Di Lotta e di Cura, appena uscito per Iacobelli editore (febbraio 2023), è il classico testo che non può mancare nella libreria di casa. Il romanzo che si deve regalare alle figlie e alle nipoti, alle/agli amici e alle/i conoscenti, quello che, quando hai finito di leggere l’ultima riga, ti fa venir voglia di riprendere in mano la storia da capo, tanto è stato capace di emozionarti. Scritto benissimo, avvincente, in grado di coinvolgere la lettrice (sì, parliamoci chiaro: l’autrice pensava certamente alle donne, più che agli uomini, quando lo ha realizzato), tra appassionanti racconti personali e fenomeni politici e sociali che si avvicendano dall’Italia degli anni Settanta/Ottanta, fino alla pandemia.
L’autrice Maria Chiara Risoldi parla attraverso la voce di Francesca, giovane femminista, che si ribella a un padre-padrone e libera la madre dalla schiavitù della violenza domestica. È lei che ci fa rivivere, attraverso una narrazione molto convincente, in prima persona, le tappe più significative della Casa delle Donne di Bologna e, insieme, della sua vita intima e profonda. Attraverso le pagine del libro ci si ritrova immerse nel frizzante clima dell’attivismo femminista di fine Novecento, tra riunioni interminabili, collettivi, studi, incontri, forme di protesta, ricerca di ascolto, nascita di una coscienza comune. Ciò che sorprende, però, di questo splendido resoconto, a cavallo tra il sentire personale e la narrazione storica, è l’onestà intellettuale di chi scrive. Maria Chiara Risoldi non risparmia alla lettrice le contraddizioni e gli scivoloni ideologici che contraddistinsero le battaglie per i diritti di genere, ponendo continuamente chi legge nella condizione di dover prendere posizione, trovare delle risposte, aprire nuovi interrogativi.
Del resto, il titolo stesso sottolinea due facce di una stessa forma di resistenza: la lotta e la cura. Ecco allora che la politica va bene, ma solo se diventa azione coerente e premiante il merito; i valori sono fondamentali, ma solo se aperti al confronto e fondanti azioni capaci di evolversi nel tempo; la competenza necessaria, ma efficace solo se accompagnata dalla capacità di accogliere, comprendere, condividere. Ciascuno dei personaggi, quasi tutti femminili a dire il vero, porta con sé le proprie convinzioni e idee, che traduce in stile di vita. Come Rosetta, sicura che le femministe stiano sempre un po’ esagerando con la questione della violenza di genere, Gloria, tirocinante entusiasta e futura giovane volontaria, o Barbara, legata all’idea tradizionale della “famiglia Mulino Bianco” e della maternità come sbocco naturale della femminilità, ma al contempo abbastanza moderna da sposare le nuove teorie pedagogiche sulla condivisione dei ruoli genitoriali.
Va detto che gli uomini, in queste pagine intense e ricche di episodi, non fanno proprio una bella figura. Francesca, primaria al Pronto Soccorso, non risparmia a chi legge racconti, certamente ispirati a fatti reali, di donne arrivate in condizioni pietose ai centri di prima cura, incapaci di denunciare le violenze domestiche, totalmente annichilite, svuotate di ogni residua briciola di dignità personale e umana. Né lesina descrizioni di colloqui anche durissimi con uomini violenti, per nulla consapevoli della gravità delle proprie responsabilità verso le rispettive mogli o compagne. Per fortuna Francesca ha un dono: sa parlare con i bambini nascosti dentro gli occhi di questi bruti e spaventarli. Sa tenerli a bada e sconfiggerli. Una benedizione per tutte le donne, di qualunque età o provenienza, che hanno bisogno di essere prima protette e poi liberate.
Un libro che fa pensare ad ogni riga, che fa arrabbiare, ma che insieme convince e consola, che disvela luci e ombre di una stagione storica e culturale che ha visto il nostro Paese cambiare profondamente. E le donne con lui. Grazie al Cielo. Ora si tratta di farlo leggere a quanti più uomini possibile. Quelli intelligenti, ne sono certa, non potranno che apprezzarlo.

Maria Chiara Risoldi
… Di lotta e di cura …
Iacobelli, Roma, 2023
pp. 144
***
Articolo di Chiara Baldini

Classe 1978. Laureata in filosofia, specializzata in psicopedagogia, insegnante di sostegno. Consulente filosofica, da venti anni mi occupo di educazione.