Parità di genere e medicina. Le protagoniste. Paesi extraeuropei. Parte terza

Questa è la terza parte rivolta alle scienziate che nel tempo sono state protagoniste della lotta per la parità, soprattutto in medicina, nei Paesi extraeuropei (vedi qui tutti gli articoli precedenti).

Margaret Sanger (Stati Uniti 1879-1966)
È stata una delle prime attiviste per i diritti sessuali e riproduttivi e la prima a utilizzare il termine birthcontrol, ossia controllo delle nascite, quando a inizio Novecento non se ne poteva parlare pubblicamente. Si diploma infermiera nel 1896 e si specializza nel 1902 a New York.
Inizia a esercitare entrando in contatto con realtà di grande miseria e disagio, dove le donne muoiono per le conseguenze di parti difficili o per aborti clandestini. Memore anche della vita di sua madre, morta prematuramente a neanche cinquant’anni dopo diciotto gravidanze, si convince che il controllo delle nascite e una corretta informazione sui metodi contraccettivi siano fondamentali per migliorare la condizione femminile.

Margaret Sanger

Vicina agli ambienti emancipazionisti e progressisti della New York di inizio secolo, scrive e distribuisce opuscoli e, pur consapevole di infrangere la legge, nel 1914 inizia la pubblicazione del foglio femminista The Woman Rebel, che promuove il controllo delle nascite. Questo sarà il suo impegno di tutta la vita, con nuove pubblicazioni, conferenze, dibattiti e una serie innumerevole di arresti e condanne “per oscenità”.
Nel 1916 apre la prima clinica che dopo appena una settimana viene chiusa e lei arrestata, condannata e incarcerata. Ma l’acceso dibattito che ha scatenato è l’inizio del cambiamento; poco tempo dopo i tribunali ammettono la prescrizione medica di contraccettivi alle donne per motivi medici. All’inizio degli anni Venti apre la prima clinica della Lega americana per il controllo delle nascite, che nel 1952 diventa l’International Planned Parenthood Federation, la più grande organizzazione internazionale non governativa per la salute pubblica, la pianificazione familiare e il controllo delle nascite.
Nel 1929, sostenuta e finanziata da personalità influenti come Eleanor Roosevelt, organizza il Comitato nazionale per il controllo delle nascite, con l’obiettivo di far legalizzare il libero utilizzo degli anticoncezionali. Ottiene ottimi risultati: nel 1936 la libertà di prescrizione medica degli anticoncezionali, nel 1937 il riconoscimento da parte dell’Associazione medica americana della legittimità della diffusione di informazioni sulla contraccezione da parte dei medici. Viaggia in tutto il mondo per promuovere la nascita di associazioni per la genitorialità pianificata: negli Usa i suoi consultori passano da cinquantacinque nel 1930 a più di ottocento nel 1942.
Negli anni Cinquanta, è lei a suggerire all’amica Katharine Dexter McCormick di finanziare le ricerche del biologo Gregory Pincus, ricerche che portano nel 1957 all’approvazione del primo anticoncezionale orale, l’Enovid. Margaret Sanger, che vede nel 1961 l’approvazione del farmaco come contraccettivo, ma non sarà più in vita quando, nel 1972, l’Enovid diventa prescrivibile in tutti gli Stati Uniti come anticoncezionale, indipendentemente dallo stato civile della donna che desidera assumerlo.

