Alberi che fanno la storia

Suscita entusiasmo, e speranza concreta per un futuro più paritario tra i generi, conoscere una classe – composta solo da 12 studenti, di cui, però, 9 maschi e 3 femmine – impegnata in un progetto che vuole ricordare donne importanti per la società. Parliamo della classe 2AO dell’Istituto di istruzione superiore “Vergani-Navarra”, Polo scolastico agroalimentare estense, appartenente alla sede di Ostellato. Molto interessante il racconto dell’inizio dell’esperienza, così come viene descritto dalla docente referente Federica Pintus, che ha guidato la classe in questa bella avventura: «Questo progetto è partito da una richiesta arrivata proprio dall’attuale 2AO, che, al termine dello scorso anno scolastico, ha chiesto esplicitamente di partecipare “a quel concorso sulle donne di cui tanto ha parlato la classe accanto”. Dopo aver intitolato, negli anni precedenti, molte strade dell’Azienda agraria didattica a figure femminili, quest’anno il progetto riguarda la creazione di un giardino di alberi di frutti dimenticati e l’associare ogni albero a una donna, defunta o ancora in vita, degna di ricordo». Da sottolineare questo aspetto, che siano state le ragazze e i ragazzi della classe a chiedere di partecipare al Concorso, sulla scia dell’esperienza della classe precedente, perché rivela come questi progetti, raccontati e diffusi, diventino di esempio e conducano anche altre classi a effettuare ricerche simili. Il progetto di intitolare le vie e le piante dell’Azienda Agraria didattica della scuola è nato anni fa, ci fanno sapere le docenti, a seguito di un confronto con l’Amministrazione comunale cittadina che, al momento, non aveva spazi da intitolare. 

La classe, seguita dalla docente di biologia, Cecilia Pancaldi, ha iniziato effettuando un sopralluogo nel posto in cui si poteva far sorgere il giardino degli “alberi che fanno la storia” ed è così partita una ricerca nel web per capire quali piante da frutto potessero essere messe a dimora, anche in relazione alle caratteristiche geologiche e climatiche del luogo. Sono stati selezionati 12 alberi, studiate le caratteristiche, compilata la scheda botanica di ciascuno e le/gli studenti, armati di pala, vanga e carriola, li hanno piantati nel luogo stabilito, in una fascia di terra in cui c’erano già altre piante da frutto di specie dimenticate, integrate nel progetto.  

La seconda fase del lavoro è stata associare a ogni pianta una donna che abbia avuto un ruolo significativo nella società. A questo proposito, la docente di lettere, Federica Pintus, ha avviato una riflessione sulla figura della donna nella storia, sul fatto che le donne siano state troppe volte ignorate, su come ancora oggi si tendano a ricordare, per esempio nei manuali scolastici, le opere e le imprese maschili molto più di quelle femminili. Lo sguardo si è anche allargato all’esterno della scuola, analizzando la toponomastica locale, per giungere alla conclusione che le donne ricordate sono davvero poche. 
Alle alunne e agli alunni della classe è stato dato, a questo punto, il compito di fare una ricerca sul web o in biblioteca per cercare informazioni su figure femminili che abbiano avuto rilevanza nel mondo, ma che non siano state adeguatamente valorizzate. Ogni componente della classe ha ricercato informazioni su almeno due donne. Al termine di questa prima indagine, ogni studente ha presentato il profilo delle figure femminili prese in esame. Tra tutte, ne sono state selezionate 12, una per ogni componente la classe: ciascuna ragazza e ciascun ragazzo ne ha approfondito la biografia, riscrivendola in modo personale e corredandola di foto.

Un’ultima fase ha collegato le attività precedenti: sono state create delle tavole didattiche in cui riportare le schede botaniche delle piante da frutto associate alla donna da ricordare, e in seguito sono state plastificate. Poi alunne e alunni hanno creato le targhe di intitolazione, una per ogni pianta. Su ogni targa è stato scritto il nome botanico dell’albero e la donna a cui è dedicato. Le targhe sono state completamente costruite dalle ragazze e dai ragazzi: con il pirografo hanno scritto sulle tavolette di legno, protette con vernice impermeabile perché non possano essere rovinate dagli agenti atmosferici.

In conclusione del progetto sotto ogni albero è stata posta la targa corrispondente e legata al tronco la tabella plastificata in cui si spiegano le caratteristiche dell’albero e si mette in evidenza l’eccezionalità della donna a cui è dedicato. 

