Palermo. Le 21 madri della Costituente

Palermo, 14 marzo 2019, una giornata ventosa ma allineate nel bordo dell’Anfiteatro del Giardino “Rosa Balisteri” spiccano le 21 targhe delle Madri della Costituente. Una grande targa di marmo apposta nell’aiuola adiacente dedica loro l’importante spazio del giardino. È fatta, un lungo percorso insieme alla Toponomastica del Comune, ma adesso sono lì, ci sono tutte, Adele, Bianca, Angela, Rita, Elettra insieme alle altre. Mi sono resa conto solo a cerimonia conclusa dell’importanza di questo riconoscimento per la città. Segna marcato il legame alla Costituzione e i valori che vuole passino ancora oggi alle generazioni. Palermo è una città che mira a mantenere saldi i valori costituzionali, in un momento in cui si fa fatica a equilibrare il rispetto nella differenza di sesso, di razza, di lingua e di religione. A vederle presentare, nella breve cerimonia, ad una ad una da giovanissimi studenti, mi sono augurata che quel momento possa restare nella loro memoria, farne tesoro. Mi auguro questa esperienza possa renderli curiosi, non lasciare andare nuovamente queste donne nell’oblio.

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La storia ha passato una spugna sui loro nomi e sulla loro vita. Quell’oblio naturale, affidato al silenzio, come si fa con personalità rivelatesi spesso scomode. Partigiane, crocerossine, donne che con la loro semplicità hanno di fatto cambiato la storia. Mi sono ritrovata sorpresa a constatare il coraggio e la determinazione di ognuna di loro. Dovremmo smettere di appellarle “21 Madri della Costituente”. Ognuna di loro merita uno spazio adeguato, più rispetto per ogni singola vita, ed essere tutti grati di godere oggi delle azioni di ognuna di loro. Donne impegnate e determinate, probabilmente sottovalutate. Rivelatesi voci fuori dal coro non si sono mai adeguate al modello maschile e alla politica interna dei partiti, pagandone spesso le conseguenze. Tradite dagli uomini e dai loro stessi partiti è ammirevole come non abbiano mai tradito i loro principi fino alla fine. Ecco, il modello di donna che rappresenta molte di noi è di 70 anni fa. Leggere di loro mi ha dato una grande emozione. È il loro impegno che ha varato il ruolo politico della donna nella società del nostro Paese. Un modello in cui riconoscersi senza sentirsi antiquate, dovremmo ricostruirle ad una ad una, se fosse possibile. Possiamo da oggi cercare di apprezzarne l’unicità e sperare che le biografie nei QR Code, apposti in quelle piccole targhe, possano rendere curiosi più giovani possibili.

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La Città di Palermo ha le sue donne e ne avrà tante altre. Il Giardino delle rose, quello dedicato a Rosa Balistreri, si arricchisce sempre più. Noi di Toponomastica femminile ne mostriamo l’orgoglio insieme a Caterina Uzzo. Le rose di quel giardino sono destinate a non appassire più.

 

Fotografie di Giovanni Salvi

Articolo di Grazia Mazzè

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Grazia Mazzè è nata e vive a Palermo. Da circa 30 anni è in distacco per attività sindacale. Segretaria Regionale di categoria del settore della chimica, energia e tessile della UIL, è impegnata da sempre nell’attività dei Coordinamenti Pari Opportunità e Politiche di genere, a livello regionale e nazionale. È la referente del gruppo Toponomastica femminile per la città di Palermo.

 

 

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