima si potevano capire infatti le cause di alcune malattie, per esempio, che determinate patologie, tra cui il diabete, erano causate dalla mancanza di un metabolita o dal malfunzionamento di un enzima. Il loro lavoro continuò a definire i meccanismi del metabolismo dei carboidrati. Queste scoperte furono cruciali nello sviluppo di trattamenti per le persone diabetiche e nel dare il via allo studio di alcune malattie ereditarie.

Gerty Theresa Cori
Gerty Theresa Cori

Nonostante il progredire della malattia, Gerty continuò gli studi con dedizione, occupandosi della ricerca fino alla fine dei suoi giorni. È stata dunque una figura femminile esemplare, importante in ambito scientifico in quanto nella sua vita inizialmente fu discriminata, ma alla fine fu premiata per gli ottimi risultati, nonché per la determinazione e la tenacia. La sua storia umana e professionale insegna come la passione può essere più forte di qualunque pregiudizio. «I momenti indimenticabili della mia vita sono quelli rari che arrivano dopo anni di lavoro faticoso, quando il velo sul segreto della natura sembra improvvisamente sollevarsi, e quando ciò che era oscuro e caotico appare sotto la luce di uno schema chiaro e bello».

Gerty Theresa Cori

Qui le traduzioni in francese, inglese, spagnolo e ucraino.

Si ringrazia Laura Candiani per la collaborazione.

***

Articolo di Alessia Carofiglio

Nasce a Bari, dove si laurea in Lettere. In seguito consegue una laurea magistrale in Media, comunicazione digitale e giornalismo presso La Sapienza a Roma. Grande ammiratrice della potenzialità della parola come colonna portante della comunicazione. Tra i suoi interessi ci sono le lingue straniere, la scrittura e la comunicazione.

Lascia un commento

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...