Ragazzi e ragazze hanno partecipato al progetto con entusiasmo e voglia di imparare, con desiderio di mettersi in gioco, di scoprire quanto la società abbia manipolato la loro visione del mondo e di affrontare criticamente il modello di donna proposto oggi, valutando come si sia ancora lontani dalla parità di genere auspicata. Particolarmente apprezzato è stato il connubio tra attività legate al mondo dell’agricoltura, più pratico, con quello storico-letterario, più teorico: la classe ha vissuto come una sfida la ricerca di alberi da frutto di cui si era persa la memoria e ha trovato interesse nell’impararne le caratteristiche, piantarli e costruire le targhe di intitolazione. La ricerca biografica ha coinvolto con modalità di web quest, in cui il gioco era: “trova le grandi figure femminili che la storia ha nascosto”. La parte inerente la redazione delle biografie è stata, ovviamente, più faticosa e meno avvincente, ma ha avuto un suo riscatto quando è stata inserita nelle tavole didattiche. 

Queste le intitolazioni attuate: Malus domestica, intitolato a Azucena Villaflor, attivista argentina per la ricerca dei desaparecidos; Cydonia, intitolato a Renata Fonte, vittima di mafia per il suo attivismo ambientale; Arbutus unedo, intitolato a Sonita Alizadeh, rapper e attivista afgana; Mespilus germanica, intitolato a Harriet Tubman, attivista statunitense contro la schiavitù; Pyrus pyraster, intitolato a Wangari Muta Maathai, ambientalista e attivista keniota; Morus nigra, intitolato a Felicia Bartolotta Impastato, attivista italiana contro la mafia; Pyrus communis, intitolato a Anna Maria Mozzoni, attivista per i diritti civili e di emancipazione delle donne; Morus alba, intitolato a Ayse Deniz Karacagil, partigiana kurda; Diospyros kaki, intitolato a Teresa Sarti Strada, cofondatrice di Emergency; Prunus avium, intitolato a Malala Yousafzai, attivista e blogger pakistana; Juglans regia, intitolato a Samia Yusuf Omar, velocista somala; Malus domestica var. abbondanza rossa, intitolato a Agitu Ideo Gudeta, ambientalista e imprenditrice etiope. 

Gli obiettivi raggiunti, come ci raccontano le docenti, sono molteplici. Da un punto di vista prettamente materiale, oggi ci sono 36 vie dell’Azienda agraria didattica intitolate a donne, frutto dei lavori degli anni precedenti, e un giardino di 12 alberi da frutto, in cui ogni pianta è dedicata a una donna. Dal punto di vista educativo, non è stata sensibilizzato una classe sull’importanza della parità e della riduzione del gap di genere, ma soprattutto, in via indiretta, i temi della parità si diffondono nell’intero plesso scolastico. La stranezza di avere un’Azienda agraria in cui le strade e le piante hanno un nome, porta studenti e personale scolastico che vi svolge attività tecnico/pratiche, a interrogarsi sul perché ci siano targhe di intitolazione e chi siano quelle persone a cui strade e alberi sono dedicate. Mentre è normale che all’inizio di una qualunque strada, sia affisso il nome della via, è ben meno usuale che ciò sia presente in un’Azienda agraria. Questa anomalia porta i ragazzi e le ragazze a farsi delle domande e, attraverso le tavole didattiche, a conoscere figure femminili di cui, forse, ignoravano l’esistenza o che conoscevano solo parzialmente. Intento delle docenti è proseguire nel prossimo anno scolastico, corredando ogni intitolazione dell’Azienda agraria didattica (ormai sono 48) di un QRcode collegato a un sito internet dedicato, che contenga biografia e approfondimenti sulla figura femminile in questione. A chiunque voglia approfondire la vita di una delle donne scelte, basterà avvicinare il cellulare al Qrcode per scoprire le tante realtà che la storia, fino a oggi, ha nascosto. Inoltre la volontà è di continuare le intitolazioni delle vie restanti. 

Questo il giudizio della giuria del Concorso, che ha assegnato il Premio per la sezione Biodiversità, consegnato a Roma il 14 ottobre scorso: «Il lavoro risulta pertinente con gli obiettivi e i criteri assegnati nel bando. Positivo l’abbinamento di lavoro teorico (ricerca dei personaggi femminili) e pratico (messa a dimora delle piante e realizzazione delle schede e delle targhe). L’attività complessiva, con l’intitolazione, è stata svolta in modo originale, la presentazione multimediale è molto ben realizzata e descrive nel dettaglio le varie fasi del progetto. È molto apprezzabile l’aver collegato strettamente il progetto con la specializzazione della scuola. Ottima l’idea relativa a un’eventuale prosecuzione del lavoro». 

Assegnazione del premio per la sezione Biodiversità, Roma, 14 ottobre 2022. Foto di Emma de Pasquale

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Articolo di Danila Baldo

Laureata in filosofia teoretica e perfezionata in epistemologia, tiene corsi di aggiornamento per docenti, in particolare sui temi delle politiche di genere. È referente provinciale per Lodi e vicepresidente dell’associazione Toponomastica femminile. Collabora con Se non ora quando? SNOQ Lodi e con IFE Iniziativa femminista europea. È stata Consigliera di Parità provinciale dal 2001 al 2009 e docente di filosofia e scienze umane fino al settembre 2020.

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