Nelson Mandela International Day

“Nkosi Sikelel’ i Afrika” negli anni Venti è il brano, divenuto un popolare canto di lotta contro l’apartheid, che nel 1925 è stato scelto come inno ufficiale dell’African National Congress (ANC). Forse non è ben noto che prima ancora nasce come inno della chiesa metodista scritto da Enoch Sontonga nel 1897 su una melodia gallese del 1879: in lingua xhosa significa “Dio protegga l’Africa”. 

Interpretato anche da Paul Simon e Miriam Makeba è  l’inno della Tanzania, dello Zambia, dello Zimbabwe e nel 1995, con la fine dell’apartheid, anche del Sudafrica, grazie a Nelson Mandela, nato nel 1918 a Mvezo, un villaggio del Sudafrica sud-orientale e  morto il 5 dicembre 2013 all’età di 95 anni.

Celebrato il 18 luglio, giorno del compleanno di Mandela, e indetto dalle Nazioni Unite dal novembre del 2009, il Nelson Mandela International Day è un invito, espresso dallo stesso Mandela al suo 93° compleanno, a destinare 67 minuti a buone azioni, in ricordo dei 67 anni da lui dedicati alla lotta all’apartheid per la quale ha scontato ben ventisette anni di carcere.

A quasi sei anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel dicembre del 2013, ricordiamo il suo impegno per i diritti umani e la giustizia sociale festeggiando la giornata consapevoli che se tutti/e operassimo in questo senso, giorno dopo giorno, la vita di ognuno sarebbe migliore. 

Il  sito Mandeladay.com propone quattro azioni:

– Educazione e alfabetizzazione, necessarie per poter partecipare attivamente alla vita sociale;

– Sicurezza del cibo, poiché tutti/e dovrebbero disporre del cibo necessario al proprio sostentamento; 

– Abitazioni e infrastrutture, in quanto non è una vita degna quella di chi non ha un posto in cui vivere;

– Ambiente: quale mondo lasceremo ai nostri figli/e e ai/lle nostri/e nipoti? Ridurre lo sfruttamento delle risorse e l’inquinamento per conservare intatto il patrimonio naturale della Terra è uno degli obiettivi.

Creare il cambiamento è l’eredità che ci ha lasciato Madiba (nome di Mandela nel suo clan Xhosa), divenuto primo presidente nero del Sudafrica dal 1994 al 1999 dopo de Klerk, con il quale è stato insignito del premio Nobel per la Pace nel 1993, e l’ideologia Ubuntu, alla quale si ispirava, può esserci di molto aiuto: “io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo” e non è solo lottando per i diritti ma anche nel riconoscimento dei doveri di ciascuno/a che è possibile sostenersi e aiutarsi reciprocamente con lealtà e compassione proteggendo l’Africa e l’umanità tutta.

Articolo di Virginia Mariani

RdlX96rmDocente di Lettere, unisce all’interesse per la sperimentazione educativo-didattica l’impegno per i temi della pace, della giustizia e dell’ambiente, collaborando con l’associazionismo e le amministrazioni locali. Scrive sul settimanale “Riforma”; è autrice delle considerazioni a latere “Il nostro libero stato d’incoscienza” nel testo Fanino Fanini. Martire della Fede nell’Italia del Cinquecento di Emanuele Casalino.

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