«Non esiste la società, esistono solo gli individui »
(Margaret Thatcher)
Nell’immaginario collettivo Margaret Thatcher rappresenta l’incarnazione del pensiero unico neoliberista e lo smantellamento dello Stato sociale in Inghilterra e nei Paesi dell’Europa occidentale. Non si possono dimenticare film come Brassed off, tradotto in Italia con Grazie signora Thatcher o Full Monty, Billy Elliot, My beautiful Laundrette o Pride o quel capolavoro che è Io, Daniel Blake e tutte le altre pellicole di Ken Loach, come Piovono pietre e Riff Raff, che ci hanno immerso nella realtà della società thatcheriana e post thatcheriana; per non parlare di quello splendido spettacolo di teatro civile messo in scena da Marco Paolini Miserabili. Io e Margaret Thatcher, summa del pensiero della “Lady di ferro” in politica economica che ha condizionato il mondo dagli anni Ottanta in poi, e che sarebbe da consigliare come strumento didattico in tutte le scuole della Repubblica.
Eppure, se ci capitasse di parlare con esponenti del ceto medio-basso inglese (e a me capitò ad Oxford, dove andai per frequentare un Comenius sul Clil e in cui per tre settimane fui ospite di una inserviente impiegata nel settore sanitario inglese) saremmo costretti/e a rivedere molte delle nostre convinzioni o quanto meno a metterle in discussione: “La figlia del droghiere”, come molti amavano definirla in Gran Bretagna( al solito mettendo l’accento solo sulla professione del padre, pur non avendo nulla in comune quest’ultima con le doti politiche della figlia), è ancora molto amata nel Regno Unito.
Margaret Hilda Roberts nasce a Grantham il 13 ottobre del 1925 in una famiglia protestante metodista, da una madre sarta. Respira in casa l’impegno politico conservatore e religioso del padre, con una fede ai limiti del fanatismo nel libero mercato e ostile alle politiche laburiste in favore dello Stato sociale, visto nei suoi peggiori aspetti assistenzialistici. Con notevoli sacrifici economici, Margaret si laurea in chimica ad Oxford, al Balliol College, e diventa una ricercatrice chimica. Negli anni Cinquanta comincia ad impegnarsi nelle elezioni per il Partito Conservatore, dove conosce l’uomo che diventerà il suo futuro marito, Denis Thatcher, nel 1951. In quel turno elettorale non riesce a sconfiggere i laburisti, ma ottiene un gran numero di consensi. Dal matrimonio con Denis, di cui conserverà per sempre il cognome e per amore del quale si converte all’anglicanesimo, nascono due gemelli, Mark e Carol, e Margaret comincia a capire che il suo vero interesse è la politica. Per approfondire la scienza che dovrebbe occuparsi del bene della comunità, dopo aver lavorato in una società di ingegneria per materiali plastici, si laurea in giurisprudenza e diventa avvocata. Due lauree tanto diverse tra loro indicano un’intelligenza versatile e duttile.
Nel 1959 entra per la prima volta alla Camera dei Comuni( una delle 25 donne in un Parlamento di 605 uomini) e ricopre alcuni incarichi all’interno del Partito. Negli anni dell’Inghilterra laburista diventa Ministra del Governo – ombra per l’istruzione e i trasporti. Gli anni Settanta vedono la vittoria dei Conservatori e l’incarico di Thatcher come Ministra dell’Istruzione nel Governo Heath. Sono anni di tagli pesanti alla spesa pubblica e Thatcher non esita ad adottare provvedimenti impopolari come l’abolizione del latte gratuito nelle scuole per i bambini dai 7 agli 11 anni. Questa scelta le vale il soprannome di “Thatcher, the snatcher”, la rubalatte. Ma la donna del Lincolnshire porta anche l’obbligo scolastico a sedici anni, investe moltissimi fondi nel Cern e si oppone alle tasse per l’accesso alle biblioteche. Dopo la sconfitta dei Conservatori alle elezioni del 1974 diventa Ministra dell’Ambiente nel Governo-ombra e decide di candidarsi alla guida del Partito Conservatore. Inaspettatamente ne diventa segretaria per la prima volta nella storia. Non deve essere stato facile per Thatcher reagire ai commenti maschilisti e alle battutine degli uomini di partito e dell’opposizione. Claire Berlinsky, nella sua eccentrica biografia su di lei, ricorda i tipi di donna incarnati da Thatcher e le reazioni che questi suscitano nell’entourage (prevalentemente maschile) che la circonda. Mitterand la troverà affascinante come Brigitte Bardot, ma dirà anche che “aveva gli occhi di Caligola”, molti uomini politici britannici la considerano una “matrona” severa di cui hanno timore ma di cui, allo stesso tempo, vogliono conquistare la stima. La platea maschile la definirà di volta in volta la grande diva, la madre della Nazione, la civetta ritrosa, la bisbetica urlante, Budicca la regina guerriera, la casalinga. Il suo look è molto serio: capelli cotonati e sempre in ordine, vestiti prevalentemente azzurri come i suoi occhi, abiti sobri e dal taglio severo.
