Donne: consumo, risparmio e gestione del denaro. I risultati di una ricerca

In questo numero abbiamo deciso di condividere uno studio realizzato da Banca N26, che ha analizzato l’andamento delle abitudini di consumo e di risparmio delle donne in Italia e in Europa, confrontando i trend emersi tra il primo e il secondo semestre del 2022 e gennaio 2023. L’analisi sulla gestione del denaro, tra categorie di spesa e capacità di risparmio, traccia anche dei trend locali, con riferimento alle città di Milano, Torino, Bologna, Napoli e Palermo e offre «un’ottima occasione per fare il punto su come il mondo femminile abbia affrontato un anno particolarmente difficile dal punto di vista economico, tra inflazione, carovita e il sempre presente divario di genere». La fonte dell’indagine è reperibile qui. Di seguito il testo del comunicato stampa che ci è stato inviato relativo a questa ricerca.

La banca online N26, in occasione della Giornata internazionale dedicata alle donne, analizza l’andamento delle abitudini di spesa e di risparmio al femminile nei principali mercati europei dove opera. La ricerca ha coinvolto cinque paesi europei quali Italia, Austria, Francia, Germania e Spagna, analizzando e confrontando i dati relativi a consumi e risparmi nell’utilizzo dei conti correnti da parte dei propri clienti, da gennaio 2022 a gennaio 2023, con un focus ulteriore su Milano, Bologna, Torino, Roma, Napoli e Palermo.
 La ricerca si basa sull’analisi dei dati aggregati e resi anonimi relativi alla spesa e al risparmio di oltre 100.000 clienti N26 in Austria, oltre 950.000 in Germania, oltre 350.000 in Spagna, oltre 850.000 in Francia e oltre 450.000 in Italia, nel periodo compreso tra gennaio 2022 e gennaio 2023. Per “entrate” si intendono tutti i bonifici effettuati sul conto corrente principale dei partecipanti all’indagine. Per “spese” si intendono i trasferimenti di denaro in uscita dal conto bancario principale dei clienti. N26 classifica questi trasferimenti in uscita in base al tipo di fornitore, per consentire ai clienti di tenere traccia delle loro spese e del loro budget con N26 Insights. Per questa analisi, N26 ha preso in considerazione il volume mensile di spesa nelle diverse categorie di N26 Insights per analizzare i comportamenti di spesa. Per “risparmio” si intende la differenza tra “entrate” e “spese”.

Le abitudini di spesa delle donne italiane: qualcosa è cambiato
In risposta al carovita, dal confronto tra il primo e il secondo semestre del 2022 risulta un parziale cambiamento nelle abitudini di spesa delle donne italiane.
In particolare, le italiane hanno tagliato le spese per il tempo libero e l’intrattenimento (-9.50%) registrando il calo più accentuato in questa categoria merceologica tra i paesi coinvolti nello studio, seguite dalla Spagna (-7%) e dai mercati che invece hanno visto crescere gli acquisti in questo comparto (Austria +5%, Francia +3%, Germania +2%). Taglio confermato anche nel confronto tra gennaio 2022 e gennaio 2023, dove si registra -30% della spesa media in questa categoria. Il calo delle spese in questa categoria è confermato anche a livello locale, con qualche eccezione. Sono le donne napoletane a registrare il dato più significativo, con un calo di oltre il -30% della spesa media destinata al tempo libero e all’intrattenimento nel secondo semestre del 2022, rispetto al primo semestre dello stesso anno – dato confermato anche dal confronto tra gennaio 2022 e gennaio 2023, secondo il quale la spesa media delle donne di Napoli in questa categoria si è ridotta del di quasi il -60% nel primo mese del nuovo anno. A seguire, le donne di Torino (-15% nel secondo semestre), Bologna (-11%) e Roma (-9%). Non rinunciano a spendere in questa categoria invece le donne di Milano e di Palermo, che registrano un leggero aumento della spesa media in questa categoria nel secondo semestre, rispettivamente +1% e +1.70%.