Rosalyn Sussman Yalow (Stati Uniti 1921-2011)
Nata e cresciuta nel Bronx in una famiglia ebrea povera, avrebbe dovuto fare la maestra, ma alcuni dei suoi insegnanti la incentivano a proseguire gli studi e lei decide di iscriversi a Fisica. Sono gli anni della Depressione e poi della guerra: teme di non riuscire a proseguire senza una borsa di studio, pertanto impara la stenografia per poter svolgere un’attività retribuita compatibile con gli studi.
Dopo essere stata rifiutata dalla Purdue University in Indiana perché «è di New York, è una donna ed è ebrea», nel 1941 entra alla Facoltà di Fisica dell’Università dell’Illinois con un posto retribuito di allieva assistente, unica donna su quattrocento docenti. Si laurea brillantemente nel 1942, nel 1943 si sposa con un compagno di università da cui ha due figli, e si specializza nel 1945. Dopo un breve periodo di lavoro nel settore elettrico, decide di dedicarsi a tempo pieno alla ricerca.
Collabora con il medico Solomon Benson con cui scopre nuovi metodi di utilizzo degli isotopi radioattivi per studiare il sangue, il metabolismo dello iodio e diagnosticare malattie della tiroide. Pubblica nel 1959 il primo studio, che viene considerato una vera rivoluzione per l’endocrinologia. Nel 1968 diventa docente alla Mount Sinai School of Medicine, direttrice del Servizio di Medicina Nucleare del Veterans Administration Hospital e nel 1977 condivide il Premio Nobel per la Medicina con i colleghi Andrew V. Schally e Roger Guillemin che, dopo la morte di Benson nel 1972, hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo delle ricerche.
È la seconda donna a vincere il Premio Nobel per la Medicina, assegnatole per la sua nuova tecnica diagnostica, conosciuta come Ria (Radio Immuno Assay), cioè dosaggio radioimmunologico che, attraverso l’uso di reagenti radioattivi, consente di misurare la concentrazione di ormoni e altre molecole all’interno del corpo.
È una scoperta fondamentale nella diagnosi del diabete e di numerose altre patologie. Nel 1955 il Journal of Clinical Investigation aveva rifiutato la pubblicazione di un articolo suo e di Benson sugli anticorpi dell’insulina, giudicandolo “di poco valore”. Quando nel 1977 la rivista Science pubblica il suo discorso tenuto in occasione della consegna del Nobel, Rosalyn Sussman chiede che vi sia allegata la lettera ricevuta ventidue anni con il giudizio poco lusinghiero da parte del Journal of Clinical Investigation.
Questo uno stralcio del discorso da lei pronunciato a Stoccolma: «Non dobbiamo aspettarci che nell’immediato futuro tutte le donne possano ottenere piena uguaglianza e pari opportunità, dobbiamo credere in noi stesse o nessuno crederà in noi. Dobbiamo alimentare le nostre aspirazioni con la competenza, il coraggio e la determinazione di riuscire; e dobbiamo sentire la responsabilità personale di rendere più semplice il cammino per chi verrà dopo».

Una sua biografia è stata pubblicata sul numero 214 di Vitamine vaganti.

Helen Taussig (Stati Uniti 1898-1986)
Nata in una famiglia benestante, perde la madre a undici anni e il padre segue personalmente i suoi primi studi. Helen è dislessica e alcuni suoi insegnanti, considerandola ritardata mentale, consigliano il ritiro da scuola. Ma lei è in realtà una ragazzina intelligente e curiosa, con tanti interessi, compreso il tennis, di cui è una giovane campionessa. Terminati con successo gli studi superiori, vorrebbe iscriversi ad Harvard, dove il padre insegna Economia, ma questa università ammette le ragazze solo come uditrici. Finalmente, nel 1924, riesce a iscriversi alla John Hopkins Medical School, dove si laurea nel 1927 e lavorerà fino al pensionamento.

Tussig Halen

Orienta i suoi studi sulla Cardiologia Pediatrica, studiando la “tetralogia di Fallott”, una malformazione cardiaca congenita che provoca carenza di ossigeno e che, per il colore che determina nei piccoli pazienti, viene chiamata “morbo blu”. Ipotizza una possibile soluzione chirurgica e, insieme al chirurgo Alfred Blalock e all’assistente chirurgo Vivien Thomas, mette a punto una tecnica: la procedura Blalock-Taussig, che viene testata dapprima sugli animali e, nel 1944, sperimentata per la prima volta su un essere umano, una bambina di un anno.
L’esito positivo dell’intervento viene pubblicato nel 1945 sulla prestigiosa rivista medica Journal of The American Medical Association. Si calcola che, grazie alla procedura Blalock-Taussig, siano stati salvati oltre dodicimila bambini. Fra i giovani medici che eseguono i primi interventi chirurgici per la tetralogia di Fallott c’è anche Denton Cooley, che nel 1969 diventa famoso per essere il primo al mondo a impiantare un cuore artificiale in un essere umano.
Nel 1947 Helen Taussig pubblica Congenital Malformations of the Hearth (Malformazioni congenite del cuore), uno dei testi fondamentali della Cardiologia Pediatrica e della Chirurgia Cardiaca Pediatrica moderne; nel corso della sua carriera pubblica complessivamente oltre 120 articoli scientifici.
Agli inizi degli anni Sessanta, Helen Taussig rimane colpita dal gran numero di malformazioni congenite infantili (soprattutto mancanza totale o parziale degli arti) che si stanno verificando in particolare in Europa. Sono gli anni in cui alle donne in gravidanza viene prescritto il talidomide, un efficace farmaco antinausea, che però è stato testato solo su cavie maschili. Si sposta per un periodo in Germania e, grazie alle sue ricerche, in collaborazione con università e ospedali europei, soprattutto tedeschi, viene dimostrato il collegamento tra assunzione del farmaco e malformazioni. Il talidomide viene pertanto ritirato dal commerciò negli Stati Uniti e nel 1962 diventa obbligatorio testare i farmaci anche su animali gravidi.
Durante la sua carriera Helen Taussig ha ricevuto numerosi riconoscimenti: la Legion d’Onore francese nel 1947, il Premio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei nel 1954 e, nello stesso anno, il premio americano Lasker Prize, conosciuto come il premio Nobel degli Usa, la Medaglia della Libertà americana nel 1964, la nomina a presidente della Società americana di Cardiologia (prima donna) nel 1965.
Solo l’università in cui ha lavorato tutta la vita, la John Hopkins, non le riconosce il titolo di docente ordinaria di Pediatria, che le viene attribuito soltanto nel 1959, ad appena quattro anni dal pensionamento, dopo sedici anni come assistente e tredici come docente associata. Ma se non altro nel 1972 il John Hopkins Hospital le intitola la clinica pediatrica cardiaca.
Visti i rapporti che ha mantenuto sempre attivi con i suoi pazienti guariti, una delle sue più grandi soddisfazioni è stato l’aver potuto assistere, nel 1986 (pochi mesi prima di morire in un incidente stradale), a un concerto in suo onore in cui uno dei bambini da lei salvato ha suonato per lei.

