Longevità al femminile

L’aumento della speranza di vita in particolare nei paesi tecnologicamente avanzati è il fenomeno che più caratterizza questi primi decenni del terzo millennio. Gli ultra-sessantacinquenni rappresentano una percentuale della popolazione mondiale che nel 2000 sfiorava il 7% ed attualmente è arrivata all’8,5%. Con questo tipo di tendenza si prevede che saranno il 17% nel 2050 pari a circa 1,6 miliardi.

La percentuale delle donne anziane, inoltre, è di gran lunga superiore a quella degli uomini anziani. Ciò è valido soprattutto in Italia dove la percentuale delle donne anziane costituisce il 59% degli ultra-sessantacinquenni con una speranza di vita di 84 anni contro gli 80 degli uomini.

Donne longeve, sì, ma quali sono le cause che spiegano questo fenomeno? Le spiegazioni vanno ricercate nel campo biologico, sociale e culturale. La prima osservazione da fare è che non è stato sempre così. Fino agli inizi del Novecento la mortalità femminile molto alta, legata alle complicanze post partum, costituiva uno dei motivi delle basse percentuali di donne sopra ai 65 anni. Successivamente le migliorate condizioni igienico sanitarie hanno ridotto drasticamente, almeno nei paesi tecnologicamente avanzati, questi fattori di morte. Così le donne hanno potuto esprimere pienamente le potenzialità derivanti dal loro corredo genetico. La presenza nel genoma di due cromosomi x che caratterizza il sesso femminile, ad esempio, fa sì che nel caso di uno dei due cromosomi malato, l’altro lo compensi evitando alle donne il manifestarsi di alcune patologie di cui sono portatrici sane (per es. l’emofilia).

Lo stile di vita, che comprende l’alimentazione, l’attività fisica, i rapporti sociali, contribuisce alla determinazione di quei parametri cosiddetti “ambientali” che consentono di raggiungere l’età avanzata e di ritardare i fenomeni senili. In questo risultano avvantaggiate le donne sia per abitudini alimentari che per capacità maggiori di rapporti sociali e autosufficienza.

Per tutelare i diritti della componente femminile anziana, nel 2000 è stata promossa La carta dei Diritti e dei Bisogni della Donna Anziana (I Conferenza Europea “Donne Anziane: risorsa e Responsabilità per una Dimensione Sostenibile del Vivere” ( Orvieto, 4/5 febbraio 2000): 12 articoli che tendono a promuovere le iniziative delle donne anziane valorizzandone le risorse professionali, intellettuali e culturali, rimuovendo ogni forma di discriminazione e diffondendo una cultura della non-violenza. Ampio spazio ai problemi legati all’invecchiamento femminile è anche dato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che in sede di Comitato Regionale Europeo, nella sessione tenutasi a Malta dal 10 al 13 settembre 2012, ha messo a punto una Strategia e piano d’azione per l’invecchiamento sano in Europa, 2012-2020  che riporta come interventi prioritari – oltre a una serie di raccomandazioni di carattere sanitario, come prevenzione delle cadute, vaccinazioni, assistenza domiciliare, ecc. –  la prevenzione dell’isolamento ed esclusione sociale, dei maltrattamenti nonché strategie mirate all’assistenza  in casi di demenza.

 

Articolo di Anna Maria De Majo

G_faThujLaureata in Scienze Naturali all’Università La Sapienza di Roma, dopo la carriera come Assistente di Antropologia presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali della stessa Università, si dedica alla letteratura giovanile, iscrivendosi all’Associazione Gruppo di Servizio per la Letteratura Giovanile e collaborando alla rivista del Gruppo con articoli su vari autori/autrici e recensioni di libri.

 

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