L’aumento dei prezzi però non corrisponde sempre ad una rinuncia per le donne italiane: alcuni settori non hanno subito alcuna flessione ma anzi hanno sperimentato una forte crescita, trainata in parte dalla stagionalità ma anche dalla voglia di mantenere uno spazio sicuro per la vita sociale e la cura di sé, come dimostrato dall’ aumento della spesa media delle italiane nelle categorie Bar & Ristoranti (+12%) e Shopping (+16%), categoria alla quale le donne del nostro paese hanno destinato oltre il 20% della media delle loro entrate nel secondo semestre dello scorso anno.

Interessante notare come l’incremento dei prezzi abbia prevedibilmente inciso sulle spese degli italiani relative alla gestione e manutenzione dell’auto, impattate dall’aumento dei costi della benzina, e sulle spese destinate ai trasporti e che in particolare la percentuale più alta sia stata registrata dalle donne che hanno visto aumentare di quasi il 10% la spesa media nel secondo semestre in questa categoria (rispetto agli uomini che hanno registrato +7% nello stesso periodo). Trend confermato anche localmente in alcune delle principali città italiane: a Palermo le donne hanno speso in media nel secondo semestre +18% rispetto al primo, aumento nella spesa decisivo soprattutto se confrontato con il +2% registrato dagli uomini. Seguono quasi a pari merito le donne a Milano e a Roma, che hanno visto aumentare la loro spesa media in auto e trasporti nel secondo semestre del +15%.

Anche riempire il carrello del supermercato è diventato più costoso nel corso del 2022, ma l’impatto sulle abitudini di consumo delle donne italiane è minimo: nel secondo semestre dell’anno, infatti, la spesa media dedicata alla categoria alimentare è cresciuta solo del 3% per le donne, la metà dell’aumento della spesa media degli uomini nello stesso periodo (+6%). Nel confronto della spesa media tra gennaio 2022 e gennaio 2023, invece, la spesa media delle donne italiane in questa categoria si è ridotta del -13% nel primo mese del nuovo anno, abbastanza in linea con la diminuzione registrata dagli uomini, pari al -12%.

Dati locali: alcune curiosità
Dai dati locali sulle città italiane prese in considerazione dall’analisi, emergono alcune curiosità e differenze in fatto di trend di spesa. Napoli registra un generale aumento delle spese medie mensili femminili, in riferimento a numerose categorie e in particolare per lo shopping che, nel secondo semestre 2022, segna un +22%. A Milano le donne non rinunciano al piacere di una cena fuori (+9%) e aumentano sensibilmente le loro spese per gli acquisti nel comparto media ed elettronica (+ 11,20% nel secondo semestre 2022). Un comparto dove tornano a spendere di più anche le donne di Torino, registrando un +15% della spesa media nel secondo semestre del 2022. In un contesto di aumento generale della spesa media destinata alla categoria viaggi e vacanze, sono le donne di Roma e di Palermo a stabilire i primati più interessanti nel confronto tra la spesa media di gennaio 2022 e gennaio 2023 nella categoria, registrando un aumento pari al 30% in più e +250% rispettivamente nel primo mese del nuovo anno. Se confrontiamo il primo e il secondo semestre del 2022, invece, il primato per l’aumento della spesa media in questo ambito va alle donne di Torino, che da luglio in poi hanno registrato un incremento del +26%, molto superiore anche all’aumento registrato dagli uomini (+3%). In merito alle abitudini di spesa delle donne bolognesi il comparto dove si registra l’aumento più rilevante nella spesa media nel secondo semestre del 2022 è quello dei bar & ristoranti, con +11,70%.