Tu You You (Cina 1930)
Insieme ai quattro fratelli, è molto incentivata dalla famiglia a studiare, ma a sedici anni deve lasciare la scuola per due anni, poiché colpita dalla tubercolosi. Superata la malattia, decide di iscriversi a Medicina e si laurea in Farmacologia nel 1955 presso l’Università di Pechino. Entra subito dopo all’Accademia di Medicina cinese, dove lavora per tutta la sua carriera, dal 1965 al 1978 come assistente e dal 2000 come primaria. Nell’ambito di un nuovo progetto del Governo cinese per integrare le conoscenze della medicina tradizionale con quelle della scienza moderna, nel 1967 le viene affidato uno studio per una nuova terapia contro la malaria, che è endemica nel Sud-Est asiatico e che in Vietnam, durante il conflitto, è la principale causa di morte tra i soldati americani e vietnamiti.

Tu You You

You You Tu ha trentanove anni, due figli piccoli, un marito lontano; quando le viene assegnato il progetto deve partire per l’isola di Hainan, per studiare la malattia in un contesto dove la malaria ha effetti devastanti. Sistemati alla meglio i figli, parte e inizia a lavorare: li rivedrà solo dopo tre anni. Insieme al suo gruppo di ricerca studia, raccoglie campioni, verifica ricette tradizionali e potenziali farmaci, fino a tentare un farmaco contenente artemisinina, il principio attivo della pianta di artemisia, di cui già si parla come rimedio antifebbrile in un trattato del IV secolo e che ha dato risultati positivi sugli animali.
Non esita a fare da cavia lei stessa e poi lo testa su pazienti infetti e il farmaco funziona. Nel mondo scientifico internazionale, però, non se ne sa nulla, fino a quando il suo lavoro non viene pubblicato in inglese nel 1979. Nel 1981 l’Oms la invita a presentarlo, raccomandandolo come farmaco fondamentale per la cura della malaria.
È una scienziata atipica: non parla inglese, ha studiato e lavorato solo in Cina, non ha titoli di studio internazionali, non frequenta convegni. Il suo nome diventa famoso solo quando, nel 2011, le viene attribuito il Lasker Prize, la più prestigiosa onorificenza medica degli Stati Uniti. Ed è visibilmente emozionata, quando a ottantaquattro anni le viene assegnato il Premio Nobel per la Medicina per il suo farmaco contro la malaria, insieme all’irlandese William Campbell e al giapponese Satoshi Ōmura per la loro nuova terapia contro le infezioni causate da parassiti intestinali.
È la prima donna cinese ad ottenere il Nobel, ma anche il primo Nobel per la Medicina della Repubblica Popolare cinese.
Un regalo della medicina tradizionale cinese al mondo è il titolo del suo discorso alla consegna del premio, dove ricorda che la sua scoperta è il frutto dell’incontro virtuoso tra le conoscenze dell’antica medicina cinese e la medicina occidentale ma è anche un lungo lavoro di molti e molte scienziate che come lei «sognano di fare qualcosa per aiutare il mondo».
Una sua biografia è stata pubblicata sul numero 242 di Vitamine vaganti.

In copertina: Sussman Yalow Rosalyn.

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Articolo di Roberta Pinelli

Ho lavorato per 42 anni nella scuola pubblica, come docente e dirigente. Negli anni fra il 2019 e il 2024 sono stata Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Modena. Mi occupo da sempre di tematiche femminili e ho pubblicato un Dizionario biografico delle donne modenesi.

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