Dal 4 giugno è nato il portale INDIRE per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile – https://scuola2030.indire.it/ – che offre materiali di auto-formazione, contenuti e risorse per portare in classe un’educazione ispirata ai valori e alla visione dell’Agenda 2030, nella quale sono elencati impegni e obiettivi specifici correlati ai “17 Goal” di sviluppo sostenibile (SDG, Sustainable Development Goals).
Appena un paio di anni fa si parlava, e anch’io nelle classi, di Europa 2020 con il pacchetto che definiva tre obiettivi principali (taglio del 20% delle emissioni di gas a effetto serra; 20% del fabbisogno energetico ricavato da fonti rinnovabili; miglioramento del 20% dell’efficienza energetica): davvero stento a credere siano stati raggiunti e non soltanto perché manca appena un anno…
Fatto è che il 18 giugno celebreremo per il terzo anno la Giornata mondiale della Gastronomia sostenibile (tra le ultime di quelle istituite dall’ONU), che vuole coinvolgere direttamente la scuola: il Coordinamento nazionale docenti della Disciplina dei Diritti Umani, infatti, afferma che l’attenzione delle agenzie formative, come la scuola, non può che essere massima rispetto ad un argomento che si collega alla qualità della vita fondata sui criteri della sostenibilità e della tutela ambientale. Ma ne stiamo parlando ad anno scolastico ormai concluso.
È pur vero che il progetto “Frutta nelle Scuole”, non propriamente a km zero, tra uno scandalo e un eccesso di incarti plastici, da molti anni ha come scopo quello di incoraggiare i bambini e le bambine al consumo di frutta e verdura per abitudini alimentari sane, diffondendo messaggi educativi su sprechi alimentari e sulla loro prevenzione.
La Giornata della gastronomia propone in tutti i gradi scolastici il rispetto della stagionalità degli alimenti, la lettura e la comprensione delle etichette, la conoscenza e la valorizzazione della dieta mediterranea (dal 2010 Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO), la creazione di orti scolastici o condominiali, la conoscenza delle eccellenze territoriali che prevedono un uso limitato di pesticidi, il riciclo dei materiale utilizzati, condizioni di trasporto e di conservazione degli alimenti appropriate e sicure.
Necessario è dunque far comprendere e spiegare che i lavoratori e le lavoratrici del settore, dalla categoria bracciantile a quella imprenditoriale specializzata in agraria, hanno tutti/e delle responsabilità e devono essere tutelati/e nell’esercizio del proprio lavoro. Anche perché le attività umane, quali lo sfruttamento agricolo intensivo, l’urbanizzazione, l’inquinamento, sono tra le cause della perdita di biodiversità, garanzia di cibi sani sicuri e nutrienti, che ogni 17 giugno, dal 1995, l’ONU ricorda appunto con la Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità.
La perdita di biodiversità, l’impoverimento dei suoli e la riduzione della fertilità, la salinizzazione (l’accumulo nel suolo di sali solubili che compromettono la sua qualità fisica e biologica), l’aumento dei fenomeni erosivi e degli smottamenti, la contaminazione dei terreni e le manifestazioni climatiche estreme, sono tutte conseguenze della desertificazione.
Una gastronomia sostenibile è probabilmente l’unico modo che abbiamo per combattere gli sprechi alimentari, comprare a km zero e limitare la mole dei rifiuti, svolgendo un ruolo fondamentale nell’interconnessione con le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (ambientale, economico e sociale) e promuovendo perciò lo sviluppo agricolo, la sicurezza alimentare, la nutrizione, la produzione alimentare sostenibile e la conservazione della biodiversità nell’abbattimento delle disuguaglianze nel mondo.
A lezioni già terminate possiamo allora seguire gli eventi in programma in tutta Italia http://festivalsvilupposostenibile.it/2019/tutti-gli-eventi/# come famiglie, come docenti, come cittadini/e responsabili che, più consapevoli, possono essere d’esempio e… “fare scuola”!
Articolo di Virginia Mariani
Docente di Lettere, unisce all’interesse per la sperimentazione educativo-didattica l’impegno per i temi della pace, della giustizia e dell’ambiente, collaborando con l’associazionismo e le amministrazioni locali. Scrive sul settimanale “Riforma”; è autrice delle considerazioni a latere “Il nostro libero stato d’incoscienza” nel testo Fanino Fanini. Martire della Fede nell’Italia del Cinquecento di Emanuele Casalino.