Nel 1979, come prima Premier donna della storia britannica, comincia ad applicare le sue politiche economiche ispirate a Milton Friedman, ad Hayek e al monetarismo, in sintonia con le politiche che Ronald Reagan avrebbe applicato negli Stati Uniti. La Supply Side Economics, nemica del Keynesismo e del Welfare State, diventa nella sua interpretazione “Thatcherismo”. Delle due figure simbolo del neoliberismo che dagli anni Ottanta cominceranno ad influenzare le politiche economiche di tutti i Paesi, europei e non solo, Reagan e Thatcher, la “Lady di ferro”, come spesso è chiamata, è senza dubbio la più importante, la vera “mente”.
La Gran Bretagna ereditata da Thatcher attraversa una situazione molto difficile di recessione e disoccupazione, disservizi pubblici e scioperi. La Prima Ministra conservatrice della storia ritiene che il Welfare State abbia indebolito gli animi e comincia gradualmente a smantellarlo. Non è difficile per lei associarlo impropriamente a quello che giudica il signore di tutti i mali, il socialismo.
La prima importante riforma economica è l’Housing Act del 1980 che attribuisce agli inquilini di case dello Stato il diritto di acquistare l’abitazione in cui vivono, beneficiando di agevolazioni fiscali, allo scopo di aumentare la vendita di alloggi. Una mossa geniale, non solo dal punto di vista della politica economica, ma anche per conquistarsi il consenso di alcune classi sociali medio-basse che, memori di ciò, le saranno grate e per molto non voteranno più partito laburista.
Per combattere l’inflazione aumenta i tassi di interesse e l’Iva. Inizialmente le sue manovre aggravano la situazione e fanno aumentare di quattro volte la disoccupazione, mentre le industrie manifatturiere riducono di un terzo i loro utili. Una “cura da cavallo” durissima e spietata, che qualcuno definirà una vera e propria “macelleria sociale”. «There is no alternative», dirà in un discorso memorabile, per sintetizzare la necessità di tornare al mercato, unica forza in grado di riportare il sistema economico alla crescita. Dopo questo discorso Thatcher sarà spesso chiamata TINA, con l’acronimo di There Is No Alternative. Dal 1982 in poi però la situazione migliora.Thatcher dà il via libera a una serie di riforme liberiste dirette a ridurre le tasse, a liberalizzare i controlli sui tassi di cambio, a ridurre le regole (deregulation), a privatizzare la maggior parte delle industrie nazionali e a diminuire drasticamente il potere dei sindacati. «Non esiste la società, esistono solo gli individui», per “la figlia del droghiere”, e anni di governi laburisti ne hanno infiacchito gli animi, facendo venir meno l’orgoglio nazionale.
Durante il suo mandato la Borsa di Londra si trasforma, da organizzazione regolata e controllata dal Governo, in una piazza finanziaria deregolata e ultramoderna, che in breve diventerà uno dei mercati finanziari più forti del mondo. Questa politica sarà imitata in seguito anche dal Democratico Bill Clinton, che eliminerà quel Firewall che era stato il Glass Steagall Act di rooseveltiana memoria e aprirà le porte alle crisi finanziarie degli ultimi trent’anni, innescate dai prodotti tossici e speculazioni azzardate, che trasformeranno per sempre la finanza, «da ancella dell’economia, in un irresponsabile apprendista stregone» (F. Galimberti) di disneyana memoria.
Ma Thatcher non è stata solo Thatcherismo. La Lady di ferro dimostra una fermezza inaspettata sia nella gestione di un attentato terroristico all’ambasciata iraniana a Londra, nel 1980, sia nel contrastare lo sciopero della fame di alcuni prigionieri irlandesi dell’Ira, che chiedono sia loro riconosciuto lo status di prigionieri politici, abolito dal Governo precedente. La morte per fame di dieci di loro, tra cui Bobby Sands, non la fa desistere e solo dopo 217 giorni lo sciopero della fame viene interrotto grazie alle forti pressioni dei familiari. Nel frattempo si organizzano manifestazioni e proteste contro il Governo, la più famosa delle quali è quella di Brixton.
Nel 1982 la Prima Ministra inglese intraprende la guerra delle Falkland, rivendicate dall’Argentina, che le chiama Malvinas. Si tratta di poco territorio con quattro pecore e nessun valore di tipo economico o geopolitico, ma la guerra per rivendicarne la proprietà rappresenta uno strumento per ricostruire l’orgoglio nazionale britannico e una mossa strategica per riuscire ad essere rieletta Premier. Non importa se per vincere si dovrà chiedere l’aiuto di Pinochet, dittatore liberticida e violento, che consentirà i rifornimenti sul proprio territorio alle forze militari inglesi e aiuterà il governo britannico contro il vicino nemico argentino.
