Sopravvivere a un narcisista

Tutti, almeno una volta, abbiamo sentito parlare di narcisismo. A volte sono le persone a noi più vicine che, scherzosamente (o forse no), ci appellano in tal modo quando ci diamo delle arie, quando passiamo più tempo del dovuto (chi ha stabilito quale sia il giusto tempo?) davanti ad uno specchio o, molto semplicemente, quando curiamo noi stessi più di quanto facciamo solitamente.
Il termine (introdotto nel 1898 dallo psichiatra tedesco H. Ellis) deriva da Narciso, personaggio della mitologia greca, famoso per la sua bellezza. Narciso, come vuole la narrazione, è un individuo crudele che disdegna ogni persona che lo ama. La punizione divina per questo suo comportamento consiste nel far innamorare il giovane di se stesso. Egli passa giornate intere ad osservarsi in uno specchio d’acqua. Ossessionato dalla sua figura, muore annegando dopo essersi avvicinato eccessivamente al suo riflesso. Ma, punizioni divine a parte, cos’è veramente il narcisismo e quali sono le caratteristiche che ci permettono di riconoscere un narcisista?
Occorre iniziare sottolineando cosa non è il narcisismo. Non di rado, infatti, viene confuso con una alta autostima ma si tratta di un errore comune. Molte persone hanno un’alta autostima ma questo non significa necessariamente che quelle persone soffrano di narcisismo (che, portato all’estremo, è un vero e proprio disturbo della personalità). La differenza è infatti sostanziale: nel narcisista l’immagine di sé è esageratamente grande. Egli fa di sé stesso, della propria persona, delle proprie qualità fisiche e intellettuali, il centro esclusivo e preminente del proprio interesse. Fin qui si potrebbe obiettare (tristemente): che male c’è? Qual è il problema di una persona che ha un’immagine, per quanto spropositatamente elevata, così positiva di se stesso? La drammaticità del disturbo risiede proprio in una singola parola: l’esclusività. Il narcisista, infatti, associa alla propria grandiosa rappresentazione una temibile mancanza di empatia. Inoltre, il più delle volte, la grandiosità non è altro che la meravigliosa facciata barocca di un palazzo che nasconde interni in nuda terra. Infatti, la gonfiata rappresentazione del sé coincide frequentemente con una autostima molto fragile. Le conseguenze dell’assenza di empatia sono catastrofiche: per un narcisista gli altri acquistano importanza solo se, e fintanto che, rappresentano un veicolo per la loro esagerata grandiosità. In caso contrario “l’altro” va svalutato perché, attraverso la loro visione disturbata, nella svalutazione altrui risiede il meccanismo che mantiene viva la fiamma della magnificenza personale.
Malauguratamente i narcisisti sono anche persone fascinose. La loro ostentata (seppur falsa) sicurezza li trasforma in calamite, spesso vengono apprezzati per le loro doti strategiche, spesso guadagnano l’ammirazione degli altri all’interno di nuovi gruppi (tale ammirazione finisce quasi sempre per trasformarsi in esclusione quando i membri del gruppo comprendono la vera natura del narcisista). Ma quali sono le conseguenze dell’innamorarsi di una persona affetta da tale disturbo? E, soprattutto, un narcisista può innamorarsi? La risposta a quest’ultima domanda è sì. Un narcisista può innamorarsi per diversi motivi (fra gli altri: perché pensano di aver trovato una persona che sia alla loro altezza, perché la persona di cui si innamorano può essere utile, per un motivo o per l’altro, al progetto di costruzione della loro grandiosa immagine). Il problema sorge per quanto concerne la durata della relazione: le relazioni durano se sono costruite. Un narcisista non è in grado di costruire (a meno che tale costruzione non gli sia utile) e, inoltre, è in balia delle possibili fluttuazioni (se dovesse presentarglisi davanti qualcuno di più utile alla realizzazione dei suoi grandiosi progetti quasi sicuramente si disferebbe senza troppi problemi della precedente relazione). Le conseguenze dell’innamorarsi di un narcisista sono quasi sempre tristemente negative. Tanto più disponibili ci si dimostrerà nel confronti del soggetto narcisista tanto più questi pretenderà. Richiederà senza grazia e riceverà senza un grazie.