Risparmio: il trend europeo e il primato delle donne italiane
Ma quanto hanno risparmiato le donne? E qual è stato l’impatto dell’aumento dei costi e delle nuove abitudini di consumo? L’analisi dell’andamento del risparmio medio mensile nel primo e nel secondo semestre del 2022 e il confronto con l’andamento medio delle entrate nello stesso periodo non lascia dubbi: a fronte di un generale aumento delle entrate medie mensili, le donne oggi in Italia risparmiano con più difficoltà. In generale, infatti, tra i paesi europei presi in considerazione dall’analisi (Italia, Francia, Spagna, Austria e Germania), si nota un trend comune che vede una crescita nel secondo semestre del 2022 nelle entrate medie mensili per le donne rispetto al primo semestre dello stesso: l’Italia è in testa a questa classifica assieme alla Francia (+4%), seguite da Germania e Austria (+2%) mentre in Spagna la media mensile delle entrate rimane stabile per le donne, senza scostamenti tra i due semestri. Una buona notizia, soprattutto per le donne italiane, che però non si riflette sulla capacità di risparmio: mentre tra gennaio e giugno 2022 le donne italiane sono riuscite a mettere da parte il 2% delle loro entrate, nel secondo semestre questa percentuale si dimezza, arrivando al solo 1%. Un trend comune a tutte le donne europee: su quasi tutti i mercati, infatti, il confronto tra la media mensile risparmiata dalle donne nel secondo semestre rispetto al primo, vede una diminuzione a doppia cifra, dai quasi 15 euro in meno delle donne italiane sino agli oltre 45 euro in meno delle donne austriache. Unica eccezione, la Francia dove le donne nel secondo semestre sono riuscite ad aumentare la cifra mensile risparmiata di ben 5 euro. N26 registra un trend simile nella relazione tra aumento delle entrate e capacità di risparmio anche per gli uomini in Italia, con un aumento medio delle entrate pari al +3% rispetto al primo semestre, e una capacità di risparmio vicina allo 0%. Percentuali simili a quelle delle donne, che però non indicano la risoluzione di un divario nelle entrate tra uomo e donna che permane: se guardiamo al secondo semestre del 2022, infatti, la media delle entrate mensili delle donne è inferiore a quella registrata dagli uomini del 23%.

Ed ecco il commento dell’esperta Il commento dell’esperta Leila Maria Kehl, Group Strategy Manager di N26.

Leila Kehl, Group Strategy Manager di N26

In media quindi le donne hanno meno reddito disponibile a disposizione. Allo stesso tempo, però, riescono a risparmiare più degli uomini. Commenta così questo fenomeno: «Alla base di questa diversità di comportamento ci sono in primo luogo ragioni biologiche. Infatti, alcune ricerche mostrano come la regione del cervello femminile deputata al controllo sia più grande rispetto a quella maschile: questo consentirebbe alle donne di riuscire a ritardare la ricerca di gratificazione e a resistere meglio agli impulsi e alle tentazioni, evitando acquisti spontanei e favorendo il risparmio. Ma è importante sottolineare soprattutto sulle motivazioni socioeconomiche. Infatti, a livello globale, le donne si occupano al 75% del lavoro di cura – ben 4 ore e 25 minuti al giorno in media e più di tre volte rispetto agli uomini.

Una tipologia di lavoro che comporta spesso la necessità di risparmiare a favore delle persone che si accudiscono, come anziani e bambini.
Spesso inoltre le donne hanno una percezione del rischio finanziario più elevata rispetto agli uomini, che riducono attraverso il risparmio. Contribuiscono a questa percezione la presenza di situazioni come la cosiddetta motherhood penalty (lo svantaggio economico vissuto dalle madri lavoratrici), le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza (le donne detengono il 32% dell’intera ricchezza globale, hanno l’80% di probabilità in più di impoverirsi dai 65 anni in su, solo il 2% dei fondi Venture Capital in Europa va alle startup tutte al femminile) e il lavoro di cura non retribuito».
L’indagine continua al link precedentemente indicato, dove è possibile approfondire i dati riferiti ad alcune città italiane e le informazioni sulla Banca N26.

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Articolo di Sara Marsico

Ama definirsi un’escursionista con la e minuscola e una Camminatrice con la c maiuscola. Docente per passione da poco in pensione, è stata presidente dell’Osservatorio contro le mafie nel sud Milano e referente di Toponomastica femminile nella sua scuola. Scrive di donne, Costituzione e cammini.

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