Durante il suo secondo mandato resiste al più lungo sciopero dei minatori della storia. Nel 1984 vara una legge che rende lo sciopero illegale se non approvato a voto segreto dalla maggioranza dei lavoratori, scaricando la responsabilità civile per i danni causati da agitazioni non conformi alla legge sui dirigenti sindacali. Lo scontro esploderà quando il sindacato dei minatori dichiarerà lo sciopero a oltranza per opporsi alla chiusura di moltissime miniere. Contro i picchetti degli operai in sciopero Thatcher usa la forza e la repressione della polizia, che non esita ad abusare del suo potere. Dopo un anno, il sindacato è costretto a cedere senza condizioni e i sindacati perdono consenso da parte dei lavoratori. «Non esiste la società. Esistono soltanto gli individui». Il Welfare State è obsoleto e dovrà essere superato da un workfare e da individui che, una volta licenziati, dovranno “tirarsi su le maniche” e diventare imprenditori di sé stessi.
Peccato che tutta questa avversione nei confronti dello Stato nell’economia o del Welfare a favore dei più deboli venga totalmente meno nella guerra fredda contro “l’impero del male”, il nemico sovietico, per spiare il quale pare che Thatcher abbia usato il sistema Echelon, in una corsa agli armamenti, in accordo con Reagan, con una notevole spesa pubblica militare. Nel 1986 la Gran Bretagna, per scelta di Thatcher, parteciperà ai bombardamenti statunitensi sulla Libia e offrirà all’alleato americano basi aeree di terra e portaerei, facendosi dei nemici anche all’interno del Governo e del Partito.
Un’importante azione in politica commerciale internazionale sarà l’accordo con Mitterand sulla costruzione del tunnel sotto la Manica, che la Premier britannica pretenderà sia realizzato con l’apporto di capitali prevalentemente privati. Quando in Urss comparirà Gorbaciov con la sua Glasnost, Margaret Thatcher ammorbidirà, seguendo l’esempio di Reagan, la sua ostilità verso il socialismo, intrattenendo rapporti favorevoli con l’uomo della perestrojka.
La posizione di Thatcher nei confronti dell’Unione Europea, invece, rimarrà favorevole solo se e fino a quando manterrà la forma di un mercato comune di libero scambio. Quando si passerà ad aumentarne le competenze per concedere più potere di intervento alle autorità comunitarie nelle politiche nazionali Thatcher esprimerà il suo più profondo disaccordo in Parlamento. «I want my money back», griderà a Fontainebleau, durante il Congresso per il bilancio finanziario europeo.
Scampata a un attentato dell’Ira e a un progetto di attentato da parte dei sovietici, si dimette nel 1990, prima della fine del suo terzo mandato, l’unico caso di tre mandati consecutivi nella storia del XX secolo. Avere agganciato la sterlina al marco tedesco ha portato inflazione e c’è una nuova crisi da contrastare, che ha le sue basi anche nel Black Monday del 1987, che ha visto il trionfo di speculatori senza scrupoli. Anche la sua proposta di poll tax riceve critiche e genera proteste in tutte le classi sociali, anche quelle più povere. Lo sciopero fiscale parte dalla Scozia e porta in piazza circa 18 milioni di persone. La Lady di ferro non arretra di un passo.
Riflettere sul male generato dalle politiche neoliberiste di macelleria sociale seriale thatcheriane non può esimerci dal ricordare ciò che di buono è stato fatto da lei nei tre mandati. Tra le sue riforme più intelligenti c’è la ridefinizione delle norme sulla sicurezza in materia di stadi e tifoserie, che obbliga le società a ristrutturare i vecchi impianti ormai fatiscenti e aumenta i controlli della polizia sui tifosi, portando ai processi per direttissima degli hooligans fermati. Questa politica riesce a neutralizzare la violenza degli ultrà negli stadi per molto tempo.
Ma ciò che di Margaret Thatcher ci piace ancora oggi è la sua sensibilità verso le questioni ambientali, che la porta a riconoscere, e sarà bene ricordarlo a chi vede nel movimento giovanile contro il cambiamento climatico un pericolo per il mercato, la veridicità delle informazioni sul riscaldamento globale, il buco dell’ozono e le piogge acide. Sarà stato merito della sua laurea in chimica o sarà stato il suo intuito politico?