Certamente un narcisista è frutto del suo passato (non di rado il disturbo è legato ad una mancanza di attenzioni genitoriali, in particolare materne) e questo potrebbe spingere le persone più temerarie, soprattutto nei rapporti di coppia, a tentare di diventare martiri pronti ad immolarsi per salvare “l’anima” del narcisista. Tuttavia, raramente questo modus operandi ha successo (anche perché affrontare senza l’aiuto di un esperto problematiche di questo tipo non è quasi mai una saggia decisione). Si può tentare di distogliere l’attenzione del soggetto narcisista da se stesso, facendogli capire l’importanza del “noi” ma qualora questi semplici accorgimenti non fossero sufficienti (spesso non lo sono) la soluzione migliore è, in extremis, quella di allontanarsi dal narcisista (che ha bisogno di cure specifiche). Quest’ultima opzione può tuttavia rivelarsi, nei casi peggiori, molto pericolosa. Nonostante è probabile (e sempre auspicabile) che prima di arrivare a questa decisione estrema abbiate provato a fargli capire che non poteva funzionare, un narcisista rimarrà comunque sorpreso della vostra decisione. Lasciare un narcisista significa sempre interrompere il processo di magnifica edificazione della sua spropositata immagine, significa mettergli i bastoni fra le ruote. E non importa quante avvisaglie, dirette o indirette, avrete seminato lungo il tortuoso cammino che porta all’allontanamento: il narcisista non le avrà notate. Quando ve ne andrete non riuscirà a capacitarsi della scelta presa, reclamerà che tutto torni come prima, come ai bei vecchi tempi, quando lo ammiravate, quando eravate la ruota della sua sfavillante carrozza. Molto probabilmente pretenderà che continuiate ad ammirarlo. Quindi tornerà per reclamare lo status quo ante quando il mondo aveva senso, quando era stimato, quando tutto era bello (bello per il suo ego). Per lui quello era l’unico modo in cui valesse la pena vivere e, per questo, vorrà riavvolgere il nastro. Ma non si può aggiustare l’inaggiustabile, riavvolgere il tempo. Non si può far finta di non essersi accorti che i vestiti nuovi dell’imperatore non esistono, che l’imperatore è nudo e, in fin dei conti, è anche terribile. Il narcisista odierà tutto questo, odierà qualcosa che non è abituato a sperimentare: la mancanza di potere.
Il pericolo nasce nel momento in cui (se sarete stati abbastanza tenaci da rimanere sui vostri passi) capirà che la situazione è irrimediabile. A quel punto è più che probabile che inizierà ad odiarvi. È in quel preciso momento che dovrete cercare la sicurezza e la vicinanza delle persone care. La soluzione migliore per chi compie la scelta (e che non di rado, paradossalmente, è anche chi la soffre maggiormente) è di sospendere ogni tipo di contatto con il soggetto narcisista. Tagliare i ponti, smettere di seguire quella persona sui social, interrompere ogni possibile avvicinamento. È vero, come detto qualche riga fa, i narcisisti sono spesso soggetti che non hanno avuto esperienze passate rose e fiori. È giusto provare tenerezza, in alcuni casi compassione. Ciò che non è giusto è permettere a un soggetto che ha chiaramente bisogno di aiuto, servendosi degli strumenti disarmanti dell’amore, di distruggere l’esistenza di una persona. Perché, in alcuni casi, nulla è vero quanto il detto: meglio soli che male accompagnati.

Articolo di Ettore Calzati Fiorenza

gJaZLDNRRomano e orgoglioso cittadino d’Europa. Ossessionato dalla comunicazione, sostenitore della scienza e dell’importanza del dubbio perché, in fondo, quasi nulla di cui ci crediamo certi è effettivamente tale. Tra i miei interessi principali rientrano anche la letteratura, le arti figurative e la musica. “Le parole sono tutto quello che abbiamo” e per questo faccio del mio meglio per mantenere quelle date, usque ad finem.  

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