Sull’omosessualità ebbe un atteggiamento ambiguo, sottolineato da Boy George dei Culture Club, con la canzone Clause 28, però fu una dei pochi parlamentari conservatori a votare a favore della depenalizzazione dell’omosessualità maschile. Dopo le sue dimissioni da Premier, Margaret Thatcher non si ricandiderà più alla Camera dei Comuni, ma sarà nominata Baronessa di Kesteven, istituirà una fondazione e gradualmente si ritirerà dalla vita pubblica, con un principio di Alzheimer. Il figlio maschio le darà molto filo da torcere, scomparendo durante un’edizione della Parigi-Dakar e crescerà ribelle e sovversivo, complice di un colpo di Stato in Guinea Equatoriale per il quale sarà arrestato.
Tina morirà per un ictus nella sua suite dell’Hotel Ritz l’8 aprile del 2013. I suoi funerali vedranno una grande partecipazione di uomini politici e della Corte, ma anche molte manifestazioni di gioia da parte dei nemici del thatcherismo. La Bbc trasmetterà The witch is dead, la canzone tratta dal Mago di Oz, e molte altre canzoni anti Lady di ferro, come Margaret on the Guillotine di Patrick Morrissey o Sandinista dei Clash, scritta come atto di protesta per il divieto istituito da Thatcher di pronunciare la parola “sandinista” e tante canzoni del gruppo anarchico dei Crass, una delle quali costruita su discorsi di Thatcher e di Reagan.
Dopo la sua morte, la narrazione mainstream neoliberista diffusa da Thatcher e dalla Reaganomics avrà purtroppo già fatto i suoi danni in modo irreparabile. Tutto ciò che è pubblico è costoso e inefficiente, tutto ciò che è privato va per ciò stesso bene. Smantellare lo Stato sociale e deregolamentare l’economia e il mondo del lavoro, reso precario ai limiti della sopravvivenza, privatizzando il più possibile e tagliando la spesa pubblica, anche quella sanitaria e scolastica, diventerà il mantra della sinistra blairiana con la politica della Terza via e di quella clintoniana, che preferiranno concentrarsi sui diritti civili ma emuleranno le politiche economiche delle destre, con la complicità del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, della Wto e dell’Unione Europea. I maggiori difensori di questa narrazione saranno proprio, fino alla crisi del 2007/2008, i Laburisti in Gran Bretagna e i Democratici negli Usa, entusiasti del mercato nell’era della globalizzazione, della deregulation e del Washington Consensus.(4)La deflazione che ha ingabbiato i Paesi europei dopo le politiche di austerity è in buona parte figlia della miopia dei suoi governanti, anche di sinistra, incapaci di una diversa visione dei rapporti tra pubblico e privato e ancorata alla “versione di Tina”.
Recentemente una biografia improbabile, nel fim The Iron Lady, interpretato da Meryl Streep, ne farà un ritratto poco verosimile per chi ha potuto seguire le sue politiche negli anni Ottanta. Comunque la si pensi su di lei, bisogna riconoscerle la coerenza e la capacità di mantenere quanto aveva promesso ( osservazione che mi suggerì Kim, nella sua casa riscattata con l’Housing Act, la mia ospite conservatrice oxfordiana, molto critica verso i voltafaccia di Cameron) e una certa sintonia con il comune sentire, che l’ha fatta percepire come una self made woman lontana dalle elite, almeno all’inizio del suo mandato.
Come più tardi ricorderà David Cameron, a Margaret Thatcher soono riuscite tre imprese che erano state fino allora inconcepibili per una donna, a causa del glass ceiling: diventare parlamentare, diventare segretaria del Partito Conservatore, diventare Prima Ministra, con uno dei mandati più lunghi della storia, paragonabile solo a quello di Winston Churchill, con la differenza che i mandati della Thatcher furono consecutivi.
Purtroppo, però, il suo pensiero ha profondamente segnato un trentennio, dagli anni Ottanta alla crisi finanziaria del 2007/2008, condizionando la narrazione mainstream nelle università, nei media, nelle scuole, nella politica e purtroppo anche nell’opinione pubblica e riuscendo a farci dimenticare gli aspetti positivi di quella che rimane «la più grande conquista del XX secolo, il Welfare State» (R. Prodi), fondato sulla premessa della solidarietà e di un comune destino che lega tutti i membri della società, soprattutto quando sono più deboli e attraversano momenti di difficoltà.
Non c’era proprio un’altra alternativa, signora Thatcher?
Articolo di Sara Marsico
Abilitata all’esercizio della professione forense dal 1990, è docente di discipline giuridiche ed economiche. Si è perfezionata per l’insegnamento delle relazioni e del diritto internazionale in modalità CLIL. È stata Presidente del Comitato Pertini per la difesa della Costituzione e dell’Osservatorio contro le mafie nel sud Milano. I suoi interessi sono la Costituzione , la storia delle mafie, il linguaggio sessuato, i diritti delle donne. È appassionata di corsa e montagna.